L’essenziale (zaini e non)

Sono giorni speciali, un po’ emozionanti. Conto i giorni e tra poco le ore che mancano alla partenza per la Spagna. Giorni di preparativi, visto che non avrò un trolley ma uno zaino da portare in spalla. Vado a fare il Cammino di Santiago, lo sapete.Tutto va organizzato con meticolosità e intelligenza e ahimè per uno come me poco abituato a queste cose, molto abituato agli agi dei viaggi organizzati, non è facile. Ti affidi al web, ai consigli, ai segreti degli amici e dei contatti che l’hanno già fatto.

Cercare di portare oggetti utili e pratici, capire cosa evitare ed essere il più possibile autosufficiente. Sacco a pelo, luci, saponetta di marsiglia, numero giusto di capi, caricatori, medicinali, cerotti, creme, perchè avranno una grande importanza i piedi, visto che la camminata sarà di oltre 100 chilometri, spalmati in più giorni. Ci sarà la prova Ryanair: parto con solo bagaglio a mano e dovrò stringere al massimo lo zaino per evitare di pagare il sovrapprezzo.

Andare in palestra e correre questi giorni mi fa forse credere di essere al meglio della forma, ma è tutta illusione a me stesso. La vera prova sarà là, camminando e capendo quali saranno i ritmi, i pensieri, le motivazioni.

In questa preparazione diluita in più tempi ho però (ri)scoperto una parola importante nella vita soprattutto quando sono le tue spalle a sorreggere uno zaino o l’esistenza: l’ESSENZIALE. La scelta degli oggetti importanti, il loro peso, la disposizione. Una bella parabola di vita che dovrebbe valere anche per persone, impegni ed esperienze, ma quanto è dura capire chi è importante chi no?

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