Se solo penso a settembre sono già stanco. Ma siamo ad agosto, basta e avanza per esserlo.

Nessuna vacanza, nessun viaggio dopo il Trentino, come mio solito. L’anno scorso ero in Norvegia, quest’anno – strano ma vero – sono in Sardegna, e pure al mare. Qualcosa non combacia, forse.

Questo mese come sapete sono qui a Santa Margherita, tra la Saia e Cala Verde, a organizzare tornei e altre attività, chiamato dall’amico Enrico che gestisce il ristobar Nonnè e i bar dei campi della Saia.

Un”animatore atipico” perché l’animazione in un condominio è ben diversa da quella in una struttura turistica: il contatto, gli spazi, i programmi, i rapporti umani, i tempi. Allora si tira su il cinema, si pensa alla festa, al karaoke, si fanno improvvisate in consolle. E poi i tornei. Poi ancora portare avanti con il mio mac il lavoro vero e proprio, le attività di comunicazione, e fare qualche dj set in giro come a Costa Rei due giorni fa.

Ho rivisto tanti amici che avevo perso. Con altri è un piacere (ri)vedersi e lavorare.

Ritornare a Santa è bellissimo, vale più di ogni altro motivo. Fare quel che ti piace poi…. Inoltre è un’estate di grandi ricordi e ritorni. Cose che non facevi da tempo: usare la bici, giocare a calcetto, giocare a calcetto senza calze, andare due giorni consecutivi al mare, sbucciarsi le ginocchia, cinema sotto le stelle, mangiare pinoli, godersi la luna in una notte in spiaggia. Che si vuol di più? Il tempo che avanza, vero, ti fa però riapprezzare la semplicità.

Poi c’è settembre. Intenso come non mai. Nuovo viaggio, idea casa all’estero, nuova casa, nuova società da far partire, nuova stagione calcistica, nuova serata (forse), nuovo Tixi (spero). Tante cose da gestire, una testa, due mani, e un cervello che va in fumo rapidamente.
Potrebbe essere il periodo dei grandi ritorni: ritorno allo stadio, ritorno in palestra, ritorno di fiamma… Lo dico sempre.

Appunto finale:

Granitari, barman, camerieri, animatori, bagnini, lavapiatti e tanto altro: quanti giovani vedi impegnati! C’è chi in estate, dopo un anno di studio, non si ferma, non si vergogna, preferisce farsi qualche soldino, sudare e lavorare, invece che stare sempre alle dipendenze di mamma e papà… BRAVI RAGAZZI!