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Eppure dico, viva l'Italia

Siamo sempre un bel paese! Inutile negarlo.  Ne ho le prove.

Sapete quanto sono critico nei confronti dell’Italia, ma c’è qualcosa che ancora mi fa sentire orgoglioso: il nostro buon cuore.

Non tiriamo gas contro i profughi. Non li marchiamo. Non alziamo muri.

Ne abbiamo salvati migliaia in mare. Li accogliamo come se fossero nostri figli pur con le nostre difficoltà.

Ecco un motivo per cui stavolta dico che siamo, comunque, un popolo meraviglioso.

(Pensieri patriottici a Barcellona)

Il nostro biglietto non scaduto? Cediamolo

Piccoli gesti ma che in tempi di crisi servono.

È vero, non saranno felici tante compagnie di trasporti ma magari, tacitamente saranno pure d’accordo.

È partita da Torino la pratica del “ticket crossing”, con cui le persone passano i biglietti non ancora scaduti agli altri. Funziona, ma molto raramente anche a Cagliari. Io lo faccio, anche con i tagliandini delle auto. Un passarsi favori che genera una fiducia sociale inattesa. Presuppone un secondo di tempo da dedicare ad altri. Presuppone la voglia di condividere qualcosa con sconosciuti. A qualcuno impaurisce, per me è sfida.

Si potrebbe allargare a tante altre cose: oggetti, risorse, libri, ticket inutilizzati, che dite?

L’ho sempre pensato: ci salverà la solidarietà sociale, la condivisione, il riuso. Non la politica, non la religione, non qualche miracolo.

I piccoli semplici gesti che, moltiplicati, faranno la differenza.

Un Natale speciale in corsia

Microcitemico, Brotzu, Ss.Trinità. Come l’anno scorso, un’altra bella mattinata di Natale a regalare sorrisi a chi è meno fortunato di noi, ad allenare quel muscolo che si chiama solidarietà.
Momenti che ti riempiono l’anima.
Grazie a chi mi ha dato la possibilità di esserci, grazie Franceskina Spada e tutti i ragazzi presenti.
Grazie ai volontari, grazie al personale degli ospedali per tutto quel che fanno ogni giorno.

L'imbianchino della scuola

Qualche giorno fa mi ha colpito una notizia, ambientata nel comune di Villafranca Padovana, qualcosa di molto particolare che mi piace raccontare.

 

Un 44enne disoccupato, stanco di restare a casa senza far nulla si è recato dal sindaco per offrirsi gratuitamente a fare qualcosa di utile per la comunità: così il sindaco gli ha chiesto se volesse pitturare la scuola primaria “Francesco Baracca” di Ronchi.

 

Il lavoro è costato al comune solo il denaro necessario ad acquistare il materiale, 1500 euro per circa 35 secchi di pittura con un risparmio di almeno 10.000 euro. Il lavoro è durato 2 settimane e ha interessato le 7 aule, l’atrio e la sala mensa.

 

Un gesto bellissimo, se ci pensate, ed interessante. Sarebbe bello vedere episodi del genere anche in altri contesti in cui la gente potrebbe dare un pizzico del proprio tempo per qualcosa di utile per tutti invece che tenerlo gelosamente per sé: pulire un campo, un’aiuola, mettere a disposizione una propria capacità e sapere.

 

Oramai è sempre più raro vedere persone che si muovono per il gusto di fare, senza richiedere un tornaconto. Tutti danno un prezzo a tutto e preferiscono stare con le mani in mano. “Chi me lo fa fare?” direbbero.

 

E sia chiaro, questo non è un lavorare gratis, come qualcuno crede, ma per la comunità, per i propri figli, per i vicini, per accrescere il capitale sociale (di cui siamo carenti), proprio nella Scuola poi, una delle istituzioni più importanti per la crescita e l’educazione dei nostri giovani.

Un luogo simbolo per un gesto simbolico.