Il diritto alla critica è sacrosanto e lo esercitano anche persone che in realtà parlano di cose che nemmeno conoscono.

Su facebook la democrazia ha fatto passi da gigante permettendo davvero a tutti di esprimere un parere, una riflessione, spesso anche un insulto in manieri velata o meno. Ha messo insieme il colto e l’ignorante, chi ha studiato con chi passa il tempo a bersi infiniti caffè, l’esperto e il dilettante, il ricco col povero. Tutti partecipano ai dibattiti, tutti dicono tutto su tutto e spesso non si capisce più davvero chi ne sappia o chi no e se le cose scritte o dette siano vere o meno.

Sono gli stati, dove in due parole si può pontificare, sparare a zero su questo e quello, creare curiosità o stimolare il dibattito, insultare chiunque, senza nessun filtro e controllo. Hai scritto una cazzata? Nessuno risponde.

Ma ci sono stati e stati. Come i profili, dove chiunque scrive qualsiasi cosa, millantando. Allora gli strimpellatori diventano artisti, i ragazzini che mettono due dischi a casa “noti dj”, chi ha usato la chitarra una notte d’estate alla stregua di Jim Morrison, i bigliettai organizzatori, i prevenditari direttori artistici e così via. E gli allocchi ci credono pure.

Ma ci sta…per quanto io credo che nessuno debba presentarsi come ciò che non è, che ognuno debba essere contento del suo, non togliamo il diritto a nessuno di sentirsi qualcuno e di cercare di ostentarlo alla gente per crearsi una posizione.

I farlocchi, così come le patacche che si comprano a Napoli, quando ti vendono i cellulari ma in realtà sono mattoncini, prima o poi si svelano. Basta attendere. Così come per la politica: mi chiedo dove siano i tanti affezionati alla politica che si leggevano qui su facebook durante le elezioni comunali. Tutti innamorati di Cagliari e oggi, senza la sedia sotto, tutti in vacanza.

Poi ci sono anche quelli che rovistano i profili, le attività,  gli stati altrui per attaccar briga dal proprio profilo. Ebbene sì, ne ho visto qualcuno (amici, o forse questo termine è abusato, ahimè) e con un po’ di amarezza.

Quando il diritto alla critica è espresso da un ignorante, che non ha fatto nulla o non fa nulla e che usa la sua rabbia a scrivere e attaccare invece che imparare qualcosa e investire su se stesso può anche passare e la si guarda con un sorriso di compassione.

È ignorante e ignorante resta. Quando però la esercita chi ha avuto favori o è stato sostenuto in tempi non sospetti, beh… un po’ di ipocrisia c’è….non credete?

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