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Qualcuno con cui correre

“C’è un momento in cui si compie un piccolo passo, si devia di un millimetro dalla solita via, a quel punto si è costretti a posare anche un secondo piede e d’un tratto si finisce su un percorso sconosciuto”.

…ma il tuo libro?

Molti mi chiedono quando arriverà un mio libro. Me lo chiedeva pure il mio povero padre, prima che morisse. La sento quasi come una promessa, eppure…sono fermo qui a scrivere cazzate su facebook. O a scrivere per il mio lavoro (ah, ma non sei solo DJ? E che lavoro fai? Spero roba seria…)
Sono così paranoico che quando provo a portare avanti dei progetti che ho (ebbene sì, esistono appunti sparsi e altro) mi chiedo: ma chi lo leggerà? Chi verrà alla presentazione? Ma non è stato già scritto? Cosa c’è di nuovo? Seghe mentali mode on.

Poi, puntualmente, “ma quanto sei bravo…!” e poi quella domanda imbarazzante, quando ci sarà il libro e perché non lo scriva. Qualcosa in lavorazione c’è e davvero mi piacerebbe. I viaggi alimentano questa voglia di scrittura che si perde in mille rivoli quotidiani.

Ma c’è qualcosa che non mi fa andare avanti, forse la pigrizia, forse la mancanza di disciplina, forse la mancanza di un mentore che mi segua, forse il lavoro per sopravvivere che toglie tempo ed energia a un progetto così profondo. Eppure una promessa dovrebbe essere mantenuta. E il demone della scrittura, questo strano mistero che alimenta pensieri e mani, grida vendetta.

Un altro libro finito

Mi son fermato qui. Ho ordinato un caffè senza pretese in un bar della vecchia Praga. Mi sono seduto. Ho acceso l’Ipad. Finito un libro. Ho passato un’ora grondando di curiosità per vedere quel che sarebbe successo, mentre il mondo passava fuori dai vetri ed un calore familiare mi coccolava.

Ultima pagina, finito.

Era “Chiedo scusa” di Frisko.

Il mio libro

È successa una cosa speciale, unica: giorni fa, in aereo, arrivando qui a Malta, ho ripreso in mano il libro che sto scrivendo. Ho aperto i file, ho ricominciato a lavorarci.

Forse non lo sapete – quelli che mi seguono con attenzione invece sì – che da un anno e più sto scrivendo un libro. Da tempo ci provo. Ma ho come un ostacolo dentro che non mi fa andare avanti, quasi la paura di mostrare quello che scrivo e vederlo stampato, di aver paura che nessuno lo legga.

Sono uno stupido, vero, ma posso dirlo? Sono classiche seghe mentali di chi scrive come me. Solo loro possono capirlo.

Di solito non riesco mai nemmeno a rileggere le mie storie o i miei articoli, come se mi vergognassi e le lasciassi al mondo senza possibilità di rimetterci mano. Le abbandono così, incurante che magari possano essere corrette e unite in un sottile filo d’Arianna che le faccia diventare qualcosa di più che stati di facebook o pagine di un blog.

Ma qualcosa si è mosso…