Posts in dj life

That’s all fuck!

Il Viaggio che sa di Cammino sta per finire.

Ho ancora un po’ di tempo per me come le ultime Brooklin incartate d’argento che spuntavano dalle tasche dei Levi’s prima della scritta minacciosa BENVENUTI A CAGLIARI.

La stanchezza affiora. Le gambe – per fortuna – resistono bene, la testa pure. Aveva ragione è quell’amico che fa il verso al venerdì per dirmi “le gambe sono tutto!”.

Le storie sul quaderno sono avanzate. Ho fatto foto, pochssimi video. Ho ascoltato poca musica seguendo più i rumori e i silenzi. Ho corso un pochino, quanto bastava per dire che l’ho fatto. Ho camminato molto. Credo che in totale abbia accumulato non meno di cinquanta chilometri, tanti con lo zaino di oltre dieci chili. Mi accorgo che posso togliere ancora qualcosa per renderlo più leggero. Una maglia in meno e forse il computer. I libri letti con l’ebook non sanno di nulla, sono sesso senza coito.

Ho meditato ogni giorno provando a cogliere l’energia dei luoghi, il genius loci. In alcuni casi mi son immerso, in altri ho dovuto aspettare, in altri mi son sentito estraneo. Ho imparato qualche parola e frase di castigliano che non avevo. Ho letto in catalani. Ho visto e ballato la sardana. Ho fatto tante gaffe. Non ho capito cosa mi dicevano gli altri e ho risposto YES. Ho incrociato storie di artisti e persone che voglio approfondire. Ho letto un po’di Pessoa e Proust, faticosi e intensi che meritano attenzione e cura. Potevo mangiare meglio, questo è vero. Ho riaffermato il mio amore per i treni, specie la notte, e la salvezza dei bus.

El prat è immenso, ma senza poesia. Le vetrine patinate, i caffè con logo studiato, le cose unitili del duty free.

Due persone urlano. Riconosco la parlata. “Lo vedi che imbarcano là?!”. Nella moltitudine dell’aeroporto sono protagonisti della scena. Sono sulla strada giusta per il gate. Incontro un amico che non vedevo da tempo immemorabile. Anche lui è innamorato di questo paese e ha la fidanzata spagnola. Chiacchieriamo e raccontiamo un po’ di esperienze e viaggi, paesi da vedere e scene da viaggiatori. Tipo che quando l’aereo atterra nella nostra città tutti si alzano in piedi prima che il comandante tolga l’indicazione delle cinture. Sorridiamo anche perché l’aereo per Cagliari sia sempre parcheggiato in fondo alle piste.

Caos allla partenza. Bagagli che volano. Davanti a me un sardo dice a uno spagnolo che ha lagato per avere lo zaino in cappelliera, ma lo spagnolo gli chiede di metterlo sotto che altrimenti non sta il suo trolley. Alla fine stanno tutti e due. Le hostess sono le più pazienti e sorridenti che abbia visto.

In volo vicino a me c’è una coppia spagnola che legge un portentoso volume turistico sulla Sardegna. Si sofferma sul Sulcis. Confermo l’ottima scelta con una frasettina che mi preparo da Google traduttore.

Atterriamo. Il venticello caldo e umido della Sardegna. La prima scala mobile non funziona. Cartelloni sardi. Sardo buono, sardo bello, compra sardo. Non rubare la sabbia ched’ è peccato. Lo sguardo degli agenti della finanza. Niente sapone nei bagni. “Ha cambio?” solita scena al bar con quello sguardo di traverso che solo noi, solo noi, canterebbe Cutugno.

Stazione di Elmas Aeroporto. L’obliteratrice non funziona. I turisti hanno timore di essere multati. Un anziano francese fa la foto alla rotaia e sorride. Nessuno a cui chiedere. Avremo sbagliato posto?

Il treno ha la temperatura di un discount d’estate. Una voce squillante ricorda gli abbonamenti pendolari. Il controllore ha un codino, un ciuffo bianco e doppio orecchino. Controlla con tono gentile. Tempi che cambiano.

Niente fermata a Santa Gilla, che poi mi chiedo ancora a cosa serva. Domande senza risposta.

Stazione di Cagliari, corsa finita.

Piazza Matteotti. Transenne. Cacca di cane. Panino mangiato a metà. Sguardi torvi. Transenne. Solo i turisti hanno sguardi curiosi e pieni di fiducia.

Poi ci sono io, viaggiatore a casa mia. Che poi casa mia è un concetto pericoloso, prevede un proprietà e la presenza di un “altro” che non sarebbe a casa.

Fine della poesia. La più grande missione è trovarla ancora, in una terra bella e violentata, che come me ha paura del mare e di tutto quello che c’è fuori. Quella poesia, dove si è nascosta? Questo bel venticello da qualche parte ci porterà.

Gratitudine di fine estate (da dj)

Gratitudine.

Sì, l’estate non è finita.

Ho due ore di ritardo di volo, biglietti del pullman bruciati e non ho capito bene a che ora arriverò in Spagna.

È stata una stagione musicale potentissima.

Ancora non ci credo ma la metto tra migliori della mia oramai lunga vita da dj. Tantissime serate, eventi, festival e due dischi usciti su Spotify.

Penso alla stranezza della vita come il cuore che provo a fare per questa foto, attirandomi – giustamente – i sorrisi e le ironie di chi mi sta vicino di posto. Ci rinuncio, non riesco a farlo bene.

Questo cuore è come me, imperfetto e incerto, asimmetrico e tutt’altro che memorabile. Il cuore di chi prova a far quadrare le cose e mentre si architetta a cercare una perfezione che non raggiunge mai poi le cose vanno.

Todo se cumple, lo dico spesso.

L’importante è il senso. Significa amore e gratitudine.

Sono arrivate tante belle cose che hanno lenito i dolori delle mancanze.

Grazie a chi c’è stato, ieri come oggi, sotto la

consolle a ballare o in qualche locale ad ascoltare i miei djset, ma anche a chi solamente mi ha supportato con tanto affetto.

A presto! 🫶

Grazie in particolare

Bacàn Club Nautico Chia Palazzo Doglio Sunshine Rey Costa Rei Sardegna Maiori Villasimius Porto Turistico Calasetta Soul Club Saia

Sono andato a vedere Paul Kalkbrenner al Red Valley

Red Valley, un Cagliari-Olbia andata e ritorno, gli Articolo 31 e soprattutto Paul Kalkbrenner.

(Pezzo lungo ma ne vale la pena)

15 agosto, una promessa rispettata: andare al Red Valley. Laura e lo staff sono gentilissimi nonostante la mia richiesta in extremis. Laura mi risponde nei giorni caldi, dopo qualche secondo, su whatsapp: c’è altro da aggiungere sulla sua professionalità e disponibilità?

“Purtroppo” le mie serate da dj mi negano spesso il piacere di godermi, senza l’ansia della consolle, tanti appuntamenti ed eventi musicali.

Parto alle quattro e mezzo. La 131 è lunga e arsa dal sole. Ho tempo per un caffè all’oasi di Sant’Ignazio dopo Sardara, poi proseguo la salita continua verso Olbia.

Arrivo in serata, il traffico è scorrevole tranne qualche rallentamento: le navi sono in partenza, il sole è andato via creando una tavolozza di colori in lontananza. Da lontano, appare il palco del Red Valley con la sua sagoma imponente: ecco la direzione!

L’area industriale, dove si svolge il festival, è vasta, piena di spazio e parcheggi. Scelta azzeccata. Faccio una pausa a un bar caffe di un distributore di benzina in una strada chiusa. Per loro questi giorni sono un eldorado: posizione strategica, tantissima gente di passaggio ma nessuno strozzinaggio. I caffè vengono 1,10, la birra, buona e fresca, 3,50 euro. Onesti. Il bagno, a pagamento (sarebbe anche giusto) è pulito.

Cinque minuti di camminata e sono già agli ingressi. L’accesso vip/media sta dalla parte opposta a quello normale, dove si sviluppa una lunghissima e ordinata fila. Si sente già l’EDM dell’esibizione di Vlady. Il vocalist incita la folla che risponde in preda alla crescente emozione per l’evento. Decine di persone guardano l’evento da una rampa stradale.

L’area vip si riempie alla spicciolata. Le parlate che incrocio sono tante: milanese, toscano, gallurese, inglese e tedesco. I look vanno dalla camicia bianca o a righe marcata alla più classica t-shirt. Sui tavoli arrivano di continuo bottiglie con cestelli illuminati.

I divanetti sono marcati e son situati nella pedana più bassa. Sopra il banco bar ruotano delle piccole discoball.

Tutto è organizzato perfettamente e anche scendendo tra la folla e godendosi l’evento “dal basso” il Red Valley non lascia spazio ad allestimenti precari e raccapezzati: tutto è brandizzato, chiaro e senza troppa fila. Cibo e acqua, food, birra e cocktail. Mi chiedo se siamo davvero in Sardegna dove il confine tra (tanti) eventi e sagre – con tutto rispetto – è sempre labile. Dove la musica quasi mai è centrale ma viene riempita di inutili orpelli.

Tananai indossa una camicia bianca che dura il tempo di una prima sudata: poi è una canotta nera, volto rassicurante e sorriso da bravo ragazzo. I telefonini si accendono e spengono. I genitori accompagnano i figli provando a cantare le canzoni.

Il giovane cantante dialoga col pubblico. Chiede a tutti di non affidarsi a guru o esempi. Racconta di sè e di canzoni nate durante periodi bui, nelle cantine. Chiude con Tango, dedicata a una coppia ucraina divisa dalla guerra, e la voce del pubblico lo accompagna.

Negli intervalli la musica accompagna il veloce movimento delle maestranze che a tempo di record fanno i cambi palco. Red è la scritta che domina, che sia l’evoluzione del marchio? La line up rispetta quasi puntualmente gli orari. Non è mai scontato che accada.

Quando entrano gli Articolo 31 le generazioni si danno una mano. “Un urlo per l’articolo31” con l’urletto di Jad. Poi Funkytarro, Gente che spera, 2023. “Voglio parlare con la musica” dice J-Ax, ma in verità parlerà anche senza. Volume, Italiano Medio, Domani smetto, La mia ragazza Mena, Domani, Spirale ovale.

J-Ax, accompagnato anche da Space One che supporta la voce, racconta le critiche: “Contro di noi c’è sempre discriminazione. In passato perché eravamo ignoranti di periferia, oggi perché io e Jad abbiamo i 107 anni insieme. È ageism, spiega, “dicono che dovresti smetterla di comportarti da ragazzino e vestirti da animatore. In verità siamo orgogliosi di quello che siamo stati e che siamo e promettiamo di non diventare mai dei vecchi tristi come quelli che ci criticano. Noi siamo un classico, voi dei vecchi di merda”. Applausi. Immancabile capitolo mariujana: “Come nel 1994 continuiamo a dire che su certe cose la gente abbia diritto di decidere”. La sfida: facciamo un Coffee shop a Olbia. Arriva così Ohi Maria e Maria salvador. Poi ancora “Disco paradise” con un altro filo polemico: “A volte ci dicono falliti o in questo caso venduti. Quando chi chiamano venduti significa che abbiamo un pezzo in classifica. Per seguire gli Articolo non ci vuole età ma mentalità”. Dito puntato al cervello.

Nel privè i bimbi scorrazzano, i grandi fanno selfie e video, le donne salgono sui divanetti per ballare. Elodie dopo gli Articolo 31 fatica ad aver lo stesso contatto col pubblico. Normale. La sua band è internazionale, le coriste supportano egregiamente, i pezzi cominciano a essere tanti ma la sua presenza sul palco, nonostante la bellezza e la grazia, un abito nero che lascia molto spazio all’immaginazione, concede solo qualche fiammata. Anche lei lo ammette nei saluti finali “Grazie. Avevo paura perché siete davvero tanti”.

Poi arriva lui, l’ospite che attendevo. Paul Kalkbrenner.

Il palco si fa minimale: via batteria, piano, microfoni e chitarre, resta una consolle e sua strumentazione davanti. Non ci sono piatti o cdj.

L’artista tedesco suona senza compromessi, effetti speciali o vocalist, lavora sul mixer e computer intensamente, gioca con le frequenze in maniera quasi ansiogena.

Suono diretto, techno di matrice tedesca, con lunghi inframezzi che anticipano la potenza del kick e del basso. Cominciano viaggi sonori senza tregua. Partenze e arrivi. Ci sono le più “conosciute” No goodbye, Sky and Sand, La Mezcla, Jestrupp.

I video sui grandi schermi diventano in bianco e nero per dare un effetto più residuale, lo riprendono sul viso con la sua alchimia scenica e vanno a scrutare le sue mani. Felpa nera laccetti bianchi, si accende diverse sigarette e beve, guarda il cielo in perfetta connessione col suono.

La luce pulsante segue il ritmo, il suono crea un’atmosfera di continua anticipazione. Man mano che il ritmo si sviluppa, la gente – la techno, inutile dire, non è un genere di massa in Italia, figuriamoci in Sardegna – inizia a sentirsi a suo agio, lasciandosi trasportare dai pulsanti beat non certo simili a quelli sentiti fino a mezz’ora fa. Le percussioni ipnotiche e i bassi profondi si fondono con melodie roteanti e intricate, creando un’esperienza sonora coinvolgente.

Kalkbrenner alterna in oltre un’ora e mezzo momenti di tensione ed energia a pause emotive, permettendo al pubblico del Red Valley di vivere un caleidoscopio completo di emozioni. Strati sonori e transizioni fluide e lunghe tra i brani nascono, come dicevo, dal suo controllo sulle attrezzature per manipolare i suoni, aggiungendo effetti audio e modulazioni che intensificano l’esperienza.

Quando il set si avvicina alla conclusione, il tedesco regala al pubblico una traccia finale, la storica Aaron, che unisce tutti gli elementi chiave del suo stile musicale.

La commistione tra pop e techno merita un elogio per il Red Valley. Riuscire a portare un artista come PK e buttarlo nella mischia alza l’asticella del festival che, come mi ha raccontato Laura tempo fa, vuol essere un contenitore di sfaccettature musicali.Senza nulla togliere agli altri, in particolare ai grandi Black Eyed Peas, il vero colpo è stato lui.

Abbiamo assistito all’audace connubio di generi che solleva il livello artistico, talvolta sfidando i preconcetti con qualche rischio coraggioso. E se taluni, specialmente i giovani, si interrogheranno sulla presenza di Kalkbrenner al Red Valley, già il semplice fatto di esporre e sentire il suo nome potrà innescare una curiosità che porterà gli ascoltatori a esplorare le sue playlist o a godersi le sue performance dal vivo (e i generi musicali affini). È un atto di semina, un’opportunità per arricchire l’esperienza musicale di chiunque.

Quando torno a casa, i pensieri mi avvolgono in quelle tre orette di strada statale. Dopo quasi centocinquanta chilometri, passato l’oristanese, finalmente incrocio un bar per far colazione. Un’oasi nel deserto. Nel cappuccino caldo ci sono ancora energia e briciole di musica del Red Valley. La musica, quel mistero magico, un linguaggio universale scolpito nell’etere, che parla direttamente alle emozioni, superando le barriere della parola e connettendoci in ogni momento. La musica, finalmente al centro.

Il nuovo nuovo singolo Back Today è su Spotify!

Il nuovo nuovo singolo Back Today è su Spotify!

Sono entusiasta di presentarvelo dopo mesi di gestazione.

Questo pezzo, di genere musicale melodic house, è il mio secondo (il primo è Bacàn, che puoi ascoltare qui) e vi porterà in un altro viaggio sonoro attraverso armonie avvolgenti ed emozioni legate a partenze avventurose e ritorni pieni di nostalgia.

La musica è un viaggio senza fine, e con “Back today” vi invito a lasciarvi trasportare da una melodia coinvolgente che vi accompagnerà in ogni passo del vostro percorso.

Ecco il link per l’ascolto!

I Djset di Nick Tixi

I djset di Nick Tixi!

Ecco i miei appuntamenti musicali in consolle, giorno per giorno, per questa prima quindicina di agosto 2023.

GIOV 3.8.23 BACAN Cagliari (melodic/organic house)

VEN 4.8.23 BACAN Cagliari (melodic/organic house)

SAB 5.8.23 CLUB NAUTICO Chia (deep house, house)

MERC 9.8.23 FESTIXI 

GIOV 10.8.23 MAIORI Villasimius (funky, disco ’70/80)

VEN 11.8.23 PORTO TURISTICO Calasetta (melodic/organic house)

SAB 12.8.23 CLUB NAUTICO Chia (deep house, house)

DOM 13.8.23 SUNSHINE REY Costa Rey (funky, disco ’70/80)

LUN 14.8.23 CLUB NAUTICO Chia (deep house, house)

Tutte gli appuntamenti hanno ingresso libero e gratuito.

Segui gli aggiornamenti sui miei appuntamenti sul mio profilo ufficiale instagram NickTixiDJ

Ci vediamo in giro!

Nick Tixi all’Ogopogo Festival!

Tixi all’Ogopogo Summer Festival.

Mancano pochi giorni al Festival Evento novità dell’estate in Sardegna: Ogopogo Summer Festival è in arrivo il 7, 8 e 9 luglio a Cagliari nello spazio Fiera.

Tantissimi gli ospiti nazionali e internazionali nella line up dei tre giorni: Purple Disco Machine, Hugel, Coez, Coma Cose, Luchè, Klingande, Mara Sattei, Pino d’Angiò.

Nick Tixi aprirà il dj set di Klingande sabato 7 e chiuderà quello di Hugel domenica 8.

Vi aspetto in Fiera!

Info e prevendite: www.ogopogosummerfestival.it

Bacan, il primo disco di Nick Tixi il 6 luglio su Spotify e tutti gli store musicali

Todo se cumple! È ora di partire per un nuovo viaggio musicale: Bacàn, il mio primo disco, sarà disponibile su Spotify – e a seguire su tutte le piattaforme – il 6 luglio prossimo!

Genere melodic house, è un omaggio a un percorso artistico e musicale che ho fatto in questi anni ma anche a un luogo, qui in Sardegna, dove ho potuto esprimere completamente, come DJ, quanto maturava già da tempo.

Potete fare il pre-save al link https://distrokid.com/hyperfollow/nicktixi/bacn

Le mie prossime serate da DJ!

Con la stagione primaverile ricominciano tanti appuntamenti che mi vedranno in consolle. E’ una settimana bellissima e ora ti scrivo qualche data:

Oggi, mercoledì 3 maggio, dalle ore 18,30, nella cornice del Palazzo Doglio a Cagliari, all’Osteria del Forte, cominciamo gli aperitivi del mercoledì. Proporrò una selezione di musica 70/80 rivisitata in chiave moderna.

Giovedì 4 maggio ti aspetto al Sunset del Bacan, dalle 19 circa, per un drink accompagnato dalla selezione musicale organic e melodic house che propongo anche ogni domenica. Il luogo, dove potrai ammirare un tramonto unico in città, è nel porto della Marina di Sant’Elmo, Calata dei Mercedari, a due passi dalla Basilica Bonaria.

Se sei a Milano, poi, ti aspetto con due appuntamenti sempre questo weekend (ebbene sì, ogni tanto viaggio!)

Venerdì 5 maggio nell’accogliente e amichevole Mantra (Quartiere Isola, Metro Garibaldi, Via Jacopo dal Verme 16) dall’aperitivo alla mezzanotte ho preparato una bella selezione house che ripercorrerà anche gli anni 90. Perché passare? E’ un locale che ti dà delle vibes assolutamente positive e rappresenta un perfetto connubio tra Oriente e Messico!
Sabato 6 maggio, per tutto il giorno, sempre a Milano, sarò al Playmore (Metro Moscova), un grande centro sportivo e culturale che si occupa di tantissimi progetti, legato anche alla Fondazione Milan. E’ il terzo anno in cui sono il DJ ufficiale, è un evento imperdibile di sport e musica, che terminerà con una grandissima festa.
Domenica 7 maggio cambiamo ancora luogo e prospettiva e torniamo in Sardegna, in riva al mare: sarò al Sunshine Rey di Costa Rei (Muravera) per una giornata speciale in ricordo dell’amico DJ Ale Massessi che ci ha lasciato un anno fa. Insieme a me tutti i colleghi e amici DJ che hanno conosciuto e collaborato con Ale ma anche alcuni ospiti importanti tra cui il DJ Cristian Marchi.

DJSET al Bacan, a Cagliari

La bella stagione prende forma e la musica torna
In attesa degli altri ritrovi estivi, ci vediamo la domenica allo splendido Bacan (Marina di Sant’Elmo, Cagliari) per il mio djset “seguendo il sole” dal pomeriggio al tramonto.

Ho scelto per voi le migliori sonorità funk, melodic e organic house per accompagnare l’aperitivo in uno degli scorci più belli di Cagliari e della Sardegna.

Ingresso libero, il locale è aperto e accessibile tutti i giorni.

https://www.bacancagliari.com

L’organic house, il genere musicale e la mia strada da DJ

Ho passato il periodo del covid come tanti di voi con estrema difficoltà e disagio e la musica è stata una piccola ancora di salvezza.

Ho ascoltato tantissimi pezzi, ho perlustrato playlist, generi e ambienti nuovi, ho iniziato a mettere in discussione, più che in passato, tutte le mie sicurezze musicali.

Un percorso di svolta che cominciò già al Peek-a-boo nel 2014 quando proposi una playlist completamente nuova. Un funky melodico che poi venne riproposto nel 2017 e 2018 sposandosi perfettamente con il locale.

Il covid è stata un’epifania: da una parte il mondo si fermava, dall’altra qualcosa dentro di me si muoveva. Una sensibilità, la mia, che in questi anni è mutata per la musica e per il mestiere da DJ, ma principalmente per tutto quello che mi circonda. Ed è apparsa una parola che oggi, da quasi tre anni, connota i miei djset. Se la traduci vuol dire “casa organica” o “casa biologica”. Fa un po’ ridere. In realtà la chiave è ascoltarla bene, senza pregiudizi, per capire perché si chiami così: organic o melodic house.

Galeotto fu un fine settimana in Costa Smeralda quando la mia colonna sonora per l’intero viaggi fu la dj e Producer Nora En Pure. Da quel momento scattò la molla.

Galeotto fu (ri)avvicinarmi al pianoforte, stavolta non più ad orecchio come da piccolo, ma studiato con l’umiltà di chi ha troppo da imparare ma non vuole perdere più tempo (grazie maestro Luca Murgia).

Tutto è poi diventato il mio genere musicale di punta di questa mia vita artistica post Covid, che ha trovato anche una casa dove esprimerla, una geniale coincidenza: è iniziata la collaborazione con il Bacan, un bellissimo locale di Cagliari, in Sardegna. E questa coincidenza è diventata il djset del sunset, eventi chiamati dall’amico Marco nella comunicazione “seguendo il sole”. Perché la musica, per come l’abbiamo vissuta e pensata, deve accompagnare il dolce declinare del sole sui monti di Capoterra e dev’essere esperienza e sensazione che si sposa con il luogo e il tempo.

E poi c’è una filosofia che mi accompagna: fare qualcosa che faccia star bene gli altri. Che sia la scrittura o la musica. Che si collega con la mia necessità di riavvicinarmi allo studio da adulto della filosofia, alla pratica meditativa e alla scoperta di nuovi mondi, il Medio Oriente, l’Africa, l’Estremo Oriente, l’Asia. Terreni nuovi e fertili.

Così nei djset ho proposto un suono deep più morbido, etnico e sofisticato.

Un genere che trova la sua perfetta espressione d’estate e quando c’è ancora il sole, in riva al mare, contaminandosi e sposandosi con altri influssi, utilizzando percussioni e strumenti (tradizionali se possibile) in maniera mirata ed effetti morbidi e tenendo i bpm entro i 125.

La musica respira, la cassa, come il basso, non sono mai invasive.

E’ un genere che si balla, mi chiedono spesso? Dipende. Sicuramente trasporta. Contro la frenesia e lo sproloquio della musica moderna è una bella opportunità. Forse è figlia anche di questi tempi. Anzi, certamente. Combattiamo con lo stress e la preoccupazione, la paura di non farcela e un mondo diventato sempre più cinico e caotico.

L’organic house è un toccasana, il respiro profondo, la carezza rassicurante. Chissà che non diventi qualcosa di più di un genere per pochi.