Posts tagged idee

In riva al mare

Ora sono di fronte al mare. Il cielo è nuvoloso come fosse ottobre. I ragazzi e le famiglie giocano spensierati. Il mare è una tavola liscia. L’aria è fresca e questo è un momento magico. Adoro il mare senza il sole, queste giornate incerte che non sai come si evolvano.

Nel pc c’è l’ultimo progetto editoriale, uno dei tanti su cui mi sbatto ogni giorno. Purtroppo il computer si è riavviato e ho perso il lavoro di un’ora. Maledico la mia disattenzione e provo a capire il perchè.

Ci sono sogni che posso raccontare che poi obiettivi su cui mi misuro ogni giorno.
Dopo vent’anni, mi auguro almeno altri vent’anni da DJ, poco importa se diranno – lo fanno già ora – che sono vecchio e passato o scarso. E poi che la mia piccola attività di comunicazione e ufficio stampa che ora è bella impegnativa si sviluppi ancora molto. Possa fare del bene per tante persone che puntano su di me, assumere buoni collaboratori e dare lavoro ad altri, specie nella mia Terra.
Restare sempre autonomo e indipendente, anche se significa restar “piccoli” in un mondo di squali.

La filosofia ci salva la vita

Giorni fa un amico, alla fine di una cena, mi ha detto sorridendo: «Ti seguo e leggo spesso quello che scrivi e le interviste che fai.
Mi spiace, anche se ti apprezzo, sei troppo filosofico, la vita è altro e con la filosofia non si guadagna».

Ho sorriso, convinto delle mie ragioni e ho risposto: «Altro che numeri, che son importanti, c’è tanto che abbiamo perduto e questo qualcosa non lo puoi rendicontare e cogliere subito».

Se questo paese pensasse, ragionasse, puntasse su cultura, arte e pensiero e istruzione, dalle scuole alla musica, lo sport come fattore educativo, passando per teatro e arte, senza dimenticare nemmeno i DJ, che sono portatori di altra cultura musicale, forse sarebbe davvero diverso.

Invece no, ci siamo imbruttiti, avvelenati, siamo diventati cinici e incapaci di cogliere la bellezza che ci circonda, di trovare comuni dominatori e punti d’incontro. Rabbia e disagio contro gli altri. Invidia e frustrazione per i vicini. E le conversazioni su facebook lo dimostrano.

Basta esser salmoni, e poi chissà…

4 maggio, un nuovo inizio

Lunedì 4 maggio, un nuovo inizio. La data di lento ritorno alla normalità dopo quasi due mesi di quarantena.

In questo periodo abbiamo pensato tanto, ci siamo annoiati, abbiamo rafforzato passioni e idee, abbiamo riorganizzato la vita ma abbiamo anche temuto il peggio, fermi dalle nostre attività lavorative e lontani dagli affetti. Purtroppo è stato un periodo difficile, pieno di dolore e tragedia.

Avevamo dato per scontate la libertà e la salute che mai avremmo immaginato di poterci trovare in questa situazione. La vita è cambiata da un giorno all’altro. Tre mesi fa vedevamo lontano il coronavirus, uno strano fenomeno che interessava solo la Cina. Oggi sappiamo che può mettere a rischio un’intera umanità e farci cambiare completamente le abitudini.

Sarà la stessa normalità?

Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma ci sarà chi cercherà quella normalità perduta e chi invece no. Saprà che ci sarà una nuova normalità e ha visto questo tempo sospeso come un’opportunità per resettare, ripartire, cambiare. Un nuovo inizio. Siam sicuri, poi, che quella normalità di stress, velocità, consumismo, competitività, ambizione, successo senza regole ci piacesse davvero? E che fosse così sana?

Benvenuto 4 maggio

Così, ripartiamo. Chissà come saremo. Non nascondo di essere emozionato ma di portare dentro il peso di quello che abbiamo fatto per tutte queste settimana.

Ho cercato di capire, migliorarmi e trovare nuove strade. Ho fatto tantissime dirette live con persone (ecco il mio canale YouTube), ascoltando storie e pensieri, ho scritto e fatto musica. Mi son fermato a riordinare le idee, ho letto qualche buon libro, imparato diverse cose nuove.
Ora è il tempo dell’attenzione, del rispetto per le regole e responsabilità massima. Siamo tutti parte di una comunità in cui il comportamento dei singoli fa la differenza. Usciremo e dovremo essere ancora più attenti.  Nulla è finito, nulla è passato e sentiamo ancora il peso delle vittime del coronavirus e il grandissimo lavoro di chi ci ha protetto, a partire dal personale sanitario.

Ci sono tre piccole idee per ripartire che volevo condividere con te:

1. Anticipa la giornata

Che sia mezz’ora o un’ora prima bisognerà ripartire in anticipo. Servirà per permetterti di avere più tempo a disposizione per qualcosa, per riuscire a fare di più, anche solo per meditare e respirare o riordinare le idee. Un tempo guadagnato, consigliato specie la mattina quando possiamo godere della freschezza e del silenzio. Provaci!

2. Scrivi la tua to do list

Cosa puoi fare durante la giornata? Ogni mattina oltre a fare un bilancio della giornata prima, provo a scrivere alcuni impegni. Qualcuno consiglia di scriverli anche la sera prima. Portali con te, nell’agenda, in un notes o nel cellulare. La todolist ti servirà come se fosse una bussola per orientarti e suggerire le priorità, senza dimenticare di lasciare del tempo per te. E non dimenticarti di scrivere il diario, come ti avevo suggerito tempo fa in questo articolo.

3. Elimina il superfluo

Quante cose sono inutili nella vita? Ce ne siamo accorti nella quarantena. Possiamo fare a meno di tanti oggetti, da riordinare, regalare o vendere (se possibile). Anche di collaborazioni, impegni, idee. Ancora possiamo rivedere i rapporti con le persone: forse questo periodo ci ha raccontato di quanto sia importante scegliere i giusti compagni di viaggio. Diminuisci, abbi meno scelte, segui la teoria del minimalismo (ecco cosa avevo scritto), tieni solo le cose e persone necessarie alla tua vita e alle tue passioni o che comunque ti arricchiscono. Scommetti che siano almeno la metà di quelle che hai ora?

Il 4 maggio è qui. Che sia un nuovo inizio, un’occasione per migliorare e riabbracciare le cose veramente importanti della vita! 

Stefano e Giancarlo e la loro MyLAN, rete e dati sempre con te!

Amici che fanno (cose interessanti), la mia rubrica periodica. Amici di lunga data, conosciuti in quel bel mondo fatato che si chiamava Liceo Scientifico Pacinotti di Cagliari, una scuola che ha ospitato generazioni di cagliaritani e non.

Come sempre succede anche le amicizie “fanno dei giri immensi e poi si ritornano”. Ah, no, quelli erano gli amori di Venditti, ma va bene lo stesso. Ci si conosce, si cresce, ci si perde di vista e poi, quasi per caso, ci si ritrova. Non solo tramite Facebook, come è accaduto a tanti.

Così scopro che Giancarlo Cherchi e Stefano Cau, ingegneri con varie skills, hanno aperto da anni una bella attività che si chiama YouAndTech. Così scopro che hanno viaggiato e fatto belle cose in giro in un campo interessante come l’innovazione. E allora, perché non intervistarli visto che stanno per partecipare al salone dell’innovazione Sinnova, in programma il 3 e 4 ottobre a Cagliari? Presto detto, ci siamo visti e abbiamo chiacchierato.

Giancarlo e Stefano, come nasce YouAndTech?

Dal desiderio di creare qualcosa di personale molto ambizioso, non la solita azienda tecnologica locale, ma un modo di vivere la tecnologia, un’azienda che vuole creare “la tua nuova tecnologia”. 

Mi ha incuriosito la scelta di un nome molto friendly, facile e simpatico. Che avvicina le persone alla tecnologia. Come mai? E quale filosofia si nasconde?

L’origine del nome è un po’ bizzarra! Nasce infatti dal delirio onirico del nostro CTO che, in preda a un’influenza, si svegliò con le tre parole magiche in mente. Colpito dall’accostamento delle parole “You”, “and” e “tech”, che lasciavano intendere una relazione tra l’uomo e la macchina, tra le persone e la tecnologia, decise subito di acquistare il dominio internet e, da quel momento in poi, tutto ha iniziato a prendere forma. La forma che avevamo da sempre immaginato.

C’è sicuramente una filosofia dietro al nome e all’azienda. L’idea è di diventare un punto di riferimento che renda accessibile a tutti la tecnologia, intesa come mezzo che alimenta il progresso dell’umanità. Il logotipo racchiude tutti i tre elementi: la persona che avverte un bisogno, la lampadina che accende l’idea e una soluzione tecnologica che si fonde con la persona, in modo da creare un tutt’uno con la tecnologia.

A questo punto, la domanda nasce spontanea e ci serve per capire meglio. Di cosa vi occupate in particolare?

Ci occupiamo di tecnologia a trecentosessanta gradi, ma in particolare la decliniamo in alcune aree principali: software hardware e firmware, impianti reti e sistemi di telecomunicazioni, networking e security, passando per la didattica e formazione, gestione e organizzazione aziendale, e intelligenza artificiale. I nostri servizi principali sono consulenza, progettazione e formazione tecnologica.

Specie per noi adulti, quanto è difficile star dietro alle innovazioni oggi e soprattutto trasmetterle alle persone?

Sicuramente non è semplice, ma per noi diventa naturale grazie alla ricetta per star dietro alle innovazioni: la passione. Mettere la giusta passione in ciò che si fa, ti dà una grande carica che poi si riesce a trasmettere in modo molto naturale alle persone. 

Esperienze concrete da raccontare. Ci sono progetti che vi hanno particolarmente “emozionato”? Problemi risolti con efficacia? 

Cerchiamo di emozionarci sempre, perché è importante trasmettere agli utenti l’emozione dei nostri prodotti. In particolare però ci ha emozionato MyLAN, un nostro prodotto che vogliamo lasci un segno tangibile e che abbiamo realizzato prima di tutto per soddisfare le nostre esigenze.

Sarete a Sinnova2019 con YTMyLAN, ci spiegate intanto come mai avete deciso di partecipare?

Parteciperemo al Salone perché è da tempo che il nostro CEO assilla tutti in azienda, in particolare il nostro CTO, con l’idea di condividere le nostre soluzioni tecnologiche innovative in un contesto che ci permetta di esprimere al meglio i nostri valori e le nostre capacità: quale miglior modo, dunque, se non quello di impegnarsi nella più importante manifestazione del territorio? Vogliamo raccontarci e raccontare la nostra Visione della tecnologia e magari il nostro CTO si sentirà un po’ meno assillato!

A questo punto mi dovete dire cosa sia questo YTMyLAN. Ci ho messo anche del tempo a capire come si pronuncia bene… Uaitimylan, giusto?

Esatto! MyLAN è una tecnologia innovativa che permette di avere sempre con noi in modo semplice e sicuro la nostra rete e i nostri dati. Ci permette di accedere da ovunque ci troviamo a tutti i dispositivi nella nostra rete: PC stampanti, telecamere, smart TV, NAS, tanto per citare i più comuni. Così possiamo avere sempre con noi in modo ultra sicuro i nostri dati e di poterli condividere soltanto in nostra presenza. Grazie a un piccolo tag delle dimensioni di una moneta da due euro, il dispositivo potrà accertarsi della nostra presenza e impedire l’accesso non autorizzato. Se perdiamo o dimentichiamo il dispositivo, nessuno potrà accedere ai nostri dati e se ci prova saranno immediatamente cancellati in modo irrecuperabile.

Quali problemi, alla fine, risolverà MYLAN? Perché poi è questo che la gente vuol sapere!

Pensiamo che aiuterà a risolvere diversi problemi. Prima di tutto avere con sé il proprio ufficio e i propri dati, senza essere fisicamente sul posto, ma da qualsiasi parte del mondo (per ora) e magari dell’universo nel prossimo futuro. Basta una connessione internet e la voglia di girare il mondo e lavorare. Inoltre, ci permette di avere i nostri dati al sicuro e condividerli temporaneamente solo in nostra presenza, senza dover inviare documenti dal contenuto riservato che possono uscire presto  al di fuori del nostro controllo.

Andiamo avanti, spoileriamo! Progetti per i prossimi mesi?

Ci sono un po’ di cose in cantiere. L’innovazione tecnologica non ti permette di rilassarti troppo! Sicuramente proseguiremo con la reingegnerizzazione di YTMyLAN usando hardware dell’ultima generazione, in modo da essere ancora più pratico e performante. Poi continueremo a portare avanti un altro progetto che sarà svelato prossimamente, quindi continuate a seguirci!

Com’è una vostra giornata tipo? Quanto tempo dedicate alla formazione, aspetto cruciale in un mondo così veloce e competitivo?

Difficile descrivere una giornata tipo, anche perché abbiamo una concezione del lavoro diversa dal convenzionale. Non ci piace il concetto di ufficio dalle 8 alle 18. Anzi, non ci piace proprio l’ufficio fisso! Il nostro ufficio è dinamico, può essere all’aperto, da un cliente, in uno scantinato, in hotel. Quello che conta sono le idee e soprattutto realizzarle. In effetti anche MyLAN nasce da una nostra esigenza: avere sempre l’ufficio con noi anche quando non ci siamo fisicamente. Poi aggiungiamo che il lavoro deve essere soprattutto divertimento. Divertirsi mentre si fa il proprio lavoro è un’altra componente fondamentale per il successo di un’azienda.

Perché spesso la tecnologia viene vista come un rischio e come un modo per demansionare le persone fino a mandarle a casa?

Uno dei principali rischi è legato al fatto che la tecnologia tende a favorire l’allontanamento dal mondo reale in favore di un mondo virtuale, una sorta di “quinta dimensione”. Inoltre, la tecnologia può creare eccessiva dipendenza e comportare rischi concreti, come l’essere vittima di maleintenzionati o sfruttare le tecnologie per commettere illeciti o reati veri e propri. Per questo motivo, fare tecnologia al giorno d’oggi richiede particolare riguardo alle problematiche della sicurezza e della privacy delle persone.

Dove ci porterà la tecnologia? Quali sono le possibili novità che vedremo nei prossimi 5-10 anni?

Ci porterà sempre più lontano e le novità che ci aspettano sono tantissime. Basta solo pronunciare alcune parole come IoT (Internet of Things), cybersecurity, blockchain, artificial intelligence, big data. Ne vedremo delle belle! E noi cercheremo di stare sempre sul pezzo dando il nostro contributo.

…E Stefano e Giancarlo dove saranno tra 5 e 10 anni?

E’ sempre difficile prevedere il futuro, soprattutto nel mondo della tecnologia, dove domani è già molto diverso da oggi. Usando la fantasia, potremmo essere su una barca tecnologica, sulla luna, su un angolo remoto della galassia o anche nella nostra terra, magari in una sede non convenzionale o futuristica! Ma, a prescindere da luogo, una cosa è certa: saremo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, utile, che possa essere di aiuto a noi e alle future generazioni.

Ci vediamo a Sinnova e, se volete sapere qualcosa di più, visitate www.youandtech.it! 

Consigli inutili di lavoro per giovani

Un giovane che volesse lavorare a buoni livelli, oltre a un titolo di studio (almeno una laurea che permette l’accesso a tanti posti), dovrebbe avere:

– capacità di usare i principali applicativi (applica..che?)
– avere una email che non sia tamarro85@hotsex.it
– un profilo facebook credibile (ok, non siete dei santi ma stateci attenti)
– curare il personal branding ma senza scrivere bugie (se vesti da Bershka non dire che sei fashion blogger, se sei uno schiavo non scrivere manager)
– un profilo linkedin (linke…cosa?)
– un cv aggiornato (cosa?)
– gestire lo stress (e ma se mi provocano io poi parto in quarta!)
– essere reattivo, propositivo e costante
– sapersi comportare e relazionare (non sei con gli amici al bar)
– non lamentarsi senza motivo, specie su fb
– essere serio, affidabile e decoroso (non è che d’estate non lavori o ti presenti in ufficio scalzo!)
– aver attenzione per il proprio posto di lavoro (cura!)
– saper scrivere in lingua italiana (pensi di saperlo fare?)
– conoscere almeno l’inglese (e non solo per scrivere vado al closing party)
– essere aggiornato sul mondo e curioso (certo che se condividi bufale…)
– esser pronto a viaggiare e cambiare lavoro o impiego se necessario
– costruire un modo per essere indispensabile
– pensare da leader ma sporcarsi le mani (non è complicato)

È vero che attraversiamo una crisi lavorativa senza precedenti ma è vero pure che tanti sottovalutano competenze base che sembrano quasi ridicole ma che molti non hanno, preferendo prendersela solo col “sistema”.

Per consigli, chiedete!

Solidali

Una cosa che ho notato di Milano è che sto sentendo persone che avevo perso e conoscendo altre. Mi contattano, mi danno consigli, mi incoraggiano, rendono questa nuova esperienza metropolitana più facile. 

In loro ho visto la parola comprensione: si son rivisti in me, nelle nuove sfide. Anche loro hanno vissuto ansie, ritmi, delusioni e slanci. 

Spesso penso che tra viaggiatori viaggianti (categoria diversa dai turisti) o semplici sardi in trasferta ci sia una solidarietà che manca in terra. 

Io l’ho sempre sentita ed è stato bellissimo.

Insoddisfazion

Insoddisfazione capitolo secondo. Eccomi qui nel più classico periodo di insoddisfazione e vuoto creativo, di astinenza da viaggi. Allora provo a stimolare la mente in ogni modo, a solleticare l’istinto per produrre. Lascio lo stadio e provo a girovagare per domenica. Guido e mi coccolo con la radio. Taglio capelli, giro per lo shopping, sorrido e parlo con cortesia con chiunque abbia un contatto con me, ascolto la musica che proviene dai negozi, mangio qualcosa. Si dice che questi periodi siano i cosiddetti cambi di pelle da cui nasce sempre qualcosa di nuovo e imprevedibile. Poi mi ricordo di questo manifesto e capisco che devo percorrere strade nuove e liberarmi delle regole.

Idee originali e geni incompresi

Per la mia professione partecipo spesso ad incontri e seguo con attenzione i dibattiti e le riflessioni che scaturiscono. Ultimamente si parla molto spesso di creatività, innovazione, digitale e idee. Idee, che parola interessante.

Stamattina sono stato all’incontro sulle azioni dell’Agenda digitale in Sardegna. Sono stati invitati i ragazzi di un istituto di Oristano il cui corso di studi è incentrato sull’informatica.

Dopo gli interventi dei relatori, il conduttore stimola il dibattito e chiede ai ragazzi presenti: “Scrivete le vostre idee su un post-it, tutto ciò che pensate legato ai temi dell’innovazione”. Risposta di uno studente: “Se le scrivo, poi me le rubano”. Si apre la discussione. Con interessanti risvolti.

Poi penso: quanti di questi ragionamenti sentiamo? Il vicinato, la gelosia, eccetera. Ecco che ho voglia di scrivere qualcosina.

Premesso che il furto d’idee purtroppo è diffuso, l’etica e il rispetto sono carta straccia, figuriamoci la promessa verbale e la mano stretta, siamo sicuri che questo modo di pensare sia giusto? Che poi alla fine esista davvero un furto d’idee?
Siamo circondati, specie in Sardegna, da gente con idee originalissime. Creativi non ascoltati, geni incompresi dotati di idee talmente originali e innovative che si tengono gelosamente nascoste e poi muoiono con loro. Poi succede che qualcuno le realizzi prima di loro, e si lamentino. Gli accozzati! I copioni! Ma loro, che avevano mai fatto?

Ricordo un bellissimo ragionamento di Maurizio Goetz che lo sottolinea spesso nei suoi incontri con Andrea Rossi: tante lampadine, quante restano accese dopo un po’ di tempo?

Conta chi fa, non solo chi pensa. Di gente che lancia idee siamo pieni fino alla nausea, di geni incompresi e lamentosi pure. Ma anche di copiature e di fine-idee vendute come originali solo perchè hanno un nome in inglese, una grafica e due foto.
Di gente che fa, investe, innova, forse un po’ meno.