La solita levataccia. Mi alzo ma mi sento stranamente bene. Bicchiere di acqua e limone, Colazione con fette biscottate, marmellata e yogurt, mi bombo di farmaci come un atleta che deve vincere un record mondiale truffando visto che la pancia ieri non mi ha regalato nulla di buono. Finisco i bagagli con la solita meticolosità dell’incastro, scendo e prendo l’auto. Brina e freddo. Taglio in due la città in compagnia di fantasmi auto e il primo tre della giornata.
La radio propone ‘La leva calcistica’ di De Gregori, canto come un fesso mentre attraverso i lavori della rotonda di via Cadello pensando che tra poco qui sarà un puttanaio.
Via della Pineta, casa Maurizio, mio compagno di viaggio. Aspetto giù, il riscaldamento in auto ha raggiunto la temperatura giusta, infonde calore affettuoso mentre ripenso mentalmente se ho dimenticato qualcosa. I semafori segnano arancio. Scrivo questo post per ingannare l’attesa.
Finalmente, arriva. Tiro un sospiro di sollievo. Voliamo all’aeroporto. Elmas. Milano e poi Atene. Quattro salti in giro per l’Europa. Per sentire, per raccontare, per capire. Buongiorno anche voi.
Eccomi, serioso all’aeroporto di Bergamo.