Posts by Tixi

Hyde Park e passeggiate londinesi

È un sabato mattina londinese e sono immerso in un crogiolo di tutto e di più. C’è la musica – oh, la musica! – un tappeto sonoro che mi segue ovunque, modulando il suo ritmo in perfetta armonia con il contesto spaziale-temporale.

Il cielo, una tavolozza di grigi che talvolta, come oggi, si rompe in un azzurro così penetrante che ti fa dimenticare il cliche delle giornate uggiose.

Hyde Park è un quadro – un’oasi che esplode nell’autunno, ora un promemoria vivente delle stagioni che avevo dimenticato. Il tappeto di foglie gialle è un’immagine che mi porterò.

E poi, ci sono le persone. A Londra, il cosmopolitismo è arte elevata alla massima potenza, dove ogni individuo ha facce e provenienze diverse, un racconto viaggiante, un romanzo non scritto.

La tua anonimità; sei un punto tra milioni, libero da giudizi e da aspettative sociali. Non sei niente e nessuno e questo ti toglie ogni ansia necessità di dover spiegare chi sei e cosa fai. Non potresti presentarti come quello che, figlio di…, tutto è perenne scorrere.

Infine, le interazioni, quelle conversazioni improvvise che nascono dal nulla e si dipanano in storie. Ogni panchina può essere la sede di un dialogo che cambia la tua giornata, o forse la tua vita.

Potrei scrivere un saggio intero sul significato filosofico di queste interazioni casuali, sul modo in cui riflettono e refrangono l’esperienza umana in una città che è, in se stessa, un microcosmo del globo. Quella esperienza di cui ho sempre bisogno. Il mondo.

Comunicare, comunicare la politica e altri miti

(Un post che nasce da una bella chiacchierata di stamattina, provo a sintetizzare ma ci vorrebbe tanto altrontempo)

Quando mi chiedono di gestire social o di occuparmi di uffici stampa o comunicazione in politica o per attività varie, la mia risposta rimane sempre la stessa di tanti anni e forse è la più antipatica: non ci sono scorciatoie né trucchi magici, solo duro lavoro, strategia e creatività oltre a un investimento economico da fare. Read More

Temporary Road, il docufilm di Battiato su Amazon Prime

Su Prime Video mi sono imbattuto in “Temporary Road”, il docufilm che celebra la vita e la carriera di Franco Battiato. Ogni volta che incrocio un suo brano o un video, mi rendo conto dell’impronta indelebile che ha lasciato e di quanto manchi nel nostro attuale contesto culturale, spesso superficiale e carente di profondità. Read More

La piscina

La questione è che per un’eternità metaforica—un’eternità costellata di “forse domani” e “ci penserò”— mi son iscritto finalmente a un corso di nuoto.

Perché? Per affrontare la mia palpabile, quasi corporea, apprensione verso l’acqua profonda. Timore per l’incertezza di ogni prossimo esercizio in acqua, e euforia perché, nel profondo della mia testa, so che ho la capacità di trascendere questa paura e voglio sfidare le mie paure.

Anna, la mia istruttrice, gridava ieri con una sorta di entusiasmo coercitivo: “Perché hai paura? Tu sei capace, lo sai!” mentre io mi aggrappavo al bordo. Sorridevo, riconoscendo la verità delle sue parole. Perché la paura è quel fastidioso collante che ti immobilizza nonostante tu possieda tutte le competenze per avanzare. È la paura di te stesso, del superamento di te stesso, e dei giudizi altrui. E a tutto ciò, mi dico: “Che se ne vadano tutti al diavolo”, inclusi i miei pensieri auto-limitanti.

Essere immerso in quella massa acquatica, con la sua gravità e l’attenzione solo su di essa, ha innescato in me un fenomeno di osservazione—osservazione di me stesso e dei miei compagni d’acqua.

Ogni persona con la sua personale odissea, con i suoi limiti e le sue resistenze. Il loro impegno funge da lezione per chiunque tenda a lamentarsi e rinunciare, come il sottoscritto.

E in questa continua odissea, tra palestra e piscina, mi sono ritrovato ora a dedicare cinque giorni a settimana all’esercizio fisico.

Me ne son accorto stamattina.

Ero felice ma anche consapevole che tenere questo ritmo sarà dura.

È un ritmo intenso, sì, ma la costanza sta erodendo le barriere tra me e una serie di benefici. C’è ora consapevolezza, disciplina personale, e una sorta di chiarezza mentale che va su ogni aspetto della mia vita, inclusa la mia professione creativa e, sí, anche quando sono DJ.

Ed è strano, perché con l’avanzare degli anni, l’attenzione alla cura del corpo e della mente diventa inevitabil. Dunque, ecco dove siamo: buone abitudini, cibo sano, passioni, discernimento e attività fisica. Non c’è più spazio per frivolezze, tranne forse per quei deliziosi sprechi di tempo e per i viaggi che rendono la vita degna di essere vissuta.