Dicono che esistano mari belli e brutti.
Mari cristallini e paradisi e “altri” mari che non possono “competere”
Come se fosse una gara e chi vince può vantarsene in giro.
Il mare è sempre mare e non ascolta idiozie.
È paziente come le onde.
E in ogni colore e latitudine rappresenta un perenne punto d’arrivo, un grande fratello capace di sussurrarci al cuore
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Mari
Dicono che esistano mari belli e brutti.
Mari cristallini e paradisi e “altri” mari che non possono “competere”
Come se fosse una gara e chi vince può vantarsene in giro.
Il mare è sempre mare e non ascolta idiozie.
È paziente come le onde.
E in ogni colore e latitudine rappresenta un perenne punto d’arrivo, un grande fratello capace di sussurrarci al cuore.
Al calar del sole…
Il sole non ha ancora voglia di scendere sulla tavola color piombo del mar di Sardegna. Il ritmo reggae di un cantante giamaicano e un giro di batteria inonda gli avventori del baretto che si affaccia sulla spiaggia alla ricerca dell’ultimo raggio e del sorso giusto per allietare la sete. Un uomo abbronzato con una polo bianca con innesti viola specchia il litorale dai suoi RayBan sorseggiandoci un drink color arancio. Due bimbi scuri giocano con pazienza a scacchi mordendo panini imbottiti con mozzarella e pomodoro. C’è ancora qualcuno che sfida il mare e le alghe che rendono incerto il fondale, altri vanno via prendendo sulle spalle ingombranti bagagli. Intanto il mare, con le sue onde, a cicli di cinque sei secondi, fa sentire il suo rumore.
Lido-Oasi
Yo! vai con le cose da DJ Tixi
Dopo Barcellona, questo weekend sono a Cagliari😛
👊Sabato dalle 17 all’Oasi Cafè (Poetto)
La grande onda di Kanagawa
Ho messo molti anni per capire cosa potesse restare impresso sulla pelle, poi, quasi per caso, mi sono imbattuto in un quadro anni fa, poi in una mostra a Milano, poi in una serie di altre coincidenze e sono arrivato a lei, all’onda di Hokusai.
L’onda perchè come l’acqua è un movimento incessante, è cambiamento e agitazione. Perchè mi ritrovo sempre nel mare, un compagno di viaggio, amo il suo orizzonte ma mi impaurisce la sua profondità.
Le onde con il loro movimento perpetuo, cancellano e ripuliscono, purificano e dissolvono, rimuovono e rigenerano. Sono sempre in azione come la circolazione del sangue, come la linfa vitale, in antitesi con l’aridità e la condizione statica della morte, non solo fisica.
Le onde agitate, poi. simboleggiano vicissitudini, le illusione e la vanità della vita, ”il flusso di idee, movimenti e senzazioni” che non si ferma mai, giorno e notte. Poteva non essere una metafora di vita?
Ho letto poi che una grande onda simboleggia un grande peso, qualcosa che grava su noi stessi e ci tormenta. Più onde simboleggiano le vicissitudini e i tormenti che però riusciamo a tenere a bada e quindi diventano una forza, un significato positivo. Forti e piccoli, in un attimo alti e invincibili ma poi fragili. Così siamo.
”La grande onda di Kanagawa” dell’artista giapponese Katsushika Hokusai, ecco cosa ho deciso.
Aria di mare
L’aria di mare risolve intrecci e malanni, specie se è semplice e gentile come quella del Sulcis. Tra rumore di onde e vociare della gente penso a come sia strana la vita: credevo che questo periodo a Milano mi togliesse tempo e opportunità di farmi giornate al mare, seguire le passioni, godermi l’isola e viaggiare. Pensavo che avrei dovuto rinunciare a tante cose, inglobato nella realtà metropolitana e dai suoi orari stretti.
È come se quel poco tempo sia aumentato come per magia e io abbia trovato l’equilibrio giusto, pronto poi a rimetterlo in gioco. O forse sto diventando grande? Allora no, non voglio crescere
Signora Gina
Adoro questa Sardegna, quella semplice e cordiale della provincia, quella che non scimmiotta Milano o Barcellona, quella che incontri lasciando la città e provando a vedere cosa c’è fuori, senza paura di perdersi.
Spiaggia di Gonnesa, profondo Sulcis, quello che ferisce e ti affascina. Un pranzo con un’amica, ristorantino su un mare non proprio amico, domenica di giugno. Poi sbuca a fine pranzo proprio lei, la mitica signora Gina, la cuoca e proprietaria del Sapore di Mare, così si chiama il locale.
C’è tempo per chiacchierare e conoscere un’altra bella storia di amore e passione. Quella che ho sentito in ogni piatto oggi.
“Vivo qui, anche d’inverno, sto bene qui. È bellissimo. Mi piace cucinare cose semplici, vivo qui, i fornelli curano ogni male, sono rimasta vedova a 38 anni e mi sono fatto forza da sola, lo faccio qui dagli anni Settanta da quando abbiamo aperto.”
Grazie di cuore Gina e Sapore di Mare, abbiamo mangiato da dio!
Grazie signora Gina!
Adoro questa Sardegna, quella semplice e cordiale della provincia, quella che non scimmiotta Milano o Barcellona, quella che incontri lasciando la città e provando a vedere cosa c’è fuori, senza paura di perdersi.
Spiaggia di Gonnesa, profondo Sulcis, quello che ferisce e ti affascina. Un pranzo con un’amica, ristorantino su un mare non proprio amico, domenica di giugno. Poi sbuca a fine pranzo proprio lei, la mitica signora Gina, la cuoca e proprietaria del Sapore di Mare, così si chiama il locale.
C’è tempo per chiacchierare e conoscere un’altra bella storia di amore e passione. Quella che ho sentito in ogni piatto oggi.
“Vivo qui, anche d’inverno, sto bene qui. È bellissimo. Mi piace cucinare cose semplici, vivo qui, i fornelli curano ogni male, sono rimasta vedova a 38 anni e mi sono fatto forza da sola, lo faccio qui dagli anni Settanta da quando abbiamo aperto.”
Grazie di cuore Gina e Sapore di Mare, abbiamo mangiato da dio!
Profumi magici
Stilerei una classifica dei profumi magici. Tra questi ci sono i caminetti nei paesi, l’Elicriso della campagna sarda, i primi odori di cucina delle città straniere, il detersivo che usano nei bagni della Spagna, il gasolio delle navi Tirrenia, la salsedine di una spiaggia del nord europa e ancora tanto altro…
Il mare, è sempre mare
Ora ci vorrebbe il classico stato ma “il mare più bello lo abbiamo noi”, “ma che ne sanno a Rimini”, “ma che schifo…” e così l’onore è salvo e i big likes assicurati. E forse ancora mi fanno influencer. Oppurr mi picchieranno per quel che scrivo.
Cos’è per un sardo un altro mare?
Il mare per me è sempre mare. È un concetto più che un luogo fisico. Non esiste un mare bello e brutto. Ci sono mari oscuri che hanno ispirato poeti e scrittori più di una magnifica caletta.
E sinceramente se guardo oggi il mare (vedi questa foto), se non vi dicessi che fossi a Rimini tanti metterebbero più like e direbbero pure magnifico.
Un litorale perfettamente pulito, enorme, organizzato e a misura di turista la dice tutta su cosa sia da queste parti l’industria turistica (che non vuol dire che questo modo mi piaccia).
Se poi parliamo di mare e guadagno allora forse è meglio tacere. Riuscire a fare oro con un mare “brutto” e ridicolizzato e non farlo con un mare magnifico la dice tutta.
Io prendo appunti…