Quindi si chiude.

Ieri la finale, la cerimonia, la festa. Tutto è volato velocemente in questi Mondiali studenteschi.

Ora posso dirlo che è finita e da vecchio avrò un’altra bella foto nell’album dei ricordi, un altro bel momento di vita. Ho visto tante cose, la maggior parte bellissime.

Se nella vita vedi per una volta (come ho avuto la fortuna di vedere) israeliani, russi, iraniani, cinesi, armeni, kosovari, europei, sudamericani abbracciarsi senza tanti perché un po’ capisci che forse una speranza esiste ancora. 

Ad ogni fine evento le parole mi nascono dal cuore con tremenda facilità, forse rischiando di ripetermi spesso. Ma voglio un po’ raccontarvi questa sensazione, questo misto di stanchezza ed entusiasmo, pensieri e mal di testa.

Ti svegli (presto e senza motivo) e l’unica cosa che ti rimane è la stanchezza e i rumori di un hotel che pian piano si svuota. E voci che si allontano.

Un evento così non è un punto d’arrivo, ma di partenza perché impari mille cose, mille aspetti di lavoro e della tua vita, impari a conoscerti insomma: e ti accorgi che la strada della perfezione è sempre più lunga di quanto credessi.
Ma intanto si cammina, si cade, si continua a camminare…e si ringrazia chi ha puntato su di te, sperando davvero che in questo momento la forza sia con lui.

Ed eccomi qui, solo in una segreteria stranamente vuota, chiudendo le ultime cose perché malgrado tutto, le cerimonie e le feste, il lavoro non è finito, perché bisogna esserci fino all’ultimo, perché questo bellissimo mestiere non ha orari, non si chiude, non si fa il compitino e poi stop, ciao e grazie.

Scrivania di appunti e cose da finire. Cavi da recuperare, mail da inviare, pagine da rileggere. E prime valutazioni che arrivano: perché qui ad ogni delegazione è stato dato un foglio per giudicare tutti gli aspetti del Mondiale. Tra cui la comunicazione.

Metto in loop “Magic” dei Coldplay mentre il cielo davanti al Setar è un dipinto di nuvole e squarci d’azzurro, il vento tira forte, e penso già al prossimo domani, ai prossimi viaggi e progetti, spero bellissimi.
Spero che la vita me ne riservi altri. Spero di fare cose bellissime. Di migliorare, di capire, di sperimentare, di rischiare, di limare diversi aspetti ruvidi che ho. Spero di fare le scelte migliori e non farmi distrarre dalle stupidità, spero di trovare anche negli errori una sana lezione.

E anche oggi ricordo quanto il tempo sia breve per vivere veramente come si crede.