Ho appena finito di leggere il libro di Goleman. Finalmente, dico, perché la prima volta avevo abbandonato le pagine dopo qualche minuto!

L’ho trovato uno strumento potentissimo per capire molte cose che sentiamo e viviamo, quando parliamo di controllo sulle nostre emozioni.

La parola intelligenza emotiva racconta una possibilità che non sfruttiamo: coltivare al meglio questa abilità, che non ha nulla a che vedere con l’intelligenza che conosciamo, per gestire le nostre emozioni in modo consapevole.

Le emozioni son importanti perché riguardano la nostra vita quotidiana. Esserne consapevoli è un vantaggio per gestire le nostre piccole e grandi crisi e scelte quotidiane

Come ho sempre pensato, e in periodo pandemico qualcuno mi ha pure deriso, i sentimenti contano tanto quanto il pensiero razionale, a volte anche di più. I sentimenti sono indispensabili nei processi decisionali: ci orientano nella (giusta) direzione, dove poi la pura logica si dimostrerà utilissima. Nei casi in cui le decisioni della vita si fanno complesse, gli insegnamenti emozionali che la vita stessa ci ha impartito inviano segnali che restringono il campo della decisione, facilitandola. In pratica, è come se avessimo (anzi abbiamo) due menti distinte: una razionale di consapevolezza e riflessione, e una emozionale, impulsiva e a volte illogica, ma molto potente, che esce fuori quando proviamo dei sentimenti. A noi spetta equilibrarle, senza permettere che l’una violenti l’altra. Di pura razionalità non si vive. E neanche di sole emozioni. Ma ci troviamo (ci siamo trovati) poveri di mente emozionale, consapevolezza, controllo di sentimenti negativi. Incapaci di conservare il nostro ottimismo, di avere perseveranza ed empatia e soprattutto avere attenzione e cura degli altri. E il lockdown ha fatto emergere tutta la nostra brutale incapacità.

Un consiglio? Non perdetevelo!