Cinque ore di lezione in aula potrebbero sembrare un impegno notevole, soprattutto quando si aggiunge una giornata di lavoro intensa. Tuttavia, tra il cammino con lo zaino pesante sulle spalle e il naso arrossato dal freddo, emergono piccole gioie che illuminano la fatica della routine quotidiana di un docente come me.

Queste gioie si manifestano nelle storie che sento dei nostri corsisti e delle nostre corsiste, che portano con sé una voglia irresistibile di riscatto e di reinventarsi.

Nelle prime lezioni, hanno lo spazio di raccontare un frammento della loro vita, e così mi ritrovo ad ascoltare racconti di uomini e donne che, nonostante abbiano superato i quaranta o i cinquanta anni, non si arrendono al destino già scritto.

Sono persone che vogliono inseguire una passione, o forse solo cambiare rotta, portando sulle spalle il peso di un passato fatto di difficoltà e di incertezze. È qui che entro in gioco, cercando di fornire loro gli strumenti comunicativi necessari per affrontare le sfide della vita con maggiore consapevolezza e sicurezza.

Mi impegno a plasmare la mia docenza su misura per ogni singolo individuo, perché sebbene esistano programmi e protocolli da seguire, è il singolo individuo che deve trovare un senso e una direzione nel proprio percorso. Ogni lezione diventa così un’opportunità non solo di apprendimento, ma anche di condivisione e di crescita personale, in un viaggio che va oltre le parole, trasformando la comunicazione in un ponte verso nuove possibilità e nuove prospettive di vita.