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Grazie Saia (the end)

Odio gli addii e i titoli di coda ma siamo arrivati alla fine.

Finisce una stagione estiva, un’altra collaborazione, un po’ di tristezza e nostalgia aleggiano nell’aria.

Saluto anche questo posto meraviglioso.

Nuove amicizie, tante attività, tornei, serate, sorrisi e ricordi, musica giornate e nottate, e quel nomignolo ripetuto da tutti appena ti incrociavano ‘Tixi! Tixi’ che ti fatto sentire tanto affetto attorno. Che chiedere di più?

Quando metti il cuore in quel che fai, qualcosa di bello succede sempre. Regali qualcosa di te e non senti di aver perso nulla, anzi…
Eccomi qui, allora, mi apparto due secondi dalla folla che sgranocchia patatine e sfogliatine gusti vari e sorseggia un aperitivo fresco arancio. Mi siedo ad un tavolo e osservo il mondo.

La musica di Norah Jones si perde come polvere nel venticello e sfida il rumore dei grilli, accompagnando l’aperitivo prima della cena. C’è il profumo dell’arrosto, il vociare della gente. La mia consolle. Il mare qui a due passi.
Ed ora di nuovo, dopo la serata, la cena, le premiazioni, a chiudere questo pensiero e tornare in città, con la macchina carica di ricordi. Sì, volevo solo dire GRAZIE, ecco. Grazie a tutti.

Al capo Enrico Ledda, alla scoperta graditissima Giovanni Marci, alle certezze Evelina e Massimo Piovesana e all’infaticabile lavoratore Daniele Deplano. Allo staff della pizzeria e soprattutto a VOI, chi ha passato quest’estate insieme a noi alla Saia e a Santa!

Speranza

La speranza è una pizzetta offerta da sconosciuti dopo un djset.

La speranza è “complimenti per la musica”.

La speranza è una birra media.

La speranza è un giro in bici sotto i pini di Santa Margherita.

La speranza è progetti che ti aspettano.

La speranza è una festa in riva al mare.

La speranza è sentire chi ti chiama Tixi, Tixi!

La speranza per me è tante cose.

Eterni ritorni 2014

Se solo penso a settembre sono già stanco. Ma siamo ad agosto, basta e avanza per esserlo.

Nessuna vacanza, nessun viaggio dopo il Trentino, come mio solito. L’anno scorso ero in Norvegia, quest’anno – strano ma vero – sono in Sardegna, e pure al mare. Qualcosa non combacia, forse.

Questo mese come sapete sono qui a Santa Margherita, tra la Saia e Cala Verde, a organizzare tornei e altre attività, chiamato dall’amico Enrico che gestisce il ristobar Nonnè e i bar dei campi della Saia.

Un”animatore atipico” perché l’animazione in un condominio è ben diversa da quella in una struttura turistica: il contatto, gli spazi, i programmi, i rapporti umani, i tempi. Allora si tira su il cinema, si pensa alla festa, al karaoke, si fanno improvvisate in consolle. E poi i tornei. Poi ancora portare avanti con il mio mac il lavoro vero e proprio, le attività di comunicazione, e fare qualche dj set in giro come a Costa Rei due giorni fa.

Ho rivisto tanti amici che avevo perso. Con altri è un piacere (ri)vedersi e lavorare.

Ritornare a Santa è bellissimo, vale più di ogni altro motivo. Fare quel che ti piace poi…. Inoltre è un’estate di grandi ricordi e ritorni. Cose che non facevi da tempo: usare la bici, giocare a calcetto, giocare a calcetto senza calze, andare due giorni consecutivi al mare, sbucciarsi le ginocchia, cinema sotto le stelle, mangiare pinoli, godersi la luna in una notte in spiaggia. Che si vuol di più? Il tempo che avanza, vero, ti fa però riapprezzare la semplicità.

Poi c’è settembre. Intenso come non mai. Nuovo viaggio, idea casa all’estero, nuova casa, nuova società da far partire, nuova stagione calcistica, nuova serata (forse), nuovo Tixi (spero). Tante cose da gestire, una testa, due mani, e un cervello che va in fumo rapidamente.
Potrebbe essere il periodo dei grandi ritorni: ritorno allo stadio, ritorno in palestra, ritorno di fiamma… Lo dico sempre.

Appunto finale:

Granitari, barman, camerieri, animatori, bagnini, lavapiatti e tanto altro: quanti giovani vedi impegnati! C’è chi in estate, dopo un anno di studio, non si ferma, non si vergogna, preferisce farsi qualche soldino, sudare e lavorare, invece che stare sempre alle dipendenze di mamma e papà… BRAVI RAGAZZI!

Santa Margherita

Spesso è meraviglioso decidere di visitare i luoghi della nostra infanzia. Sono gite e viaggi in cui cerchiamo di far riaffiorare ricordi e sensazioni bellissime e riportare la mente indietro a quei tempi, come col tasto review di un vecchio videoregistratore, ripensando a come stavi, con chi eri e cosa facevi.

Luoghi che dopo esser stati parte della tua vita per un’estate o per qualche altro motivo rivedi dopo tanto tempo.
Così è stata la mia giornata a Santa Margherita di una settimana fa, ospitato dall’amico Maurizio, che credo sia un eterno studente Erasmus incazzato come me per il mondo che ci circonda. Tempi cambiati, volti pure. Ho rivisto tanti visi e come sempre ho avuto difficoltà a riconoscere qualcuno dopo 14 anni. Uno dei miei grossi crucci.
Ho sempre tifato west coast! Santa Margherita è stata per me sinonimo di estate, di notti in spiaggia, di amori e di infanzia e adolescenza. Uno dei primi bellissimi amori della mia vita ma anche, anni prima, la casa degli zii a Stella marina, viale del Nettuno, ora venduta.
Parliamo dei primi anni 80, ai juke box c’era Raf con Self Control e ricordo ancora una storica puntura di un’aragna, le sere al campetto, il profumo di quella dolce crema solare al cocco di quei tempi (esisterà ancora?), i miei cugini, mio fratello con la prima vespa, le biciclette e le gambe sbucciate, i vicini che ci facevano giocare ai videogames Atari (pagando), e poi caldo, zanzare e pinoli.

Viale delle Sirene è una storia più recente, metà anni 90, le vacanze da universitario senza i miei, il Crocodile, la nostra capannina, l’aquilone di Massimo Melis che apriva tutti i giorni domenica compresa, i tornei di beach volley in spiaggia, le feste di ferragosto quando cominciavo a fare il dj, l’ospitalità di casa Podda e dei Siddi, il gruppo di amici e amiche che si era creato quei tempi e le decine di conoscenze fatte.
Storie diversissime in cui mi sentivo un po’ animatore un po’ ospite. Non sono mancate le notti in spiaggia o in auto, a quei tempi la mia sgangherata Clio diventata casa viaggiante quando non avevo un letto 😉
Rivedere questi luoghi è sempre emozionante anche se è difficile raccontarsi oltre dieci anni di vita in qualche oretta. Ti dicono che non sei cambiato ma non ci credi, oppure ti illudi che sia così e ringrazi per la comprensione.

Siamo cambiati eccome. L’unica cosa che non è cambiata è quel mare e quella spiaggia che riconoscerei fra mille.
Una giornata diversa, per riconquistare il tempo e i ricordi, come quando si prende una conchiglia e si vuol sentire il rumore del mare.
Resta il solito commiato simil-aeroportuale che fai con tutti quel “ci sentiamo” anche se l’appuntamento sarà tra altri dieci anni.