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Per chi non si ferma a Ferragosto

Mentre mi preparo per la serata da Dj guardo la data: 14 agosto. Sembra quasi un giorno come un altro.
Ebbene sì, ci siamo noi che neanche nei ponti di ferragosto ci fermiamo, elaboriamo idee, lanciamo sfide, apriamo collaborazioni e continuiamo a spenderci di testa e di corpo. Perchè forse non riusciamo a star fermi e la parola FERIE non esiste.

Chi come me fa il dj o la comunicazione ma anche tanti altri, chi per necessità economica chi piacere chi in settori ben più delicati: gli ospedali, il soccorso, la sicurezza, i servizi essenziali.
Chi lavora per rendere la nostra isola accogliente a turisti, clienti e viaggiatori, i tanti imprenditori sardi che tra mille sacrifici sperano nel meglio di una stagione sempre troppo breve e veloce: gli operatori turistici e alberghieri, i gestori, le guide, ristoratori, gli organizzatori, gli esercenti, i barman, ecc ecc tanti, troppi da ricordare.
Insomma, se siete come me che non vi fermate mai vi auguro buon lavoro. Se vi prendete una vacanza e state in relax buona vita lo stesso

L'occasione non va in ferie

Ricevo molti messaggi di persone che mi raccontano vicissitudini e problemi di lavoro. Non è un momento facile per nessuno, specie nell'isola. Il consiglio che mi sento di dare, tra i tanti, è evitare questa "moda" di aspettare dopo l'estate per muoversi. Troppe persone rimandano l'appuntamento con un lavoro nell'idea di farsi una vacanza, poi si vedrà " a settembre". Soldi persi, tempo sprecato e grande errore. Permettetemelo.

Sicurezze e rischi

I viaggi ti permettono di nutrirti della ricchezza del mondo e delle sue differenze ed è bello vedere come nord e sud non siano solo geografia ma anche modi di pensare e vivere diversi e toccarli, conoscerli e vederli dal vivo. Di Milano ci sono tante cose che non mi piacciono, la velocità, l’aziendalismo sfrenato, la rincorsa continua su tutto e tutti, ma la praticità delle persone, la concretezza, la capacità di concludere qualcosa e di essere proattivi mi sorprende. Mentre io mi lamento e temporeggio, gli altri rischiano e fanno. Però la nostra poesia e spensieratezza, quella leggerezza del sud al limite dello scazzo, che ti fa abbandonare dietro un bellissimo tramonto, che ti fa perdere il senso del tempo, beh..te la scordi 😉

Isola, giovani e lavoro

Ricevo molti messaggi di persone che mi raccontano vicissitudini e problemi di lavoro. Non è un momento facile per nessuno, specie nell’isola. Il consiglio che mi sento di dare, tra i tanti, è evitare questa “moda” di aspettare dopo l’estate per muoversi. Troppe persone rimandano l’appuntamento con un lavoro nell’idea di farsi una vacanza, poi si vedrà ” a settembre”. Soldi persi, tempo sprecato e grande errore. Permettetemelo.

Lido-Oasi

Yo! vai con le cose da DJ Tixi
Dopo Barcellona, questo weekend sono a Cagliari😛
👊Sabato dalle 17 all’Oasi Cafè (Poetto)
👊Domenica sera al Lido discoclub
❤️🎧🌊✈️

Lavoro?

LAVORO
La mia sensazione ed esperienza di questi tempi è che il lavoro, è vero, sia poco, ma le persone sottovalutino le occasioni e lavorino con molta sufficienza in attesa del superlavoro e del ruolo da dirigenti megagalattici che mai arriverà.

Circondati da notiziole e cazzate, falsi miti e bugie,sottovalutano la gravità della situazione occupazionale. Per molti, terminato il tempo dei selfie e della vida loca a spese dei genitori, comincerà la precarietà: doversi accontentare, quando va bene, di umili lavori, trattati da schiavi e senza diritti. Già molti lo sono diventati ma no lo dicono per vergogna.

Poi manca l’onestà di capire cosa si può fare con i propri titoli e competenze. Molti si sopravvalutano e sottovalutano e sottovalutano quanto sia duro raggiungere certi obiettivi (vedono solo i risultati dei successi altrui). Pensare senza diploma o senza laurea o senza sacrificio di ambire è davvero da idioti.

Il mio suggerimento? Ogni occasione di lavoro va presa sul serio perchè può aprire, magari, qualche opportunità. E’ vero, specie il mercato sardo (e per buona parte quello italiano), non prevede illusioni. Pagano poco e male. Non ci sono occasioni di crescita. Molti datori ricattano e ti imprigionano in gabbia. Non si può facilmente cambiare. Ma se alla lunga lavorate bene e siete puntuali, precisi, efficienti e attenti qualcuno se ne accorge sempre. Se accumulate esperienze, iniziate ad avere contatti e conoscere persone, e quindi occasioni. Guardarsi attorno è un altro consiglio. Ipotizzare pure di trasferirsi.
Ci vuole comunicazione e pubbliche relazioni.

Bisogna aprire gli occhi o si rischia davvero una vita di merda. Gli indicatori non danno segnali positivi per presente e futuro.
Non dico di accontentarsi sempre, ma trovare il giusto equilibrio tra sogno e possibilità. E lavorare, lavorare duro…quello che non tutti vogliono fare. Spesso anche capire come si lavora è un lavoro!

Storie di italiani

Storie di italiani che han lasciato tutto e sono rinati a Barcellona e scrivono pagine bellissime, di passione, coraggio e futuro.

Fiammetta, un lavoro importante e sicuro all’Università di Firenze e una vita già scritta, ma quando il cuore chiama non c’è scampo. Non aspettare: mollare tutto e trasferirsi a Barcellona, cambiando radicalmente la propria storia, tirando a dadi col destino.
Un bar, le difficoltà e i primi passi nonostante una città da amare ma con le sue contraddizioni e la crisi che rende tutto difficile. La burocrazia, le maglie più strette del passato, il lavoro che qui non è una passeggiata anche se hai una competenza e titolo in italia. Ecco, riparti da zero.

È stata un’altra bella storia da ascoltare e condividere con voi. Perchè la vita è fatta di pagine, capitoli e atti e fermarsi alle sicurezze mettendo a tacere il cuore significa morire in anticipo.

Fiammetta, grazie!🙏

(Niente foto per Renato Troffa Sabot viste le nostre condizioni fisiche a quest’ora!)

Vita in movimento

Tempo fa ebbi epici scontri con qualcuno e qualcuna che discutevano la mia “vita in movimento”. Qualche altro si mise a discutere cosa facessi nel tempo libero e un altro che non fossi abbastanza “serio” per una competenza offerta. Idee diverse dalle mie, ma le rispetto perché siamo tutti diversi e se non riusciamo a capirci, purtroppo, spesso è meglio star lontani.

Chi non ti concepisce come persona non ti merita spesso come professionista o prima o poi il dissidio emerge, così come io non riesco mai a lavorare con persone con cui mi divide tutto.
Provo sempre a trovare punti d’intesa poi scopro di essere solo un fesso. Ci sono persone che, forse per paura o per semplice chiusura mentale o per presunzione, non giocano mai alla pari. Vogliono solo vincere nei rapporti con gli altri, possibilmente giocando con due palloni e tre elementi in più. E magari ci resto pure male, per il tempo sprecato e il tentativo inutile.

In quest’ultimo periodo ho avuto nuove belle soddisfazioni lavorative e di vita lontano dalla mia terra, nuovi amici e opportunità che mi hanno arricchito di elementi nuovi per comprendere quel che accade attorno a me e insegnato, oltre a non arrendermi, ad ascoltare sempre tutti, anche i coglioni e gli invidiosi, ma poi a prendere sempre le mie decisioni. E questo non vuol dire aver trovato il segreto della vita e di non sbagliare, quanto semplicemente aver tenuto fede, con fatica, a quello che volevo anche se i sogni hanno strade strette e deviazioni, sofferenze e sere storte più di quanto si creda dai nostri stupidi selfie.

Preferibile, amici, sempre sbagliare con la propria testa e tirare in solitaria che cadere aver fatto felici gli altri e aver seguito l’onda.

A volte è meglio un NO

In ogni uscita c’è un lavoro dietro le quinte che pochi o nessuno nota. C’è passione e preparazione, c’è tempo e soldi investiti (pensate alle attrezzature o ai corsi).
Oramai chi fa un’attività artistica o di intelletto non solo effettua una prestazione ma gestisce anche il dietro le quinte quasi invisibile: cerca, tratta, comunica, coordina, organizza, dialoga, risolve problemi, recupera crediti.
Dietro una serata da dj c’è la preparazione dei pezzi, la ricerca, l’acquisto, l’allenamento della tecnica.
Dietro una trasmissione radio in diretta ci sono i testi, la scelta dei brani, l’organizzazione delle telefonate, le notizie in extremis.
Poi ci sono i contrattempi, gli errori, i ritardi, le umane debolezze.
Spesso si vede solo il risultato e non si pensa al come tutto quello accade prima, a come si arrivi a quel risultato, a quali costi e sacrifici.
Ecco perché da tempo penso che non si può fare sempre tutto e non si può fare sempre a qualsiasi prezzo. Ecco perché certi NO ti salvano la vita e la salute.

Dj life

Fare il dj non è solo salire sulla consolle, essere conosciuto e mettere tutto il tuo intuito e genio per far divertire la gente (e non è detto che si riesca). Delle serate mi piace notare i particolari e ricordarmi gli intrecci: i genitori che aspettano con ansia i figli all’uscita, i miei litigi con il computer, vedere in azione i colleghi amici dj e la loro diversa concentrazione e linea musicale, gli abbordaggi spesso improbabili in pista dei clienti, il mare che luccica e la luna sullo sfondo di ogni notte d’estate, i profumi dei paninari all’uscita e le tante persone che ti fermano in serata, un saluto nella loro gestualità e due parole sempre da condividere, o una foto, spesso anche chi non ti aspetti che pure ti segue e sa tutto di te tramite i social.
La musica e quella euforia poi si dirada quando accendi il motore e la serata diventa un file da archivio dei ricordi. E non puoi che ringraziare che tutto questo continui ad accadere.
Ok, valigia da fare, due ore di sonno e poi volo Cagliari-Bergamo.

Eppure, non so perché, ma oggi sono triste di andar via.