Tra qualche giorno partirò in Libano. Programmare un viaggio così in solitaria, diverso dalla solita e rilassante tappa europea, è un bel lavoro: ascoltare le persone che ci sono state, leggere le guide, controllare i percorsi, adeguarsi a quelle che sono le usanze di un paese molto diverso dal tuo, in un contesto culturale differente. E poi la registrazione sul sito della Farnesina e altre piccole ritualità di un viaggiatore dilettante.
Noti particolari interessanti che allargano ancora di più la tua curiosità e consapevolezza che il mondo sia tutto da scoprire. Dai semplici gesti delle persone a cui fare attenzione ai posti dove è sconsigliato andare per motivi di sicurezza, da come è consigliato spostarsi a come comportarsi fino a ciò che si può fotografare.
Non vi nascondo l’emozione di questi giorni, che supera forse un pizzico di paura in un momento storico certamente unico e particolare.
Il Medio Oriente, lacerato da guerre e conflitti (possono non pesare anche sulle nostre coscienze?), con la sua bellezza struggente, i suoi colori, profumi e paesaggi, mi ha sempre ispirato. Ora ho la prima possibilità, dopo l’assaggio di Istanbul, di vedere qualcosa.

Poco, ma quanto vorrei. Imparare e capire. 
Il resto sarà tutto da vivere con gli occhi di un bambino e la testa del viaggiatore mai stanco, rispettoso di tutto ciò che vedrò.