Posts in dj life

Weekend in consolle di Tixi

Ho un bel weekendino da DJ in città

Stasera 040 Zeroquaranta evento solidale di Gruppo Emergency Sud Sardegna

Venerdì Obicà Cagliari con l’aperitivo artistico accompagnato dalle opere di Sara Paravagna

Venerdì dopo il live di Rovelli al Bacàn

Per tutto il resto c’è www.tixi.it

3 ragioni per cui il DJ Alberto Lisini manca profondamente

Alberto Lisini manca profondamente. Alberto Lisini è stata una persona speciale con cui ho lavorato tanti anni in consolle. Amico, collega DJ, mentore, esempio, professionista impeccabile, ho condiviso una delle prime serate da DJ resident proprio con lui, alla discoteca Varadero di Cagliari nel 2001.

La comunità musicale ha perso un luminoso astro quando Alberto, il DJ con un cuore d’oro e mani magiche sui giradischi, è stato portato via troppo presto nel 2014. La sua assenza ha lasciato un vuoto incolmabile, e ciò che rende la sua mancanza così palpabile sono principalmente tre ragioni che definiscono il suo ruolo unico nell’universo dei DJ.

1) Apertura Mentale Musicale: Un Precursore di Nuovi Suoni

Alberto Lisini era noto per la sua incredibile apertura mentale nei confronti della musica. Era un vero visionario quando si trattava di esplorare nuovi generi e suoni. La sua capacità di mescolare e fondere diverse correnti musicali era semplicemente sorprendente. Era sempre un passo avanti agli altri, introducendo al pubblico le ultime tendenze musicali molto prima che diventassero popolari.

Il suo coraggio nel rompere le barriere musicali e nel sperimentare nuovi stili ha ispirato molte nuove generazioni di DJ. Alberto Lisini ha dimostrato che la musica è un linguaggio universale che può unire le persone, indipendentemente dalla loro origine o preferenze. La sua apertura mentale musicale ha creato un ponte tra culture e generi musicali, un lascito che rimarrà indelebile.

2) Il DJ come Professionista e Artista: Dedizione Insuperabile

Alberto Lisini incarnava l’essenza stessa del DJ professionista e artista. La sua dedizione al craft era evidente in ogni performance. Era uno studente instancabile della musica, trascorrendo ore a perfezionare le sue abilità tecniche e a scoprire nuovi suoni. Era sempre in cerca di quel mix perfetto che avrebbe fatto brillare la pista da ballo.

Ma Alberto era anche un artista. Ogni sua esibizione era un’opera d’arte unica, una storia musicale che sapeva catturare l’attenzione del pubblico e portarlo in un viaggio emozionale. Era capace di leggere la folla come pochi altri, creando una connessione profonda tra la musica e gli ascoltatori.

3) Tecnica e Scelta Musicale: Un Maestro dei Suoni

Uno degli aspetti che rendeva Alberto straordinario era la sua tecnica impeccabile e la sua abilità nella scelta musicale. Era un maestro nel mixare le tracce in modo fluido e sorprendente. Le sue transizioni erano così fluide che sembravano essere parte integrante della canzone stessa.

Ma la sua vera magia risiedeva nella sua capacità di selezionare la musica perfetta per l’occasione. Conosceva il suo pubblico così bene che poteva anticipare i loro desideri e umori musicali. Ogni sua scelta musicale era una sorpresa piacevole, un regalo per l’udito di chiunque fosse presente alle sue performance.

Alberto come DJ manca profondamente per la sua apertura mentale musicale, la sua dedizione come professionista e artista, e la sua maestria tecnica e nella scelta musicale. La sua eredità continua a ispirare coloro che, come me, lo hanno conosciuto e apprezzato, dimostrando che la musica può essere una forza unificante e trasformativa nelle mani di un vero artista come lui. Ma anche che si può essere DJ senza troppi compromessi.

La sua musica vivrà per sempre nei nostri cuori e nelle nostre orecchie. Grazie ancora Alberto.

La mia seconda vita da DJ Tixi

Qualche anno fa, prima che la trap e la musica latina italiana facessero irruzione sulla scena, ero a un bivio: continuare a fare il dj classico e adagiarmi o provarne altre strade ri-pensandomi, senza perdere l’anima “pop”.

Quel nuovo scenario musicale mi ha dato consapevolezza, mi ha fatto riflettere sulla bellezza e la profondità della musica che avevo sempre amato e che non andava perduta.

Quel tesoro di esperienze, vinili, cd, viaggi, festival e serate poteva sopravvivere in un mondo dove il prodotto musicale era talmente massificato che fare “altro” rischiava di portarti fuori da tutto?

La mia second life da DJ non era restare fossilizzato o seguire quella ondata, ma fare scelte e agire come un “tramite”.

Mentre molti DJ si precipitavano a suonare le ultime hit, io vedevo opportunità: diventare un ponte tra il pubblico generalista e quei ritmi meno scontati ma non troppo di nicchia. Funky e disco 70 e 80, tribal e organic, genericamente house.

Entrare in un nuovo mondo. Pensare a partire dal tramonto. Ripensare al concetto di djset e dj. Iniziare a studiare musica e cominciare a produrre musica.

C’era un intero universo di musica tra il mainstream e l’underground. Musica che magari non sentivi in radio e nei locali, eppure diffusa in Europa, con i suoi appassionati (veri e potenziali), la sua storia e il suo impatto.

Più persone potevano aver “accesso” a questi suoni, scoprirli ed apprezzarli.

Quando cresci, infatti, certi ritmi e testi possono non risuonare più con la tua esperienza. La trap e il latino italiano non sono miei, non ho nulla che mi leghi con loro.

Da alcuni anni così ho l’opportunità unica di “guidare” le persone per un altro viaggio, offrendo qualcosa che magari non avrebbero ascoltato da soli, ma che avrebbero potuto amare una volta sentito. Ho iniziato a produrre e questo mi rende fiero di poter lasciare qualcosa.

Questo è il vero potere della musica e il privilegio di chi fa il dj ed ha un po’ di esperienza: mai adagiarsi ma muoversi, anche cambiando pelle.

La bellezza della musica è la sua universalità, ma è fondamentale rimanere onesti con se stessi e trovare quei suoni che risuonano con la propria anima e son coerenti al proprio cammino.