Molti mi chiedono quando arriverà un mio libro. Me lo chiedeva pure il mio povero padre, prima che morisse. La sento quasi come una promessa, eppure…sono fermo qui a scrivere cazzate su facebook. O a scrivere per il mio lavoro (ah, ma non sei solo DJ? E che lavoro fai? Spero roba seria…)
Sono così paranoico che quando provo a portare avanti dei progetti che ho (ebbene sì, esistono appunti sparsi e altro) mi chiedo: ma chi lo leggerà? Chi verrà alla presentazione? Ma non è stato già scritto? Cosa c’è di nuovo? Seghe mentali mode on.
Poi, puntualmente, “ma quanto sei bravo…!” e poi quella domanda imbarazzante, quando ci sarà il libro e perché non lo scriva. Qualcosa in lavorazione c’è e davvero mi piacerebbe. I viaggi alimentano questa voglia di scrittura che si perde in mille rivoli quotidiani.
Ma c’è qualcosa che non mi fa andare avanti, forse la pigrizia, forse la mancanza di disciplina, forse la mancanza di un mentore che mi segua, forse il lavoro per sopravvivere che toglie tempo ed energia a un progetto così profondo. Eppure una promessa dovrebbe essere mantenuta. E il demone della scrittura, questo strano mistero che alimenta pensieri e mani, grida vendetta.