Fa freddo ed è arrivata l’ora legale. Insomma, è iniziato l’inverno. Ora cominceranno a ricordarci che Natale è imminente, bisogna spendere e comprare i regali, dobbiamo (non dimenticatelo) esser più buoni.
Ma prima, permettetecelo, Halloween: mille eventi e serate (anche in un mobilificio, al grido di “dolcetto e divano letto?”). Pochi che si travestiranno. Travestirsi è out, mette di fronte al giudizio altrui (oddio), mettersi due corna è invece una soluzione. I sapienti organizzatori cagliaritani hanno cominciato l’attacco virale su Facebook: tentano di convincere tutti a venire mascherati. Di questi tempi, in cui la gente è stufa di tutto, è meglio che i clienti vengano e basta alle serate. Poco importa della festa a tema, sinceramente. Infatti, se si esclude qualche eccezione, Halloween è una festa solo sulla carta.

Io il 31 ne farò due: sarò in prima serata, per i più giovani, al Charlie e dall’una in poi al Jko.

Molti si son chiesti: ma uno come te, che fa il dj, quando non sta in consolle, dove va? Un po’ come le paperelle del laghetto che quando d’inverno si ghiaccia, spariscono.
Tixi non ama i luoghi affollati, alla moda, con rumore e casino.
Non vado praticamente mai a serate altrui: non mi interessano. Il ciondolare con un drink e il sorriso impostato da ospite non mi hanno mai attratto. Fuggo dalla pazza folla, cerco posti tranquilli e vivibili per godermi un’uscita senza stress. Scelgo luoghi dove la gente mi sorride e mi tratta bene. Quando li trovo, è come se scoprissi un piccolo rifugio.

Stanno cambiando le mode o forse son già cambiate e io al solito me ne son accorto in ritardo: si esce meno di sabato, si sfruttano gli altri giorni. E così riacquista valore la settimana e la domenica. Domenica che è anche il giorno in cui blocco tutte le attività e riordino: pensieri, fogli, oggetti. Cerco di smaltire il più possibile, di liberarmi dei pesi in eccedenza, quasi non sopporti più tenere una zavorra fatta di vecchi oggetti e capi d’abbigliamento. Tanto ne uso e mi stanno bene pochi.

Stamattina rimettevo in ordine cd e vinili e frugando tra tanti vecchi titoli divisi tra scaffali, contenitori e valigie ho guardato sorridente tanti singoli che pensavo, quando li ho ascoltati in negozio o su Web, potessero diventare tormentoni. Si sono dimostrati delle ciofeche!

Il dj deve ogni tanto rischiare e proporre musica nuova alle serate, ma non sempre va bene. Ci sono dischi che azzecchi e altri che vengono comprati e proposti una sola volta e poi ti vergogni quasi di averli scelti. Ti chiedi come hai potuto sbagliare, quando li ascolti per la terza volta…. Ora sono solamente dei contenitori di cui disfarsi, musica che non avrà mai futuro.

E poi scrivo, scrivo tanto. Il silenzio della città è ispirante in una giornata così. Scrivo per me e per gli altri: fondamentalmente non ho interesse che mi leggano in pochi o tanti, che condividano o meno le cose che scrivo o come mi possano etichettare. Non è quello l’obiettivo. Non devo convincere nessuno che le mie idee siano giuste o sbagliate, migliori o peggiori di altre. Che le mie parole valgano più di altre. Questi dibattiti li lascio a chi ha voglia di cercare la ragione e il torto….quanti!

Le parole spesso sono dure e pesanti. Altre volte, come ora, scorrono con facilità, diventano stati, pensieri, note, come un mare o come un piccolo torrente che scende a valle con impeto. Nessuno può interromperle.
Scrivere è un atto di libertà, di poesia e di coraggio. Scrivere (o coltivare qualsiasi passione “eretica” non ti regala pacche sulle spalle e complimenti, posti sicuri e soldi, ma critiche e ironie. Oggi come oggi avere un blog significa essere liberi di diffondere le proprie idee. Il tuo padrone, il tuo editore, sei sempre tu. La nuova informazione e le idee passano sul web, fuori dai canali tradizionali.

Ogni mio pensiero ha un suo perché, ogni riflessione pure: è come una bottiglia con un messaggio lanciata da un molo, che vaga per l’immensità del mare in tempesta.
Non bisogna aver paura delle emozioni, dei giudizi, di essere spesso “contro” e di affermare le proprie idee. Ironia e dolore, seriosità e comicità, sacralità ed eresia, si mescolano con straordinaria semplicità. Guai a tagliare la propria creatività!

Fuori infuria la bufera: vento e forse pioggia. Tengo accesa la tv, mi fa compagnìa in questi ultimi scampoli di domenica.

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