My birthday in New York.
Sono le 5:50 del mattino. Rumori di frigo e qualche altro segno indistinto di vita nella mia stanzetta vicino a Central Park. Mi sveglio con lo stomaco in subbuglio dopo una notte brava, girovagando per la grande mela, affascinato dalle luci, dagli incontri improbabili e le solitudini nei sedili di una metro, spegnendo qualsiasi contatto col mondo.

Le prime sensazioni sono:
– cazzo, ma quanti arretrati di studio ho quando rientro?
– galeotto fu il vino e i drink e ancora i drink
– ci son da due giorni e mi sembra di esserci da un anno, la sensazione di conoscerla è assurda
– è bellissimo ricevere messaggi quando sei lontano ed è bellissimo riceverli da chi sai ma soprattutto da chi non ti aspetti
– i messaggi più belli, poi sono quelli di chi ti dice, oltre agli auguri, qualcosa che ti spiazza, magari che ti legge, che ti segue, o magari racconta una parte di sé un sogno o un progetto o un problema e te ne fa dono quasi avesse trovato in te un ascoltatore affidabile se non un amico, e magari nemmeno ci conosciamo. Questi son i regali. Tutto questo è fantastico, sapete? 🙏

Lavoro un po’, ho anche un lavoro da portare avanti, altrimenti col cavolo che viaggio. Poi esco. 

Eccomi qui. Central Park. Mi godo il verde e l’azzurro e la metropoli a due passi. Sentirsi piccoli e insignificanti negli incroci di facce, storie e anime di NYC è bellissimo. Anche io ora sono di queste tante e lontane. Io con miei sogni e le scarpe su cui camminano. Io con le domande e insicurezze. Io in questa città, che arrivo dalla provincia dove tutto è presenza, ossessionante ostentazione e chiacchiera. E ora io sono uno, nessuno e centomila. Anzi milioni.

Il mio mondo è mille posti, mille voci, colori e paradisi, lingue e risvegli diversi e ogni posto oramai è diventato casa mia. Non c’è inizio e fine, andata e ritorno. Arriverò ovunque, mai stanco di scoprire e capire, ma soprattutto di amare.

Buon compleanno anche a me. #tixilife