La tenda non copre del tutto la finestra. Uno spicchio d’azzurro entra sulla mia stanza e i rumori del traffico mi svegliano alle 7:43 con i postumi ben raccontati dal disordine attorno. Mi fa compagnia il televisore catodico sovietico Vivax grigio topo che mi fissa quasi fossi un alieno. Se l’accendessi forse uscirebbero pure i discorsi del maresciallo Tito, ma non rischio quest’esperienza.

Pronto a smazzarmi un po’ di lavoro a distanza al computer prima di ributtarmi nella tranquilla quotidianità di Belgrado. Le spalle fanno male, colpa del mio inseparabile zaino. Penso già a cosa devo fare. Nella mente riordino concetti e progetti e li catalogo in una cartella. La sposto mentre cestino tutto il resto. Prenoto Barcellona, giusto per. 

Domani sarò a Roma per programmare l’estate, poi rientro Cagliari. Un weekend di quelli dove dovrò assumere le vesti di superTixi e curare perfettamente ogni particolare, compreso il riposo: tre serate da dj, il Torneo nazionale di calcio a Sa Rodia, l’intitolazione del Centro, le finali di calcio a 5 giovanile, il torneo femminile. Un mix inverosimile di calcio a musica tra Cagliari e Oristano. 

State connessi. Un abbraccio.

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