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Mai morire se si è famosi

Ogni volta che muore un personaggio noto l’esercito dei detrattori e dei criticoni si riattiva. Obiettivo? Sminuire la sua figura. Allora cominciano le ricerche affrettate di qualcosa che possa gettare luce negativa sul defunto. Si rovista il web per trovare il pelo nell’uovo a cadavere ancora caldo e dimostrare al popolino che ricorda quanto di buono e bello ha fatto il suddetto che non sia così come credono. E’ il web, sempre pronto a mostrare il suo lato di odio e disprezzo.

Tu pensa: persone che spendono tempo della propria vita per sminuire altri. Persone arrabbiate.

Quanti ce ne sono? Quanti non sopportano gli altri? Quanti non sopportano il successo altrui? Allora commentano con veleno. 

Quindi, dopo le celebrazioni di Bud Spencer sono cominciate le ironie e le critiche. E’ stato candidato di Forza Italia, questa l’accusa. Secondo alcuni, i soliti maestrini, tale impegno politico non può valere il rispetto e il valore di quanto fatto. Una macchia indelebile, quasi fosse un assassino. Ovviamente perchè non stava dalla loro parte.

Chi fa qualcosa di bello deve sempre essere discusso. Nessuno fa passare niente. Vogliamo la perfezione degli altri ma non ci chiediamo se noi per primi siamo perfetti e immuni da vizi.

Le foto e la rete

Il problema non sono le foto. Capisco bene sia la scelta di pubblicarle sia quella di non farlo. Ci sono ragioni valide. Il problema è tutto intorno. Si parla di foto e non di guerre, di disperazione, di uomini. Ogni fatto è una immensa polemica e guerra di posizione. Urla continue. E finisce questa, ne inizia un’altra.
Sono stanco. Di leggere e di informarmi.

Da tempo è stato superato ogni freno inibitore, ogni delicatezza, ogni rispetto per il genere umano: dagli articoli ai post, dai commenti ai video.

Ti colleghi e leggi sempre di peggio. Utenti, testate, giornalisti, amici. Una gara continua. Nessuna distinzione tra un pensiero ragionato e una coglionata. La rete omologa tutto e rende tutto accettabile. E nell’accettazione il peggio diventa dominante.

I nostri canoni si abbassano, i nostri pensieri pure, adeguandoci alla massa. Rischiamo di prendere le sembianze di chi disprezziamo. Mostri.
Vedere foto, parlare di morti, esultare per disgrazie. Lo facciamo oramai con leggerezza. Ci passano i cadaveri, i veleni scritti dai nostri contatti come pane quotidiano.
Bisogna dare un taglio. Almeno sceglierci chi ascoltare e cosa vedere. Chi partecipa alle nostre discussioni. Cosa e quando partecipare.

Cambiare aria, strada, contesti, interlocutori. Selezionare. Iniziare, con forza. Con tante persone.

O la rete le ingoierà con noi e odieremo tutti, sempre che non sia già troppo tardi.

Tragedie greche

È proprio vero che esistono periodi di forte entusiasmo e quelli di tristezza. Nelle ultime settimane siamo passati dall’uno all’altro estremo e siamo in quella condizione che, se avessimo un indicatore, si potrebbe definire “tendenti all’entusiasmo”. Le ultime serate, la disco, la palestra, il teatro, tante idee per la testa. C’è poco calcio, ma lo sapete dai… Read More