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Mi chiamano “prof” ma…

Mi chiamano prof ma sono solo un modesto formatore.

Comincio oggi una nuova sfida, un po’ sulla linea del mio passato di questi anni di formazione professionale, un po’ come novità che mischia competenze, esperienze e soprattutto sensibilità.

Prima ancora che insegnare è motivare persone, giovani, che sono uscite dal percorso scolastico per tanti motivi – potete immaginare – e riportarle nel mondo “normale” e offrire una seconda chance.

Non è solo insegnare comunicazione, scrittura e social media, le materie che farò, anzi proprio quello forse è residuale. È molto molto di più. Spero di esserne all’altezza.

Una bella mattinata ai con gli studenti dei Salesiani

Emozione e solo emozione!
Stamattina sono stato ospite all’Assemblea degli studenti dei Salesiani.
Una bella chiacchierata con i giovani sulle mie passioni, sui viaggi e sul mio lavoro per spronarli a inseguire con coraggio i progetti e avere fiducia nel futuro.
“Non abbiate paura”, nonostante tutto, la vita vi aspetta!

(Grazie ancora al Preside e al Rappressntante Gigi Manca)

Grazie scuola Rodari!

Parole, suggestioni, lettura, scrittura e giornalismo.

Quante cose ci siamo raccontati stamattina con gli alunni delle Scuole Elementari “G. Rodari” di Sestu?

Grazie mille per la bellissima accoglienza!

Scrivere è un atto d’amore (oggi a scuola)

Un’altra bella mattinata a scuola, stavolta ospite dell’ICS Sestu per parlare del giornalino, di come curiosare nel mondo alla ricerca di fatti, della stesura di un articolo e di come nasca la passione per la scrittura che mi accompagna fin dalla scuola media.

Alla fine c’é una frase che vogliono condividere con voi: scrivere è un atto d’amore. Un modo per dare qualcosa agli altri. Abbiate cura delle parole, vi aiuteranno a disegnare il mondo e magari un giorno vi salveranno la vita.

Ancora grazie a tutti, ad Alessandra Patti Calzelunghe e alle docenti Andreina Murgia e Susanna Littarru.

Street art Sardinia, contro la dispersione scolastica

Cagliari, scuola De Sanctis Deledda. Una bella mattinata per chiudere Street Art Sardinia, progetto contro la dispersione scolastica, organizzato da Elet eventi e con la collaborazione di Radio Sintony!

Cosa ho sentito? tanta energia e belle idee in movimento. Un progetto che spero possa proseguire per dare la possibilità a tanti ragazzi di sentire la scuola come un posto diverso rispetto a come è concepito oggi, per amarla e avvicinarsi.

La dispersione colpisce in Sardegna uno studente su tre, prima ancora delle superiori.

Sabato mattina abbiamo parlato di progetti, arte, graffiti, rap, writing e moda. C’erano gli artisti che hanno fatto da docenti attraverso le diverse arti: Marco Leschio per il rap, Conan e Retro per le arti visive, il writing.

C’erano poi gli studenti dei vari laboratori. Hanno partecipato i ragazzi della classe primaria 4 A dell’Istituto comprensivo Giusy Devinu di via Meilogu, accompagnati dall’insegnante Silvia Erriu, la primaria 5A dell’Istituto comprensivo “Giusy Devinu” di via Meilogu, insieme all’insegnante Carla Fontana. Per la secondaria di I^ grado, le classi 2A e 2C della Spano di via Falzarego, insieme all’insegnante Barbara Pani.

Per la secondaria di II^ grado sul palco gli studenti dei laboratori dell’Istituto di Istruzione Superiore De Sanctis-Deledda del via Sulcis insieme alla professoressa Laura Bifulco, coordinatrice dell’alternanza scuola e lavoro per l’istituto.

Ragazzi e docenti “in azione”, che hanno chiuso così questa edizione di Street Art Sardinia, finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna, con il contributo della Presidenza del Consiglio della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari.

Una bella mattinata!

Grazie a tutti per la partecipazione!

Ieri al liceo Motzo di Quartu

Periodicamente vengo invitato nelle scuole per parlare. Qualche volta di comunicazione, altre di facebook, altre ancora di giornalismo. Ieri invece l’argomento proposto dai ragazzi del Motzo era assolutamente interessante: viaggi, pensieri, idee e futuro. Tanto interessante quanto complicato visti i tempi ridotti e la vastità delle cose da dire. Primo pericolo, la banalità. L’obiettivo mio non è conquistare consensi o riuscire a calamitare l’interesse di centinaia di persone.

La assemblee, si sa, sono un momento di rottura rispetto alla monotonia scolastica, una boccata d’ossigeno, una giornata di semilibertà. Però ho sempre pensato che in questi momento di contatto, bisogna riuscire (o almeno provare) a lasciare un piccolo segno, un pensiero, un’idea e uno stimolo. E raccontare la propria vita, per quanto piccola, può essere magari di impulso per chi ha voglia di fare, può accendere lampadine, può generare un movimento di qualsiasi tipo.
E’ stata una mattinata bella e faticosa: parlare per ore a braccio non è mai semplice. 

Come ho detto ieri ai ragazzi del liceo la vita è un cammino lungo e tortuoso e se volete realizzare il vostro piccolo sogno spesso vi troverete soli a camminare, come in viaggio, con una cartina e poche indicazioni, osteggiati anche da chi pensavate fosse dalla vostra parte.

Ma questa determinazione è positiva: vi rende liberi e indipendenti da tutti. E in tempi come questi, dove le situazioni cambiano, dove le collaborazioni e le amicizie sono umorali e lunatiche, dove la gente cambia idea continuamente incurante del cuore, del tempo e del lavoro degli altri, il vostro più grande amico siete ancora voi stessi (è una bella notizia, volevo dirvelo)

Scrivete, viaggiate, cominciate a pensare al sogno come a un progetto di vita. Idee banali, ma chissà che qualcuno non le raccolga e non ne faccia una vita!

Educhiamoli fin da piccoli (i genitori)

Ogni mattina, di fronte a ogni scuola, si consuma un rito consolidato diventato oramai normalità: per non fare dieci metri in più, migliaia di genitori parcheggiano come va va (per non dire ‘alla cdc’) bloccando il traffico. Incuranti degli altri, dei mezzi pubblici, degli spazi, dei parcheggi, delle piste ciclabili.

Chissà che pargoli educati cresceranno, non ho dubbi che saranno un esempio per tanti altri.

Faccio una proposta: aiuta anche tu un genitore stronzo a parcheggiare la sua auto in maniera civile.

(Ma tu non hai figli non puoi capire).

Corsi serali

Nelle sere di fine estate si accendono le luci di alcune scuole cittadine. Qualcuno si chiede perché, altri lo sanno: ripartono i corsi serali.
Uomini e donne di ogni età, magari con un po’ di vergogna, che vogliono terminare gli studi, prendersi un diploma, imparare, magari dopo una giornata di intenso lavoro o di vita domestica.
Pensateci un po’. Fino a tardi, rimettersi davanti a un libro, con la stanchezza sulle spalle. E la mattina dopo, ricominciare.

Ci vuole un gran coraggio e una grande voglia per rimettersi in gioco.
State facendo una cosa meravigliosa, sappiatelo.

Cartoline dalla scuola (Grazie ITC Besta!)

foto (1)Tra le cartoline di oggi l’attenzione dei ragazzi dell’Istituto commerciale Besta di Monserrato, dove sono stato ospite, in quell’oretta abbondante di incontro.

Attenzione dovuta alle domande, agli interventi e la sorpresa nel vedere un’assemblea partecipata e coinvolgente con un tema che sulla carta poteva apparire inutile e fumoso e nei fatti è diventato molto più vicino all’esperienza quotidiano di come si pensasse. Read More