Posts tagged libri

Chilometri di strada, una festa da Dj e Murakami

Torno a casa dopo due giorni in giro per la Sardegna e ho il tempo di recuperarmi la consolle e andare a una bella festa di facce sorridenti. Sì, di quelle dove il ballo vien da sè come normale rito collettivo e liturgico.
Quando rientro, più o meno le tre, c’e Norwegian Wood che a far compagnia alla mia stanchezza accumulata.
Prometto di leggermi le ultime cinquanta pagine e prendo un grande respiro. Mi tuffo!
La scrittura di Murakami riesce a tenerti vivo fino a tardi.

Norwegian wood

Norwegian wood è un romanzo profondo e introspettivo. Un lungo flashback che ripercorre l’adolescenza del protagonista, Toru Watanabe che vive a Tokyo in un collegio universitario.
È andato via di casa per ricominciare una nuova vita, lontana da un passato ingombrante. Nella nuova città fa la conoscenza di personaggi bizzarri che gli apriranno nuove possibilità.
La sessualità viene trattata in modo piuttosto esplicito, coerente al contesto giapponese.
Eros e Thanatos, Amore e Morte. Scontro continuo. La morte è il filo conduttore,
collega tutti i personaggi e impregna la trama di toni malinconici.
A soli 17 anni il suo migliore amico si è tolto la vita. Toru prende così consapevolezza della morte, una consapevolezza che lo accompagna e che diventa il modo con cui trova l’amore.
Attraverso due ragazze: l’innocente Naoko, la tenerezza e la rinuncia, e la vivace e irriverente Midori.

La musica di Norwegian Wood

Non sei ma solo nella lettura: c’è sempre musica, con la presenza soprattutto dei Beatles e la lentezza ritmica della scrittura, le descrizioni accurate di Murakami che fa osservare da vicino le vite di tutti i personaggi.

Le domande di Murakami

Alla fine non ci sono certezze ma altre domande. Bisogna cogliere il tempo e saper scegliere.
“Cerca di pensare che la vita è una scatola di biscotti. […] Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. È quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti.“

Intelligenza emotiva di Daniel Goleman

Ho appena finito di leggere il libro di Goleman. Finalmente, dico, perché la prima volta avevo abbandonato le pagine dopo qualche minuto!

L’ho trovato uno strumento potentissimo per capire molte cose che sentiamo e viviamo, quando parliamo di controllo sulle nostre emozioni.

La parola intelligenza emotiva racconta una possibilità che non sfruttiamo: coltivare al meglio questa abilità, che non ha nulla a che vedere con l’intelligenza che conosciamo, per gestire le nostre emozioni in modo consapevole.

Le emozioni son importanti perché riguardano la nostra vita quotidiana. Esserne consapevoli è un vantaggio per gestire le nostre piccole e grandi crisi e scelte quotidiane

Come ho sempre pensato, e in periodo pandemico qualcuno mi ha pure deriso, i sentimenti contano tanto quanto il pensiero razionale, a volte anche di più. I sentimenti sono indispensabili nei processi decisionali: ci orientano nella (giusta) direzione, dove poi la pura logica si dimostrerà utilissima. Nei casi in cui le decisioni della vita si fanno complesse, gli insegnamenti emozionali che la vita stessa ci ha impartito inviano segnali che restringono il campo della decisione, facilitandola. In pratica, è come se avessimo (anzi abbiamo) due menti distinte: una razionale di consapevolezza e riflessione, e una emozionale, impulsiva e a volte illogica, ma molto potente, che esce fuori quando proviamo dei sentimenti. A noi spetta equilibrarle, senza permettere che l’una violenti l’altra. Di pura razionalità non si vive. E neanche di sole emozioni. Ma ci troviamo (ci siamo trovati) poveri di mente emozionale, consapevolezza, controllo di sentimenti negativi. Incapaci di conservare il nostro ottimismo, di avere perseveranza ed empatia e soprattutto avere attenzione e cura degli altri. E il lockdown ha fatto emergere tutta la nostra brutale incapacità.

Un consiglio? Non perdetevelo!

Il rientro

viaromaOrario continuato, San Sebastian ore 5,30: sveglia. Si riparte prima che il sole arrivi, The one di Elton John come sottofondo, fermandosi ancora sul lungomare ad ascoltare per l’ultima volta di questo viaggio l’oceano, in questo freddo micidiale che taglia il cuore e le luci della disco diventano quelle dei semafori. Speranza o illusione…la parola è sempre quella: ritornerò! Il tempo non aspetta. Read More

Tixi life (dalle Vele a teatro)

Quando finisco un libro è come un piccolo traguardo, qualcosa da festeggiare, specie se il genere è la narrativa: non scorre con facilità e viene più volte abbandonato e ripreso, con buona pace del filo della storia. Read More

Comodini che piangono…

libriLa verità? Mi vergogno. Il comodino piange. Ci sono tanti libri che aspettano di essere letti. Libri iniziati o comprati e non ancora letti. Mi stupisco quando sento amici e amiche che leggono libri in poco più di una settimana. Mi sento un dilettante, mi chiedo come facciano. Questo ritmo lo riesco a tenere solo quando viaggio e a seconda dei libri che ho tra le mani. Ci sono quelli in cui una frase tira l’altra. Altri invece mi annoiano e li lascio perdere dopo qualche capitolo.

Read More