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DJset, Michela Murgia e tempo che passa

Finisco il mio djset e mi godo le esibizioni degli altri dj e poi ancora degli ospiti.
Carico di adrenalina post prestazione, senza un briciolo di stanchezza nonostante tre giorni in giro, vago per la spiaggia alla ricerca di un punto di gravità permanente. Saluto amiche e amici che non vedevo da anni, curioso tra i volti della gente dall’altra parte della barricata, dopo averli ammirati dalla consolle.
Ringrazio Simonluca, poi Steve Sax e poi Alex the voice. Parlo con Guax di musica dance e Sandrone Murru che mi racconta della sua second life spagnola. E ancora tanti altri amici di consolle che abbraccio, Max, Fabrizio, l’altro Max, Roby, Gianfry. Appare anche Gianni insieme a Vale, poi Garghy e Deca. Sono stanco e non riesco a elencarli tutti.
In consolle sale ora Cristian Marchi. Il sole sta per andar via. Devo a tanti suoi pezzi la mia fortuna da dj. Gli sono grato ancora.
Poi mi allontano, prendo una sedia lasciata vuota, mi metto a guardare il mare. La bandiera è rossa, niente bagni anche perché il vento si è rinfrescato. Poggio lo zaino pieno di roba del viaggio e finisco il mojito.
Ripenso alla vicenda di Michela Murgia che ho appreso con dolore dal giornale, e tutto d’un tratto la leggerezza della musica diventa introspezione e pensiero.
Come si vive sapendo di avere delle grosse possibilità di morire a breve? Quali i pensieri, quali le sensazioni? Ci avete mai pensato? Può accadere a tutti. Forse è per quello che oggi più di ieri e di domani conta godersi solo il presente senza progettare e perdere tempo. Tagliando e sistemando, minimizzando i lamenti e facendo leva sulla volontà personale.

Mi sto aggrappando alla musica e alla scrittura. Lo vedo come atto d’amore verso gli altri. Come l’amore che davvero Ale ha saputo dare fino a quel giorno terribile. Anche la sua parabola aiuta a capire quanto siamo di passaggio e quanto tutto si risolva anche in pochi attimi. A nulla vale prendersela per cose che non resteranno.
La meditazione mi ha insegnato approcci nuovi.
Forse non ho costruito nulla, e se lo pensate avete ragione, ma sono certo di aver provato sempre a vivere come mi piace. Di essermi sbattuto per avere sempre più coerenza tra parole e azioni. E di imparare ad allontanarmi da chi ama mettere i puntini sulle i.
Se siete nel dubbio, non fatevi mai incravattare da un’esistenza che non volete. Mai.

Cala Sinzias

Quanta acqua è passata da quando, estate 2018 pensavo che forse quella epserienza milanese sarebbe stato un capitolo, bellissimo, ma pur sempre un capitolo.

Ci riflettevo qui, in questa spiaggia, ravanando le scatole a due pazienti amiche con cui parlavo seduto in riva al mare.
Poi quel pensiero divenne realtà un anno dopo, con una lettera di dimissioni e un ritorno in patria.
Ma quante cose son successe ancora? È c’è stata anche la pandemia a ricordarmi il valore del tempo e delle persone e alla necessità di non sprecare.

In questi mesi ho conosciuto e incontrato centinaia di persone, avviato progetti senza l’ossessione di dover fare tutto con tutti e soprattutto evitando quelle situazioni che sapevo non potessero andare bene e quelle persone che portavano energia negativa (e ce ne sono) anche se fossero molto forti “politicamente”.

La cosa bella è che, nonostante tutto, persone positive attraggono altre persone positive. Ismaele le chiama “persone etiche” e mi ha illuminato con questa sua frase qualche giorno fa.

Il cammino è lunghissimo ma ogni giorno mettiamo un granellino di sabbia nel nostro contenitore chiamato vita. Alla fine dei nostri giorni, se saremo riusciti a riempirlo senza aver rammarichi, quella sarà la più grande soddisfazione.

Bollettino medico ideale

Bollettino medico-ideale (volevo condividerlo con voi).

Dovrò ringraziare questo momento di difficoltà perché mi sta insegnando tante cose.

Mi sta insegnando il valore del riposo, del silenzio e della disconnessione virtuale

Mi sta insegnando l’amore e l’affetto (spesso inatteso) di chi ho attorno (e nessuna recriminazione per chi si è dimenticato).

Mi sta insegnando che non si può sempre essere al top, anzi, è meglio vedersi anche in difficoltà.

Mi sta insegnando il valore del tempo.

Mi sta insegnando che posso fare a meno di tante cose.

Mi sta insegnando che siamo in continua evoluzione.

Non bisogna mai avere paura di sembrare un po’ più deboli e imperfetti, anzi. L’imperfezione, a dispetto dei tempi che ci richiedono la perfezione e il meglio, è una grande ricchezza.

Angolo inezie

Angolo inezie.
Volevo comprarmi gli occhiali alla moda “che vanno adesso” poi mi son chiesto, caro Tixi, cosa ti distinguerebbe dagli altri?
Nella rincorsa ossessionata della moda di stagione che prevede una serie di oggetti e comportamenti che ti etichettano come “accettabile socialmente” e meritevole di attenzione (ovviamente in quei posti/ambienti in cui vige l’outfit come riconoscimento del valore della persona) c’è la spersonalizzazione dell’individuo.
Segui una regola, un dettame, forse per farti accettare e non sentirti escluso, e obbedisci sempre a quello che decidono gli altri. Che poi non è così lontano dal pensiero unico. Con effetti un po’ grotteschi tipo essere sempre uno dei tanti. Ha un senso?

Riflessioni di fine giornata

Quante cose son capitate oggi, ci sarebbe da scrivere un libro. L’aria calda di Milano mi abbraccia come un figlio perduto tra le luci di un semaforo, i profumi di primavera e i rumori dei passi che si perdono, nessuna nostalgia nessuna distanza, tutto è un continuo evolversi e scoprire e scrollarsi di dosso pesi e paure, buone cose in arrivo.

Sei tu il posto dove vivi

“Sei tu il posto dove vivi” dice un’amica mentre un altro giorno va via a Milano e gli ultimi chiarori di un sole nuvoloso vengono sostituiti dalle lampare sullo specchio d’acqua del naviglio.
Voglio essere una spugna di mare, in balia delle onde e della bonaccia, che può assorbire tutto quello che un posto e l’anima della sua gente può dare. E poi un giorno, uscire ancora dalla confort zone, dalle certezze e sicurezze, ripartire e ancora assorbire.

Io e i miei viaggi

C’è il tramonto sulla pista, c’è una valigia semivuota, due libri, un quaderno d’appunti una carta di imbarco. Un file di ricordi assuefatti da brusii e rumori di aeroporto, tintinni di tazzine e video con immagini e una stanchezza a chili dopo un weekend lungo. C’è un volo che aspetta e una Milano stranamente piovosa. Ci sono io e i miei viaggi.

Pensieri sul lungomare di Rimini

Sempre bello svegliarsi in un’altra città, specie se c’è un’aria di mare, specie se sei fuori stagione e te la puoi godere nei suoi silenzi e nei suoi segreti.
E poi pensi a tutti quelli che non prendono mai una decisione di cambiare, a quelli che fanno sempre le stesse cose, a quelli che non dedicano mai tempo, sorrisi e ascolto agli altri. A quello che odiano le differenze e si coccolano nelle proprie due certezze. Vedi il tempo che corre e la necessità di farne buon uso.
La ricchezza sta tutta in questo mare e in questo sole di primo mattino, raccolti da un’immagine sfocata.