Cielo velato. Lascio Bilbao alle 11, pullman Alsa, destinazione San Sebastian/Donostia. Ricordate? Proprio là. Posto delizioso. Mi fermerò una giornata, domani ancora non so che farò.
Sto correndo troppo, arrivi e partenze, meglio rallentare i tempi. Ho ritrovato la penna che avevo perso, ho un bloc notes e ci scrivo qualcosa, conti e soluzioni di viaggio, progetti che mai farò e schizzi di qualsiasi cosa passi per la mia testa. Un’autostrada dove l’autobus scivola dolcemente tra boschi e montagne, l’immancabile torrente ai bordi della strada, ed io accomodato sui sedili verdi dietro. Torno sull’oceano, questo è più importante di ogni altra cosa.

15:15 Appuntixi di viaggio L’altra volta avevo fatto solo un salto, poi ero tornato in patria per via delle vicissitudini familiari, questa credo che ci rimarrò fino a domani e dopo. San Sebastian, Donostia. Sono stanco lo ammetto, voglio star un po’ fermo. E questo posto si addice quasi perfettamente a quel che cerco: oceano, mare, spiagge vuoto, cielo che cambia. Finisco in una cittadina sottovalutata da tanti turisti, che però capisci subito perché viene definita la perla dell’oceano. Siamo vicini al confine con la Francia, il classico luogo di villeggiatura vip da una parte con strade alla moda, boulevard, locali e discoteche, che nel periodo di bassa stagione si svuota e diventa vivibile per un lupo solitario come me, alla ricerca di nuovi spazi e nuovi orizzonti.

Il mio affittacamere è il Calle de Port, vicino alla enorme spiaggia Playa de la Concha, in un centro storico diversissimo dal resto della città, animato di viuzze strette, tapas bar, bancarelle e taverne. Mi riceve un ragazzo robusto, la camera è una doppia uso singola. Per il prezzo, con bagno, è un affare:23€! Proprio in una taverna ho appena pranzato, con un menu del dìa e il tinto de verano (sono davvero un dilettante) a innaffiare il pasto. Dicono che questo posto lasci una tremenda voglia di tornarci, e così è stato.

Ora mi fermo in una terrazza panoramica, un bar poco caratteristico e molto lussuoso, sopra l’aquarium, col mare di sotto a schiumare e il vento. Di fronte a me la città, la spiaggia, e la mia tazzina di caffè annacquato, e turisti francesi che sussurrano qualcosa. Due ragazzi si fanno una canna, e quindi l’aria profuma di erba. La spiaggia in fondo aspetta le maree oceaniche per essere inghiottita e poi tornare in vita: ci sarà una campana per avvertire dell’imminente pericolo.

Riprendo il cammino, percorro strade nuove, mi perdo nei suoi angoli, cercando sempre di capir anche dove fermarmi per restar fermo ad ammirare. Il tempo cambia rapidamente: ho visto in poche ore sole, pioggia e ora vento che promette ancora pioggia. Ma riesce il sole. Come piace a me. Racconto dell’anima.

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