Milano, 23:13. Fuori piove. Appena rientrato da una cena dove abbiamo bevuto un buon Costamolino e poi un mirto, giusto per non sentire nessuna forma di lontananza.

Nella mia stanza il rumore dei tasti mentre scrivo sul mio Mac. Oramai la mia vita viaggia su tre latitudini, Cagliari, Milano, Barcellona, ma anche su tre binari: il dj, la scrittura e la comunicazione, il calcio.

Spero di inserire anche Londra, se non fosse così imprendibile.

Spero di viaggiare fino a stancarmi.

Spero di mettere musica ancora per decenni.

Spero di scrivere per cambiare il mondo ma prima di tutto me stesso. 

Spero di finire il libro, semmai il mio cervello riuscirà a trovare nuovi spunti per vincere la sindrome da pagina bianca.

Spero di avere sempre l’entusiasmo di un bambino e il giusto nel portafogli per non diventare mai ricco e presuntuoso ma capire sempre il valore dei soldi e delle persone.

Spero di non cadere nelle provocazioni e di imparare dalle sconfitte.

Spero che il pensiero degli altri non mi faccia mai cambiare la direzione del cuore.

Spero di cambiare idea altre mille volte e di sentirmi sempre stupido ma vero.

Forse ho raggiunto un piccolo equilibrio.

Come diceva Manlio Sgalambro “Datevi da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita, vivere in una città e lasciarla prima che indurisca”.

Eppure sono ancora insoddisfatto. Posso ancora migliorare. Tantissimo. E fuori piove. Intanto impazzisco per le cose che amo.