Così la morte rientrò prepotentemente nelle nostre esistenze, spezzando il cuore di una giovane vita, l’ennesima sulla strada.

Per un attimo sono tornato indietro nel tempo e mi sono ricordato altre persone giovani che ho conosciuto e che ci hanno lasciato per una fatalità e un incidente.

I nomi forse, alcuni veterani della discoteca, li ricordano bene: Giacomo, Chiara, Paoletto, altri caduti sull’asfalto.

Per un attimo ho ripassato il film anche della loro giovane vita.

Una morte che come sempre ci ferma e ci fa riflettere sul valore di un’esistenza, sul sottile confine tra esserci e non esserci. Su quanti sogni, gioie, esperienze future, progetti vengano cancellate in un solo momento.

Nicola era un ragazzo come tanti. Sport, scuola, ragazza, motorino. Una storia semplice, di chissà quali e quanti sogni da vivere. Una storia comune a tante persone che conosco per via della disco o dello sport.

Si era avvicinato anche alla nostra squadra, ogni tanto veniva in disco, era un carissimo amico di alcuni nostri giocatori. L’inter, la fidanzatina, la famiglia, le uscite con gli amici, tra panini e cocacola, cinema e psp. Storie normali di vita cagliaritana.

Oggi rimane di lui un dramma senza un perché, un incidente stradale, l’ennesimo, che toglie la vita a un amico, a un figlio, a un compagno di scuola o di squadra. Un banco vuoto. Diciotto anni per sempre.

Non penso c’entrasse la velocità, che a quest’età è più ammaliante di una bella ragazza. La voglia di sfidare il mondo e di dimostrarsi all’altezza di esso. Non credo fosse il suo caso.

Fatalità, tragica e incomprensibile: un urto, una caduta, un investimento. Un attimo prima o dopo sarebbe stato diverso.

Ma il tempo ha segnato le sue lancette su quell’ora.

Lo spettacolo di una vita finisce così, come quando si spengono le luci della scena.

Stamane pioveva, cielo grigio.

Ora splende il sole. Come a dire: la vita va sempre avanti.

La gente continua le sue attività.

Cambiano le stagioni, così come il tempo. Le nuvole si diradano e fanno posto all’azzurro.

E’ un perenne divenire il mondo. Un divenire in cui noi siamo protagonisti ma anche comparse pronte a lasciare il palco in qualsiasi momento. Allora bisogna vivere con la consapevolezza di non lasciare nessun affetto, nessun amore, nessuna amicizia in sospeso.

 

Lascio voi con una bellissima frase di una canzone di Ligabue:

 

“quando hai solo diciott’anni forse invece sai già tutto

non dovresti crescer mai

se ti scrivo solo adesso è che sono io così

è che arrivo spesso tardi

quando sono già ricordi

che hanno preso casa qui

non è vero ciò che ho detto:

qua c’è tutto a dire che ci sei

fai buon viaggio e poi

poi riposa se puoi”

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