C’è sempre questa irresistibile necessità che trascina un viaggiatore come me verso Londra. Sì, proprio quella Londra, con il suo tessuto urbano complesso, dove la musica emerge da ogni angolo, inizia a circondarti in modo assolutamente unico. È una città che non si svela subito, ma piuttosto si insinua dentro di te, con la sua frenetica metropolitana, le sue vastità e il rombo costante del suo sistema di trasporto.

La prima volta a Londra

Ogni volta che mi trovo qui, sembra come se mi imbarcassi in un dialogo incessante con l’intero globo. Il mio primo approccio risale al lontano 1997, e ora, ripercorrendo le sue strade nel novembre del 2023, rifletto su quanto siano cambiati i miei occhi e come io stesso sia mutato nel corso degli anni. Ho perso il conto delle volte che ho varcato questa soglia, forse sette, forse otto, ma ogni ritorno è un affacciarsi al baratro dell’emozione, un’iniezione di energia vitale da ricambiare a questa città, che da sempre mi ha dato tanto.

Ma Londra, no, non è solo una metropoli come tante altre. Londra è diversa, è tanto, è troppo.

Londra è l’arte di immergersi nei suoi quartieri, di spingersi fra i mercati, come l’effervescente Borough Market, dove ogni assaggio di curry piccante o sushi delicato è un viaggio diretto nella cultura di provenienza. È passeggiare tra le bancarelle, ascoltare i venditori che esibiscono una varietà di accenti e le risate che si mescolano nell’atmosfera circostante.

Londra è un’assortita tavolozza di umanità, una fusione di culture e volti, ognuno con la propria storia e l’identità. Ogni viso, ogni risata, ogni conversazione racconta di una città che è molto più grande e complessa di quanto io potessi mai immaginare. Qui, senti il cuore del mondo pulsare incessantemente attorno a te, e in quei momenti, ogni strada di Londra diventa un’epica avventura in sé, una scoperta perpetua di nuove etnie e culture che coesistono e si intrecciano in una simbiosi straordinaria.

La musica a Londra

Sono un DJ: ho sempre setacciato questa metropoli alla ricerca di nuovi suoni. La maggior parte delle volte, quelle scoperte non hanno mai fatto il loro ingresso nelle mie serate, ma l’atto stesso di caccia, di fermarsi e immergersi nei negozi di dischi in vinile e CD, è stato sempre gratificante. La musica, elemento vitale di questa sinfonia urbana, funge da guida. Ne immergi i sensi, ne senti l’abbondanza, quasi l’eccesso, non solo nei negozi di dischi storici come Rough Trade East a Brick Lane, dove si possono scovare autentiche gemme nella mia collezione personale. Nei quartieri come Camden, la musica dal vivo è il ritmo stesso delle strade, con artisti che variano da punk a indie più moderni. E se ti sposti a Brixton, percepisci le radici reggae e i ritmi afrobeat che vibrano nell’aria.

Nelle strade di Londra, dove le ombre delle nuvole giocano con la luce sui marciapiedi, si rivela un connubio di solitudine e vita metropolitana intrecciato in un abbraccio liberatorio. E poi, c’è la metro. Sì, sto parlando di quel mezzo di trasporto. Adoro usarla anche solo per le esperienze che offre. È una sorta di arteria pulsante che mi connette a questa vasta città. Ogni viaggio è un’esperienza in sé, un momento di contemplazione. Mi piace osservare le persone intorno a me: chi legge, chi ascolta musica, chi si abbandona ai propri pensieri. In quei momenti di transito, sento un legame silenzioso con gli sconosciuti che condividono il mio viaggio, e immagino le loro storie, cercando di decifrarle attraverso lo sguardo.

Il mio alloggio a Notting Hill

Ho vissuto i giorni del mio soggiorno in un modesto hotel – classificato con 4,5 stelle su Booking – a Notting Hill. Costava 70 euro a notte, una somma che, considerando il quartiere, era un vero affare. La mia stanza era piccola, con rumori di scarico e voci che filtravano da ogni angolo. La tenda della finestra non si chiudeva completamente, e la doccia minacciava di allagare il bagno. Ma era calda e accogliente, un vero rifugio. Quando uscivo, specialmente di sera, i vividi colori delle case vittoriane si riflettevano nei miei occhi, come se ogni finestra e porta avessero una storia da raccontare. La sera si avanzava con una fretta quasi sorprendente per chi, come me, era abituato al ritmo più tranquillo del giorno. Le strade di Notting Hill si trasformavano in un’atmosfera quasi incantata mentre camminavo da solo, immerso in un paesaggio in continua evoluzione con il mutare delle stagioni. Le foglie autunnali, con la loro tavolozza di aranci, rossi e gialli, formavano un tappeto soffice e sussurrante sotto i miei passi, e le prime luci iniziavano a brillare, timidamente, nelle vetrine e lungo i marciapiedi. Era una poesia che si dipingeva in silenzio, riservata agli occhi di coloro che sanno guardare oltre la fine di una giornata, agli occhi di chi, come me, trova nella quiete della sera una fonte inesauribile di ispirazione e bellezza.

Girovagando per Londra

Ho visto e vissuto molte altre esperienze in questi giorni. Sono stato a Portobello Road, lasciandomi incantare dai piccoli negozi di antiquariato, dove ogni oggetto sembrava avere un’anima, una storia da raccontare. Una macchina fotografica, un disco, un braccialetto, una cornice, una vecchia edizione di un romanzo dimenticato… Qui, l’amore per le cose semplici si manifesta in ogni piccolo dettaglio. Alcuni oggetti appartengono a un’epoca che non ho vissuto, ma li sento parte di me.

Hyde Park è stato il mio rifugio, un’oasi di verde in mezzo alla frenesia urbana. Le passeggiate solitarie lungo i sentieri alberati mi hanno donato momenti di pace interiore. I suoni della città si affievolivano, lasciando spazio al canto degli uccelli e al sussurro delle foglie. Seduto vicino al Serpentine, osservavo le barche a vela danzare sull’acqua, riflettendo su quanto sia cruciale questo equilibrio tra natura e città, tra solitudine e caos urbano.

Poi ci sono stati Candem Town, con tutti i suoi nuovi spazi, i negozi forse oramai troppo banali e scontati per uno come me – anni fa mi emozionavo e ci lasciavo il portafogli! – , Shoreditch e Brick Lane.

Arte di strada, opere a cielo aperto realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo, colori e arte che si fondono con i contorni urbani.

Il bello nelle (e delle) cose semplici

L’amore per le cose semplici si è rivelato durante la spesa nei mercati di quartiere, i pasti nei piccoli pub nascosti, dove ho passato ore infinite tra una pinta di birra, un hamburger e una chiacchierata con il barista. Ho amato i caffè nascosti tra le strade dei quartieri, dove il tempo pare rallentare, e dove posso sedermi con un libro in mano, avvolto nell’atmosfera rilassata, e osservare il mondo che passa fuori.

Come potrei descriverti l’esperienza di scrivere in un caffè di quartiere mentre fuori piove? È un esercizio di introspezione, in cui ogni goccia che scorre lungo il vetro sembra accompagnare un pensiero, una parola, un’idea. In questo piccolo rifugio, il tempo si dilata, lasciando spazio alla creatività che fluttua al ritmo della pioggia. Qui, tra un sorso di tè caldo e l’osservazione dei passanti che ballano sotto gli ombrelli, le storie prendono vita quasi magicamente, ispirate dalla monotona melodia del cielo grigio londinese.

Metropoli e solitudini

Londra è un mosaico di esperienze, un luogo in cui ogni angolo nasconde qualcosa di speciale. La mia esigenza di solitudine, la consapevolezza di essere solo un minuscolo punto nell’infinità di questa gigantesca città, si mescola con il desiderio di essere parte di qualcosa di più grande, di immergermi nella vita frenetica di una metropoli. Londra, con i suoi contrasti e le sue sfumature, soddisfa queste mie necessità in un modo che non avrei mai immaginato.

Londra mi ha insegnato che, come scrisse Samuel Johnson, “quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita; perché a Londra c’è tutto ciò che la vita può offrire”.

Londra mi ha insegnato che, come scrisse Samuel Johnson, “quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita; perché a Londra c’è tutto ciò che la vita può offrire”. Questa frase è penetrata nella mia mente e ha permeato ogni mia scoperta.

Una gita a Whitstableri

Ho guardato la cartina e cercato il mare. Ho preso un treno per Whitstable, una tranquilla cittadina sul mare molto amata dai londinesi che, stanchi del trambusto della metropoli, sono soliti rifugiarsi qui per week-end all’insegna del silenzio, dell’aria fresca di mare e di piatti a base di pesce. Ho trovato un bar alla fine del mondo e ho camminato tra il mare in tempesta e la spiaggia di ciottoli. Sono tornato col retrogusto salato e con i profumi dei mari del nord.

Altra Londra da vedere

C’è ancora tanto di Londra che devo vedere. La sofisticata Mayfair, con le sue gallerie d’arte e ristoranti di alta cucina, il vivace South Bank con artisti di strada e spettacoli teatrali lungo il Tamigi, o il storico Greenwich, dove il tempo sembra essersi fermato tra mercati d’antiquariato e il meridiano che divide il mondo. Qui, c’è sempre qualcosa da fare: una passeggiata a Notting Hill per ammirare le case dai colori pastello, una visita al British Museum per una lezione di storia globale, o magari una serata in uno dei tanti teatri del West End, dove la magia di Shakespeare si intreccia con le moderne produzioni musicali. Ci tornerò anche e solo per non far nulla, fermarmi in un altro caffè dei tanti a Bayswater o Bricklane dove aspettare che l’orario di chiusura e nel mentre guardare, perdersi nei pensieri, immaginare.

Lasciati trascinare dalla curiosità e dallo spirito d’esplorazione. Londra ti attende con le sue storie, i suoi sapori e i suoi suoni. E se ti trovi a camminare per le sue strade,  ogni esperienza è una pagina. Se le mie parole hanno risvegliato in te il desiderio di scoprire Londra, condividi sempre con gli altri viaggiatori la tua storia, il tuo frammento di mondo ritrovato in questa incredibile città!