Se dovessi raccontare questo sabato mi basterebbero le parole di Chiara, una delle organizzatrici del maestoso flashmob di piazza del Carmine, in un post su facebook, parole che descrivono più di altro quel che è successo.
“Questa serata per me e Marco è stata una serata davvero importante; Personalmemnte è stato il nostro saluto alla nostra città che ci ha veduto crescere, prima di andare via per le nostre strade, e ci tenevamo davvero tanto che fosse un bel saluto. L’idea di tutto questo è nata un po’ per gioco e non ci aspettavamo mica che potesse diventare qualcosa di così…enorme! Abbiamo fatto tutto il possibile per stare in regola con il gioco, per far si che tutto potesse svolgersi senza problemi, con i mezzi che possono avere due ragazzi appena usciti dal liceo. Fra le varie critiche costruttive o negative, c’è stato detto che questo non fosse un flash mob. A ciò rispondo che è stata un’esplosione nel vero senso della parola, in poco tempo, partendo dalle regole basilari su come svolgere un flash mob, vi è stata una tale adesione all’evento che è diventata più grande della nostra gestibilità trasformandosi si, praticamente in una discoteca all’aperto più che un fugace flash mob (forse un po’ come è successo a palermo, non so poi a roma!)
(…) Che questo sia stato un flash mob o che questo non lo sia stato, sinceramente almeno per me non ha una vera e propria importanza. Quello che ha avuto importanza è stato vedere, soprattutto nei giorni di prova della coreografia, quante persone sono volute venire per divertirsi e sfruttare un’occasione per stare tutti quanti assieme fra sconosciuti e non, e ballare (o tentare 🙂 ) spensierati almeno per tre minuti, liberi da qualsiasi vincolo o causa, solo per il gusto di dire almeno un momento “si, ci siamo divertiti!”; E ci sono state davvero tante persone così in questi giorni e anche oggi, tante persone che hanno sorriso per questo evento e ci hanno regalato la soddisfazione più bella possibile, quella di aver potuto far qualcosa di diverso per far divertire tutti, o quasi, in un modo o nell’altro. Le critiche ci sono e ci saranno sempre come per qualsiasi cosa al mondo, ma noi siamo felici di questa giornata, siamo davvero molto felici perché flash o non flash, ci siamo divertiti.
Ed è questo che volevamo per salutare la nostra città.
Grazie davvero a tutti ragazzi, di cuore! :)”
Parole di chi – un’altra persona, come tante – lascia la nostra città per andare a inseguire il sogno e il futuro. Energie che fuggono. Perché Cagliari distrugge le ambizioni di tanti, perché Cagliari sbarra la strada alle speranze. Perché, diceva il padre di un mio amico, qui “non conta se e cosa conosci, ma chi conosci”. Perché se non hai contatti, un nome, un qualcosa avviato dai tuoi e tanti soldi, non vai da nessuna parte. Sei uno dei tanti, non conti nulla. E le critiche di oggi per questa piccola impresa lo hanno dimostrato: le gelosie sono sempre presenti. Molti hanno sottavalutato gli esiti (un successo oltre le aspettative) altrimenti sono convinto che avrebbero fatto di tutto per non boicottarla. Perché l’ideale qui non è sostenere chi fa, ma mettere i bastoni tra le ruote.
Gelosie dei vecchi che non sono mai stati giovani e (perfino) di giovani (quelli davvero i più vergognosi) che sono già vecchi e non se ne accorgono. Che dire, allora, dei vigili, che dopo il “bis” della canzone Gangnam style chiesto a gran voce dal pubblico, si parla di 3 minuti e qualcosa, si sono avvicinati minacciosi alla consolle e hanno intimato al “service” di abbassare il volume, perché era scaduta da qualche minuto (!!!) l’autorizzazione comunale? Una solerzia mai vista, ma che puntuale è stata messa in pratica quando di mezzo c’erano ragazzi, in una festa che – tra l’altro – non ha prodotto nessun problema di ordine pubblico, malgrado le migliaia di adolescenti festanti. Ma vuoi vedere che il solito partito degli accallonados tra poco proporrà pure il reato di adunata sediziosa per i flashmob e per troppo divertimento?
Un sabato movimentato. Qualche ora dopo, qualche chilometro più lontano, alla Fiera, si svolgeva la seconda giornata dell’Oktoberfest, tradizionale festa della birra organizzata dai circoli tedeschi in città e dalla base Nato. Un evento che si ripete come ogni anno, un gemellaggio tra sardi e tedeschi gustoso e divertente che dimostra la perfetta organizzazione teutonica, roba da cui imparare.
Tanto alcool che scorre, ma file ordinate, security onnipresente, tavole in condivisione e nessun problema. I problemi però sono al parcheggio di piazza Marco Polo dove girano gli immancabili figuri che in cambio di una “libera offerta” con tono minaccioso ti permettono di parcheggiare. Parcheggio libero s’intende, ma loro sono abusivi, e spuntano come sempre nelle manifestazioni fieristiche.
Per evitare problemi pago l’obolo, un euro, anche perchéè la zona dove parcheggio è tutto fuorché illuminata. Non me la sento di fare altrimenti. Quasi all’ingresso vedo i vigili e, curiosamente (anche per sentire cosa dicono), spiego il fatto. E loro, che già sanno, dicono che sono un “omertoso” dal momento che ho pagato e mi sono sottoposto a un ricatto e che, se proprio voglio fare qualcosa di utile, dovrei andare a segnalare quei figuri. Della serie, esponiti, fatti vedere e indicami il criminale. Roba da pazzi. Allargano le braccia come sempre. Atteggiamento remissivo: “Eh…..Che ci volete fare?” dicono. Mi metto a ridere e lascio perdere, tanto è assurdo il discorso. Non voglio rovinarmi una serata bellissima, come sarà.
La gente si lamenta di Cagliari e della Sardegna? Ecco due esempi di come l’entusiasmo e la voglia di fare non serve a niente. Qui è far west: i potenti se la prendono con i deboli e i deboli soccombono ancora con i potenti. E per deboli intendiamo la gente comune, quelli come noi. Perché di fronte alle ingiustizie piccole o grandi da sempre si allargano le braccia: però il flashmob, ragazzini che ballano è un problema di ordine pubblico, un disturbo, mentre chi ti minaccia alla luce del sole (anzi, dei lampioni) è la normalità. Ora nel mio ragionamento sono capitati i vigili, e ne conosco tantissimi bravi e non ho dubbi della loro professionalità e delle difficoltà, ma potevano essere altre persone, altre figure, altre professioni.
Chiara e Marco, grazie per il flashmob! Penso abbiate regalato un bel pomeriggio a tanti. Sappiamo benissimo che tutta questa energia e passione che avete dato vi aprirà mille strade per il futuro perché il primo segnale che avete offerto è questo: si possono fare tante cose perché si ha il gusto di farlo. Senza aver un ritorno economico, nonostante un popolo di capre che non aspetta altro che l’errore per giudicare. Se lo mettano in testa i calcolatori e i ragionieri, quelli che si muovono sempre per l’utile ritorno.
In bocca al lupo, quindi. E a tanti giovani che sono in dubbio su restare a Cagliari o partire a studiare e lavorare fuori dico una cosa, con un po’ di tristezza, sia chiaro, altrimenti dicono (come sempre) che sono un disfattista: fuggite, andate, cercate nuove strade. Se potete, non mettetevi troppi scrupoli. Fregatevene di chi dice “ma Cagliari è Cagliari”.
Non perdete gli anni migliori della vostra vita in una città che, tranne in pochi casi, non permetterà mai di realizzarvi.