granadaMalgrado abbia macinato decine di chilometri sono ancora entusiasta per questa giornata! Cominciata presto: sveglia, doccia e colazione, con il solito rituale. Finalmente ammiro Granada alla luce del sole e tutto assume una forma diversa.

Mi butto sul primo bar, caffèlatte, spremuta e pan tostado, e il cammino comincia nel via vai della gente. Destinazione Alhambra, la visita di oggi. Mi aspetta una ripida salita sul bosco e diversi giri (ho un pessimo senso dell’orientamento ma sicuramente meglio usare le cartine che l’iphone) prima di capire da dove si entra. Ho prenotato ieri i biglietti ma mi sono accorto (avevo qualche dubbio perché non avevo ricevuto nessuna mail) di non aver completato la transazione. Per fortuna, a dispetto di quel che si dice, posso fare il biglietto sul momento per la visita delle 10,30.

Gli ingressi a questo straordinario sito sono contingentati: l’Alhambra è Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Una roccaforte che domina sulla città simbolo della dominazione araba. Uno dei must della visita a Granada. Ma la giornata sarà intensa: il quartiere Albazyn, il Sacromonte e poi un bel bagno termale arabo. Cominciamo un altro cammino…

Alhambra è straordinaria, difficile descriverla. Lascio alcune foto su facebook per darvi l’idea di un posto magnifico. Ci passo quasi tutta la giornata e poi, utilizzando un sentiero immerso nel verde, un ripido cammino, punto verso l’abbazia del Sacromonte. Si scende e si sale, non senza fatica, attraversando bianchissime cuevas, case scavate nella roccia, abitazioni e locali dove la sera si accende il flamenco. La salita non dà tregua, io semino gli altri e mi trovo solo immerso tra i rumori della natura. Giusto un breve riposo, una campana che batte i suoi rintocchi delle 2 e riprendo la salita.

Ecco, l’Abbazia, il mio punto d’arrivo. Chiusa e deserta ma pur sempre una meta. Da qui mi godo un panorama unico. Dopo aver osservato le case dove dimora una comunità hippy, riscendo lentamente con una tappa imprevista, un delizioso bar a bordo strada, dove mi accoglie un signore spagnolo robusto e con fare gentile. Mi scelgo un tavolino e ordino.

Si può sentire tutto il cuore della Spagna fermandosi in un posto così, al Sacromonte, un posto chiamato Bar Pibe, con panorama l’Ahlambra e la città, ordinando sangria e mojito, gustando le tapas e godendosi un sole estivo accompagnati da musica gitana e da personaggi da classico bar iberico.. sembra di essere in un film ma è tutta realtà. Peccato solo per due fintevip italiane che urlano i cazzi loro e si fanno 84838833 foto shtronate (…ci facciam sempre riconoscere)

Quando il proprietario di questo bar mi prepara il conto, sfodera un inatteso chupito alle ciliegie e capisci davvero che i viaggi sono meravigliosi, riprendi il cammino con una sensazione diversa, come se la tua anima e il tuo cuore fossero stati solleticati…

Dopo il Sacromonte e il Mirador St Nicolas incrociando una marea di hippy si scende all’Albacin, quartiere arabo. La straordinaria varietà di volti e situazioni che incrocio azzerano la fatica di chilometri e chilometri a piedi. Non finisci mai di vedere e scoprire qualcosa. Anche qui un intreccio di strade e vicoli strettissimi in cui perdersi è facile, ma trovo sempre il modo per riuscire in piazza Sant’Ana, dove tra poco mi attendono i bagni termali.

Un’ora e mezzo tra sauna e massaggi e mi rigenero la mente e il fisico. Ci voleva! Ora sono in un internet point arabo dove navigo tra loschi traffici alle mie spalle. Preparo l’ultima pazzia: Granada, Algeciras, Tarifa per poi tornare su Malago dove passerò l’ultima mia notte andalusa. Questa sfacchinata (4 ore di bus più pullman e altri mezzi) per avvicinarmi e vedere l’Africa, per sentirne il profumo e la nostalgia…

Che dire, il meglio deve ancora venire!

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