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Oneday tour

Partiamo di primissimo mattino, roba da pazzi, due orette nemmeno di sonno. Doccia da record mondiale e il pullman di questo oneday tour ci aspetta sotto l’albergo, alle 6:55. Ho ancora nelle orecchie la musica. Mauri non ha fatto serata come me ma è ko. Io sono una berlina in riserva che però va a mille: potenza della musica. Sfoggio il miglior sorriso all’incontro con la ragazza dell’organizzazione che controlla gli appunti e nomina Nicola Montischi, sorrido e correggo, saliamo e ci accomodiamo in piccionaia su bei sedili in pelle, altro che Arst.

Venti minuti dopo aver attraversato Atene siamo in porto. Ci aspetta un catamarano, una foto ricordo con una coppia vestita con costumi tipici e un divano tutto per noi. Prende il microfono una capocomitiva giapponese che comincia a parlare ininterrottamente facendoci la testa a palla. Nella sala oltre al bar con prezzi da omicidio, ci sono un negozio di gioielli e uno di borse, presi d’assalto dai giapponesi!

Si fa colazione, il sole colpisce senza pietà i finestrini e rende luccicante il mare, e soprattutto ci riscalda: finalmente!.

Malgrado tutto, la levataccia, la stanchezza, i frastimi, non possiamo che sorridere e prevedere una giornatona di avventure, nonostante questa giapponese che non smette di parlare.

Di sabato, tutti in strada (Atene by night)

Prima di Hardwell ci immergiamo anche oggi nella notte ateniese. Ai piedi del Partenone un altro quartiere di ristoranti e pub, musica per strada, profumi e sapori. Agyo Anargion. Tanti tavolini e persone all’aperto. La gente esce, si incontra, consuma qualcosa. Tantissima. Di tutte le età. Fantastico. Con la musica tipica in sottofondo e le luci colorate. 

Eppure è febbraio. Eppure fa freschetto. Eppure non siamo a Chiagliari con le sue rabbie e le sue limitazioni.

Il paradiso è ovunque tu stia bene. Ora, qui.

Hardwell? Yes I can!

Pazza idea. Poi leggi sold out, biglietti finiti. Ti rattristi ma non ti dai per vinto. Metti un po’ per scherzo un messaggio nell’evento della serata: cerco un biglietto, mi aiutate? In pochi minuti ti rispondono una decina di ragazzi di Atene. Ti vogliono aiutare. Nascono battute e siparietti divertenti. Scrivono in italiano pure. Bellissimo come si diano da fare per te!

Sei un po’ restio. Quasi non ne hai più voglia. Poi arriva una ragazza greca, Elena,  che ti scrive: se vuoi ce l’ho io. 

Scambio di messaggi, appuntamento fronte Gazi music hall, ci riconosciamo ed eccoci qui: biglietto e Hardwell stanotte. 

La serata cambia. Pischellino in disco. Ad emozionarmi. Fantastico.

Verso Atene

La solita levataccia. Mi alzo ma mi sento stranamente bene. Bicchiere di acqua e limone, Colazione con fette biscottate, marmellata e yogurt, mi bombo di farmaci come un atleta che deve vincere un record mondiale truffando visto che la pancia ieri non mi ha regalato nulla di buono. Finisco i bagagli con la solita meticolosità dell’incastro, scendo e prendo l’auto. Brina e freddo. Taglio in due la città in compagnia di fantasmi auto e il primo tre della giornata.
La radio propone ‘La leva calcistica’ di De Gregori, canto come un fesso mentre attraverso i lavori della rotonda di via Cadello pensando che tra poco qui sarà un puttanaio.

Via della Pineta, casa Maurizio, mio compagno di viaggio. Aspetto giù, il riscaldamento in auto ha raggiunto la temperatura giusta, infonde calore affettuoso mentre ripenso mentalmente se ho dimenticato qualcosa. I semafori segnano arancio. Scrivo questo post per ingannare l’attesa.
Finalmente, arriva. Tiro un sospiro di sollievo. Voliamo all’aeroporto. Elmas. Milano e poi Atene. Quattro salti in giro per l’Europa. Per sentire, per raccontare, per capire. Buongiorno anche voi.

Eccomi, serioso all’aeroporto di Bergamo.