Una domenica come tante, dopo un sabato movimentato.
Mi concedo un po’ di relax. Risveglio, accendo facebook, scrivo qualcosa, controllo la posta e poi esco a fare colazione. L’immancabile automobilista con l’impianto a tutto volume che spara reggaeton è un classico.
Doccia e mi alzo. Obiettivo, dicevo, colazione. Perché non farla in casa? Perché questa tradizione ti obbliga a uscire e quindi ha evitare di fare i bradipi tra le proprie quatto mura. La domenica il rischio è forte. Ti obbliga a prendere la bici e a raccontare una passeggiata tra le rovine e le miserie di San Michele, alla ricerca del primo bar (possibilmente malfamato o comunque non di classe) disponibile.

Attraversi il quartiere con una tranquillità unica e ti godi tutto il tuo tragitto in bicicletta. Le doppie file, il mercato della piazza, i motorini che impennano, il caos e gli arrotini sono rimandati a lunedì. La domenica tutto si ferma come per incanto e nell’aria c’è solo profumo di carne arrosto e pasta al forno, con annesso rumore di piatti. La gente è chiusa dentro le case, guarda la partita del Cagliari. Anche al bar, si ascolta la radiocronaca di Vittorio Sanna: qui non c’è Sky, sembra essere tornati indietro, ai tempi di Bruno Corda. Quanti pomeriggi alla radio per sentire quella voce, quel collegamento e ricordarsi a memoria gli spot: formaggi ovini sardi, la moto ce l’hai, Mario Casula Valeri, Neon Europa.
Conquisto una delle ultime paste a disposizione. Cornetto con nutella, insieme a cappuccino e mezza naturale. Classico. La barista cerca di disegnare un qualcosa con il caffè. Apprezzo il gesto. Gli avventori hanno tutti una birra in mano: a quest’ora per me sarebbe impossibile solo concepirla. Eppure ricordo quando nelle gloriose trasferte sconvolts sulle sporche navi Tirrenia, tra posti ponte e traversate infinite, sporchi dalla notte prima, si faceva colazione con la bionda sardegna.

Consumo e vado via, tempo di vedere che tutta l’attenzione pende sempre e solo sulle parole del commentatore di radiolina, il bravo Vittorio Sanna, che documenta con dovizia di particolari le gesta dei rossoblù.
La mia bici è legata al palo. Un tipo, all’uscita, birra in mano, mi dice che non c’era bisogno di legarla. Io sorrido e attacco bottone: “me ne hanno rubata una tempo fa”. Lui fa i complimenti per la mia due ruote, io minimizzo dicendo che era in offerta a città mercato, nulla di speciale. Qualche minuto di battute sulla crisi, sui tempi, e riprendo il mio cammino. Nei nostri quartieri chiacchierare è un attimo: c’è sempre un argomento a disposizione.

Slego e parto. Il senso civico a San Michele è un’espressione…. senza senso: cacche nei marciapiedi e rifiuti random. Passo a prendere il pollo in via Mandrolisai. Entro nella rosticceria e chiedo uno di quelli in vetrina. Mi servono subito. Ascolto un padre che analizza minuziosamente la gara del figlio, credo sia un giocatore del Cagliari2000 che disputa le sue partite. “hai fatto un gesto inconsulto” afferro solo questa frase. La prestazione forse non è stata all’altezza e i genitori, si sa, sono dei mister aggiunti.

Tempo perfetto, nuvoloso ma clima gradevole. La domenica, giorno di riposo, riassestamento e riorganizzazione. Devo finire il mio ultimo mix (chiamatelo cd, megamix, invernixi, compilation) per poi metterlo a disposizione di chi abbia piacere di scaricarlo e ascoltare la mia musica. Ho voglia di fare mille cose, ma ne faccio sempre un dieci per cento.

Almeno a scrivere ci riesco. Così non dite che non vi penso mai e che non scrivo mai nulla.

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