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Marsiglia è familiare, fin dal primo sguardo

“Marsiglia è familiare. Fin dal primo sguardo”.
È bella per questa familiarità, che è come pane da spartire tra tutti“.
Dopo aver copiato impunemente queste parole dallo scrittore Jean-Claude Izzo (Ciro Auriemma e Renato Troffa mi odieranno) confermo che tutto è vero.
Stava in agenda da tempo: Insieme a Napoli e Barcellona è una di quelle città che si aprono al viaggiatore nella loro bellezza e nelle loro ferite, che offrono ancora spunti di vita non compromessa dall’urgenza di apparire città turistiche perfette.
Marsiglia fa rima con melting pot. Il cosmopolitismo in ogni angolo ha un legame indissolubile col mare, profumato e scuro, che ne fa una città aperta, un grande bazar di anime in pena ma anche di giovani studenti e bimbi in mezzo alle strade.
Una simbiosi che la rende meritevole di amore. In ogni strada, si respira la mediterraneità fatta di profumi, facce, aromi, suoni, gente. Una mediterraneità che va dall’Europa al Nord Africa abbracciando la storia di una Francia diversa, di uno specchio di mare che ha visto tante battaglie e tanti sogni.
No, Marsiglia non è una città semplice. Belle chiese e palazzi, zone urbane completamente rifatte fanno da paio con poveri in angoli della strada, sbandati e sguardi non sempre amichevoli. Un orologiaio sistema un meccanismo guardando con una lente, sotto gli occhi invidiosi di un cliente. Due uomini discutono animatamente alla fermata mentre una donna ripiega il cartone che sarà il suo giaciglio notturno.
Nei ristoranti sul porto il piatto più richiesto è un corposo tegame di cozze alla marinara con patate fritte che i turisti mangiano con voracità estrema, incuranti degli sguardi curiosi di gente come me. E poi ancora venditori di popcron, dolciumi, zucchero filato, suonatori di fisarmoniche e chitarre, rappers, ballerini e famiglie allargate di fede musulmana. Sui moli i pescatori che preparano le barche per la prossima uscita e mercatini di Natale non ancora aperti anticipano le festività.
A le Paniere un graffittaro sta disegnando una grande piovra colorata con una calma olimpica. Intorno altri graffiti passano tra protesta e poesia. Dal bel quartiere dalle vie strette arrivo alla Cattedrale di Marsiglia, colorata dal tramonto che ha deciso di regalare all’orizzonte una perfetta composizione. I bimbi giocano a palla sotto la grande chiesa bizantina, un uomo passeggia con un libro in mano fermandosi ogni cinque passi a guardare attorno, mentre una nave sta lasciando il porto col suo luccicare le to.
In questo angolo di mondo che sa di Francia, Italia, Napoli, Genova, Barcellona e Africa c’è ancora spazio per il viaggiarore che vuol farsi trascinare dalle diversità e dai colori del mondo. Dovrà accettare bellezza e asperità insieme.

Così soltanto all’orizzonte

 

Un po’ di pensieri lasciati da questa mattinata al mare…

 

 

Tutto è leggero, tutto è infinitamente lento

mentre il mondo vicino a qui scorre veloce, urla e sbraita,

qui siamo in un’altra dimensione di vita.

Cambia tutto nel giro di pochi chilometri.

 

Sono al mare, in questo mare che sa di scuro e di calmo.

Poche voci, pochi rumori, poche persone.

L’estate e il suo caos sono lontane.

È gennaio al Poetto, il mare d’inverno.

Il cielo fa tutt’uno con il mare.

così soltanto l’orizzonte diventa pensiero infinito.

 

Sto facendo una passeggiata sulla spiaggia,

c’è un odore intenso di mare e di pioggia che verrà dal cielo.

Lieve brezza ti penetra nei maglioni.

 

Sarebbe bellissimo poter rimanere qui per sempre,

essere infiniti come le onde che continuano incessanti il lavoro andare e venire

come la sabbia che in mare o sulla spiaggia ritornano sempre

stagione dopo stagione, anno dopo anno.

 

Vorrei restare su questa spiaggia, deserta e silenziosa,

così vicina ma al tempo stesso lontana dal mondo,

seduti qui per terra, felici di non chiedere altro al mondo

rimanendo comunque eterni

come ciò che scriviamo

come la musica

come uno sguardo

come un ricordo impresso nella mente.

 

Tixi