Il 28 agosto è in programma a Cagliari una manifestazione del mondo dell’intrattenimento notturno per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del settore e sulle enormi risorse e per creare una fattiva collaborazione con l’amministrazione pubblica locale.
Nessuna lotta al sistema, guerra di decibel, caos generalizzato, love parade isolana come qualcuno pensa. Si parla di sensibilizzare, di costruire una Cagliari orientata al futuro, con una connotazione maggiormente turistica e con una particolare attenzione ai giovani.
La premessa è quindi adeguare i toni e gli interventi alla portanza storica dell’evento: riunire, senza distinzioni, operatori della notte, artisti, musicisti, p.r., dj, ecc per farli convergere su una piattaforma di idee e proposte condivisa su cui lavorare. Un’occasione unica e irripetibile di confronto e di dibattito.
Le difficoltà, si sa, sono tante: in primo luogo avere una voce concorde sugli obiettivi e non farla apparire una protesta di casinisti con cuffie e mixer. In secondo luogo, minimizzare le “stonature” che disorientano chi guarda dall’esterno e possono sviare l’intento finale della giornata, tradurla in una giornata politica o occasione per far casino e basta. Terzo e più importante aspetto: fare in modo che il “movimento” non si fermi ad una manifestazione, che possa fare il passo successivo, avviare un dialogo costante e costruttivo con la politica.
Non credo che l’Amministrazione (almeno una sua larga fascia) non abbia a cuore il futuro della nostra città, né le nostre giovani generazioni. Le giovani generazioni sono i loro figli, parenti, nipoti, amici, colleghi quelli che frequentano i locali e magari ci lavorano per guadagnarsi da vivere, pagarsi gli studi o gli affitti.
Crediamo che il turismo – sostenibile e a misura della nostra realtà, senza salti nel buio e scopiazzature di altre città – e una maggiore attenzione per l’intrattenimento (sia esso di localini, concerti di band locali, discoteche, chioschi, ecc) rappresenti una risorsa indiscussa per il nostro sviluppo e la nostra cultura, permetta un indotto importante e dia tantissime opportunità ai cittadini ma anche a tutta l’economia locale.
Quelli che lavorano nel mondo della notte, non dimentichiamolo, sono gli stessi che poi andranno a utilizzare i soldi guadagnati nell’acquisto di una casa, nel capo d’abbigliamento, nell’utilizzo di servizi sempre in ambito locale. Gli stessi turisti daranno respiro alla nostra piccola economia, magari acquisteranno casa qui, metteranno su famiglia, pubblicizzeranno in giro per il mondo il nostro buon nome e l’idea di una Cagliari non solo ricca di monumenti e bellezze paesaggistiche…
L’obiettivo è quindi trovare il punto di sintesi tra esigenze turistiche e di intrattenimento con il diritto sacrosanto alla quiete di chi – comprensibilmente – non vive la notte (esistono anche loro, mai dimenticarlo), creando un dialogo con l’Amministrazione e tutti i soggetti interessati, un confronto costante attraverso forme di incontro e partecipazione.
Senza dimenticare l’importanza di coinvolgere gli operatori che vogliano associarsi, unire le proprie forze, superare invidie e divisioni, rispettare le regole e i codici comportamentali previsti sia nei confronti dei regolamenti che dei clienti.
Perché sia chiaro, la protesta deve coinvolgere chi condivide un insieme di regole di base, non chi vuole starci fuori e la utilizza a solo scopo propagandistico.
L’associazionismo può essere un momento prezioso e utile per migliorare lo status quo della nostra realtà, per far crescere tutti, per veicolare informazione e conoscenza. È quello che manca in una terra abituata all’invidia e alla divisione.
La manifestazione vuol perciò lavorare su alcuni importanti obiettivi, nel rispetto delle leggi e delle regole vigenti, molte delle quali (ricordiamolo) sono di espressione del governo nazionale e non sono modificabili attraverso atti delle amministrazioni periferiche.
A seguito di chiacchierate con diversi operatori, uno fra tutti il responsabile locale del sindacato dei locali da ballo, Gianni Casella ma anche con uno dei protagonisti “storici” della notte cagliaritana, il dj Cesare Monni, abbiamo formulato alcune proposte operative mirate ad essere oggetto di discussione, fermo restando che questo documento è aperto ai contributi di tutti e perfettamente emendabile:
1) Rendere operativo il “piano di zonizzazione acustica” che non è stato ancora definito nell’ambito del Comune. Tale piano è in vigore in tantissime città italiane e rappresenta una delimitazione dei territori in cui far operare l’intrattenimento notturno relativamente ai decibel erogabili e alle strutture che possono nascere/operare;
2) Intensificare le linee notturne degli autobus creando 3 o 4 direttrici che, partendo da Piazza Matteotti, tocchino i punti nevralgici di città e hinterland, controllate da un servizio di sicurezza privato o dai vigili urbani;
3) Intensificare il servizio pubblico con taxi a prezzo accessibile e radio bus a chiamata;
4) Allungare, laddove possibile e ragionevole, gli orari di intrattenimento notturno, in base a deroghe speciali studiate con l’Amministrazione (sempre in riferimento ai piani di zonizzazione) per periodi e zone;
5) Creare al Poetto un’area pedonale, lavorando su tutte le opportunità e i servizi che si possono sviluppare nell’ambito dei Piani di utilizzo (inutile lanciare idee che si scontrano con questi ultimi, meglio studiare tutte le possibili soluzioni);
6) Educare e sensibilizzare gli operatori della notte e al tempo stesso avvicinare gli stessi con l’Amministrazione e le forze dell’ordine tramite costanti tavoli di confronto, corsi di aggiornamento, riunioni;
7) Creare una consulta comunale sull’intrattenimento notturno e sul turismo;
8) Incentivare, nelle zone ad alto tasso di intrattenimento notturno, la riconversione degli appartamenti in strutture ricettive e B&B;
Tutto ciò si incrocia con il rigoroso rispetto delle leggi e delle regole da parte degli operatori e la sanzione doverosa di chi non rispetti le ordinanze e i codici.
Anche io sposo perciò questo “movimento”, ma con animo costruttivo e fermamente critico rispetto alle voci fuori dal coro che possano/potranno delegittimarlo. Non amo urlare né credo che i migliori risultati si ottengano dagli scontri.
È un momento storico e importante. Non bisogna fare leva sulle sole emozioni quanto sulle forze propositive e sulla voglia di contribuire che molti di noi, giovani e meno, hanno. Non è uno scontro generazionale, tutt’altro. È un incontro tra più persone, amanti della propria città e terra, generazioni, idee, passioni.
Possiamo fare una piccola rivoluzione culturale se questa partirà proprio da noi stessi, mettendo fuori campo invidie e divisioni. Altrimenti sarà una bolla di fine estate, come tante altre che abbiamo visto.
Concludo ricordando che l’amministrazione (presente o futura) non può essere il facile bersaglio su cui sparare a zero. Deve rappresentare uno degli interlocutori principali per arrivare a soluzioni che possano rendere la nostra città all’altezza dei tempi, la vera Capitale del Mediterraneo di cui si parla troppo spesso ma si è realizzato ben poco.
Questo è il mio contributo, la mia posizione. In bocca al lupo a tutti e sono a disposizione per tutti i chiarimenti del caso.
Nicola “Tixi” Montisci
Direttore di crastulo.it e dj