Tre giorni di viaggio a Siviglia, un luogo dove tornare sempre, caldo, accogliente, movimentato. Una città come un dipinto impressionista che si muove e respira.

Sono arrivato ripetendomi nella testa una frase banale e ricorrente: “Non sei triste, hai solo bisogno di un po’ di Andalusia”.

Siviglia ha saputo fare il suo. È una città dove tornerei sempre. Cuore dell’Andalusia, nel sud della Spagna, e qui apro un altro fronte: è tutta l’Ansalusia che ha un’energia speciale e merita sempre un viaggio.

Parto dalla bellezza, dalla sua architettura moresca. Siviglia è un gioiellino. La città è piena di capolavori come l’Alcázar, un palazzo reale con giardini perfetti, e La Giralda, l’iconica torre campanaria della cattedrale di Siviglia che offre una vista panoramic sulla città.
Non può mancare Piazza di Spagna è una delle piazze più maestose che io abbia mai visto, circondata da un canale e decorata con ceramiche colorate: ogni volta che ci passo ci sono nuovi angoli e particolari.

Siviglia e tutta l’Andalusia hanno un’altra rara qualità che però ritrovo nella Spagna: l’invito a stare sempre in giro, godersi tutti gli angoli, camminare per le strade e lasciarsi trasportare dai rumori, dagli odori e dalla musica, entrare in un bar, farsi una cerveza fresca, chiacchierare e lasciarsi andare. Il flusso che non si ferma e che vede protagonisti soprattutto i giovani che qui trovano delle Università di prim’ordine.

Da dj le mie orecchie sono sempre sintonizzate sulla musica. Siviglia è la patria del Flamenco, l’espressivo genere di musica e danza tradizionale spagnola. Ci sono in giro spettacoli di flamenco autentici e coinvolgenti, ma anche suonate gitane dove. Ne trovi nei porticati in piazza di Spagna oppure vicino alla Cattedrale.

Camminare per le strade strette, con i balconcini, i piccoli bar – nel Casco Antigo ti suggerisco il piccolo Er Tito – e i negozi anche datati, ti fa incrociare stimoli sensoriali, un patchwork di colori, suoni e odori che si fondono in una sinfonia caotica e affascinante.

Come un moderno flaneur, mi lascio guidare ogni volta dall’istinto e dalla curiosità, pronto a scoprire ogni tesoro nascosto ma anche a riabbracciare quello che ho visto negli altri viaggi con nuove consapevolezze!

La sera, che sera! Le strade si riempiono di vita e allegria. I bar, i ristoranti e le terrazze si animano di persone che si godono la vita, è un’energia che si fa sentire e che ti entra nelle vene. Tapas e gastronomia andalusa ti conquistano, con le loro crocchette di jamón, le patatas bravas e il salmorejo.

Un buon ristorantino economico è il Bodega de San Fernando in calle San Fernando dove potrai anche scegliere anche una semplicissima ma curata insalata detox (e non è così scontato trovarla). Un aperitivo invece è consigliabile nella plaza de San Francisco, anche questa animata di musica. Le opportunità sono davvero tante e troppe da raccontare!

Prima di partire ci vuole un aperitivo tinto d’arancio in un baretto – ti consiglio il Kiosko Bombay – davanti alle acque del Guadalquivir. Con una bella selezione houseggiante del dj locale, potrai contemplare il tramonto con un misto di meraviglia e nostalgia, consapevoli che momenti come questi sono rari.

Contrasti e energia, cara Siviglia! Ogni angolo racconta una storia, ogni vicolo nasconde un segreto sotto forma di baretto e chiese inaspettate.Chiacchiere nell’aria e sole che ti abbraccia.

Promessa di inizio racconto rispettata: Siviglia ti dà qualcosa che ti manca.