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La chiamerò speranza

Tra le tante storie di questo weekend passato ricorderò sempre quella della madre di due miei cari amici che sta combattendo una sfida importante di vita da cui uscirà trionfatrice, ne sono certo.
Ho incontrato quella donna: il suo sorriso raccontava la speranza e la forza di chi non si arrende. Ma mi insegnava anche, un’altra volta, quanto il tempo non vada mai perduto senza fare ciò che ci faccia sentire vivi ed eterni, nonostante si scontri con le idee degli altri, con le mode e con la paura di non essere mai all’altezza.
Le storie più belle non sono i successi facili e da copertina, i matrimoni di Fedez o le autocelebrazioni, ma i piccoli combattenti di ogni giorno di cui forse si perdono tracce ma che quando si incontrano ci insegnano a vivere meglio.

E ancora grazie :)

Volevo dire grazie ai tanti amici e amiche di Cagliari edella Sardegna che si fanno sentire spesso per idee, collaborazioni possibili (io torno spesso e la mia attività di comunicazione non si ferma, anzi…) e anche per un semplice “ciao Tixi come stai?”
Lavorare con la Volkswagen è un’esperienza unica, un modo per sentirmi piccolo ma entusiasta di poter imparare e misurarmi con una realtà così importante. 
Milano -chi l’avrebbe detto? – mi sta portando tante idee e soddisfazioni, contatti, sfide, amicizie, serate, ma non dimentico tutti i legami e affetti che ho costruito nel tempo e il mio spirito viaggiatore e aperto. Giornate faticose e serate lunghe dove la stanchezza pare non arrivare mai.
Nonostante la nostra “lontananza” fa piacere avere un piccolissimo posto nel cuore di qualcuno. E se proprio vogliamo andare sul poetico, possiamo guardare la luna e sentirci sempre meno distanti.
Preparo la valigia per Barcellona.

Volevo darvi un consiglio: non fermatevi mai. Fate della vostra vita un fantastico viaggio infinito, senza perdere tempo.
Vi voglio bene ❤

Amicizie

Guardando la rubrica dei ricordi di facebook mi accorgo di quante persone abbia perso nel 2016. Chi mi ha illuso, chi è sparito, chi mi ha proprio fregato, chi non sono stato bravo io a coltivare. 
Se ci pensate oramai la velocità con cui le persone entrano ed escono dalle nostre vite è preoccupante. In realtà non ci sono motivi. Spesso la gente ama “provare” gli altri come fossero oggetti a noleggio e ama aspettarsi un altro sè, fatto a propria misura e somiglianza: se lo trova interessante le tiene, altrimenti cambia. “Tutto normale” diranno i tanti cinici, “succede” confermeranno quelli che han capito tutto, per me no. Anzi. 
Buon fine anno a quelli che restano. A quelli che superano il tempo e le stagioni. A quelli che ci sono nonostante tutto. A quelli che ti sopportano e apprezzano i tuoi lati negativi (perché ad amare le qualità son bravi tutti). A quelli che non ti vogliono come dicono loro ma amano la specialità che tu rappresenti. Di pensiero, di vita, di azione. A quelli di lungo corso che non invecchiano ma migliorano e a quelli che sono appena entrati nel tuo giro. A chi c’è sempre stato e a chi ci sarà. 

Buona vita a chi, dopo averti provato e magari illuso, dopo esser stato accolto dalla porta principale, esce dalla porta secondaria quasi di soppiatto. A quelli che entrano ed escono dalla porta girevole, che nemmeno te li ricordi. 

Buona vita a te che magari domani sarai parte della mia vita o chissà la vita mia stesso.

Real life

In questo weekend ho rivoltato un po’ della mia logica: sono andato in qualsiasi posto in cui mi abbiano invitato. Non ho toccato (strano ma vero) il mio lavoro. Ho ripescato ricordi e persone. Ho ritrovato amici perduti. Ho casualmente incontrato. Ho chiacchierato. Ho riabbracciato. Ho conosciuto sconosciuti. Mi son confrontato su tante cose che scrivo e ho visto che tanti leggono. Ho riallacciato legami. Ho pensato a nuovi progetti. Ho capito che le parole creano connessioni e che abbiamo sempre più bisogno di realtà e fisicità, altro che Facebook e mondo virtuale. Chissà che non prosegua… 😉

Circuiti virtuosi

Oggi ho avuto una conferma importante: ho conosciuto una persona meravigliosa e casualmente ho scoperto che fosse amica di una persona che stimo tantissimo.
La teoria messa in pratica: le persone splendide si circondano di altre persone splendide. Attirano sempre positività e non sbagli mai.
Si crea un circolo virtuoso, una connessione magica.

Giuro, ho le prove!

Monza experience

Dopo una bella cena a casa di amici a Monza confermo: la mia casa è dove ci sia qualsiasi persona che mi sorrida, mi accolga e mi offra buon vino. Non importa dove e come. Non importa come si chiami. Non importa quanto sia distante.

Ho superato da tempo il concetto di mia città, mia patria, mia regione. Ci hanno insegnato a stare chiusi dentro casa e non guardare fuori, a stare attenti, a dividerci e non dare confidenza, a giudicare tutto ciò che è diverso e lontano.
Puttanate.

A proposito: prossimo viaggio?

Dispensar consigli fa male (ma non possiamo farne a meno)

Dispensare consigli è un modo ottimo per rovinare contatti e amicizie. In poche parole fa male. Fa danni.

Forse dovrei evitare di dire “occhio che davanti c’è un burrone” oppure “senti, la tua attività fa schifo per questo e quel motivo”. Oppure “guarda, così facendo non troverai mai lavoro” ovviamente spiegando anche il motivo.

Quando sentirò le persone schiantarsi e domandarmi “perché non mi hai detto nulla?” risponderò “scusami, ma ti saresti offeso”.

È uno dei nostri grandi dubbi: ha senso farlo? Ha senso rischiare? Forse sì, forse no.

Tanto continuerò a farmi del male e a dispensar consigli.

Scrivere non è facile

Scrivere non è facile, e non rende, anzi ti fa apparire in maniera strana agli altri. Ti erode qualche simpatia e opportunità.
Sarebbe meglio non farlo. Sarebbe più intelligente e redditizio. “Taci, non dire nulla, non prender posizione, chi te lo fa fare?”, eviteresti grane.
La massa non ti perdona: avere idee e diffonderle è sintomo di presunzione: “e chi sei tu per parlare?” pensano, specie in una piccola città dove chiunque rompa la mediocrità e la stagnazione dei pensieri è un sabotatore, un criticone, un depresso da internare in un istituto di rieducazione al pensiero omologato. A quanti sto sulle palle…
Chi ti apprezza, chi ti vede come pazzo e malato, chi ti capisce e chi ti capirà prima o poi.

La scrittura mi ha fatto perdere tanti amici: era il prezzo da pagare. Criticato. Cancellato. Umiliato. Ma per fortuna qualche altro insospettabile è arrivato. E ogni tanto qualcuno cambia pure idea e torna quando capisce il gran cuore che c’è dietro.
Vi voglio bene.
Buonanotte