Oggi tra quartiere ebraico, mercato e terme abbiamo macinato luoghi e chilometri ma senza stress. Il bagno esterno con qualche grado sottozero e magari la neve che cade e il panorama della città serale resta sempre un’esperienza da fare qui a Budapest, anche se il caos e la gente non ti aiutano a godertela. 
La neve ora è diventata gelo e spira un vento che a confronto il nostro maestralino è il riscaldamento dell’auto. Brividi. 

Budapest, ultima notte. Vorrei accendere un fuoco in ogni posto dove mi fermo per riscaldarmi l’anima di una partenza. Cammino piano per non scivolare sulle lastre di ghiaccio, entro nella metro, Bajza Utca, il trenino giallo arriva con il classico vortice rumorose. E’ dall’altro lato, il mio poco dopo. Ingoia e vomita persone con la classica tristezza serale. Entro, allarme, chiudono le porte, riparte. La metro è uno stato dell’anima, una di quelle cose che ti godi nei viaggi. E anche stanotte la domanda è: anima mia, cara anima, dove ti perderai? Dietro quali sorrisi, ricordi. bicchieri, semafori, dolori e sguardi?

“amore su quel treno che è già ritorno”