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Scrittura e salute mentale a Cagliari

Sono stanco e felice dopo un altro pomeriggio, il terzo, insieme a un gruppo di “ragazze e ragazzi” – li chiamo così per l’energia che ogni volta mi trasmettono – ospiti delle case della cooperativa Agape Sardegna per un progetto che abbiamo realizzato in collaborazione con il Servizio delle Politiche Sociali del Comune di Cagliari.
Dalla centralissima piazza Garibaldi di Cagliari siamo saliti fino al quartiere di Castello, passando per il delizioso quartiere di Villanova – quanto mi piacerebbe viverci! – tra il pomeriggio e la sera, osservando angoli di città, ritmi e colori che cambiavano. Perché Cagliari è mille colori, mille profumi e mille possibilità.
Il Laboratorio si chiama “La Città di Cagliari attraverso gli occhi delle persone con fragilità”, e si inserisce all’interno del progetto di Autonomia Abitativa e Inclusione Sociale e Lavorativa “Vita Indipendente”. Con percorso esperienziale e coinvolgente, attraversiamo ogni settimana un quartiere della città, riscoprendo le sue bellezze da una prospettiva diversa, per poi scrivere un racconto.
Quello che ho detto loro come “coach di scrittura” è camminate, osservate, rilassatevi. Le parole arrivano sempre e quel maledetto foglio bianco si muove.
Io, Tixi, non ho più dubbi: voglio fare cose bellissime e aiutare gli altri attraverso le mie passioni. Forse è una pazzia, ma ci voglio sempre provare!

Social Tixi

Ieri sono stato ospite della mega diretta di radio X in occasione del Cagliari social lab, un’iniziativa – ospitata dal Ghetto degli Ebrei – che ha dato voce e spazio a tutti quello che fanno qualcosa di interessante e utile a Cagliari. Read More

Second day

Siamo a martedì. L’ostello è centralissimo, grande e meno familiare di altri che ho visto. Un giovanilificio dove la gente passa e va via, zaino in spalla, qualche chiacchiera.
È diviso su più piani serviti da un lentissimo ascensore, caldo e accogliente. Un po’ scomodi i bagni e le docce, ma ci sta. C’è un bar che la notte si trasforma in una zona di intrattenimento con palco e luci dove viene organizzata l’attività di animazione, poi c’è anche una chill out room, tipica stanza incasinata da ggggiovani con divani, tv, frigo, riviste, libri e occorrente per cucinare. Si legge, si chiacchiera, si controlla la posta, si guarda la tv o semplicemente si passa il tempo.

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Seconday

Siamo a martedì. L’ostello è centralissimo, grande e meno familiare di altri che ho visto. Un giovanilificio dove la gente passa e va via, zaino in spalla, qualche chiacchiera.
E’ diviso su più piani serviti da un lentissimo ascensore, caldo e accogliente. Un po’ scomodi i bagni e le docce, ma ci sta. C’è un bar che la notte si trasforma in una zona di intrattenimento con palco e ljci dove viene organizzata l’attivitá di animazione, poi c’é anche una chill out room, tipica stanza incasinata da ggggiovani con divani, tv, frigo, riviste, libri e occorrente per cucinare. Si legge, si chiacchiera, si controlla la posta, si guarda la tv o semplicemente si passa il tempo.

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