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La lezione della corsa

Sono tornato a casa felice. Ho chiuso la mia Deejayten qui a Milano, la corsa di dieci chilometri organizzata ogni anno da Radio Deejay. Il primo obiettivo era arrivarci e farla, poi magari farla decentemente.

I risultati finali, grazie all’SMS con i tempi che ti arriva grazie al chip montato nella tua pettorina, sono stati davvero lusinghieri: 55 minuti, nella media di 5:30 minuti per il percorso di dieci chilometri. Oltre ogni aspettativa, anche perchè in allenamento stazionavo tra i 5:50 e i 6:10.

Certo, dieci chilometri sono solo un inizio. Mi scusino i veri atleti per tanto entusiasmo. Le distanze sono tante. Almeno il doppio. Se penso che New York è 42 chilometri abbondanti, torno con i piedi per terra.

Lasciatemi godere di questo momento, però.

La corsa è una piccola grande lezione di vita: preparare un obiettivo per mesi, piccolo ma per uno come me (abituato a fare 4/5 chilometri di media) già importante. Soffrire fino alla fine, quando sembra più complicato di quanto credevi allenandoti perchè emergono emozione, tensione e paura. Poi, quando finisci, dopo esserti sfondato con la busta ristoro (tè, barrette, noccioline, grana e tanto altro ben di dio) cronometro alla mano, veder di aver fatto il tempo migliore (5:30/km di media) e pensare già alla prossima.
In fondo ce la puoi fare, se ti alleni e se hai pazienza e non ti arrendi. Così funziona il mondo.

Vita da dj

Fare il dj non è solo salire sulla consolle, essere conosciuto e mettere tutto il tuo intuito e genio per far divertire la gente (e non è detto che si riesca). Delle serate mi piace notare i particolari e ricordarmi gli intrecci: i genitori che aspettano con ansia i figli all’uscita, i miei litigi con il computer, vedere in azione i colleghi amici dj e la loro diversa concentrazione e linea musicale, gli abbordaggi spesso improbabili in pista dei clienti, il mare che luccica e la luna sullo sfondo di ogni notte d’estate, i profumi dei paninari all’uscita e le tante persone che ti fermano in serata, un saluto nella loro gestualità e due parole sempre da condividere, o una foto, spesso anche chi non ti aspetti che pure ti segue e sa tutto di te tramite i social. 
La musica e quella euforia poi si dirada quando accendi il motore e la serata diventa un file da archivio dei ricordi. E non puoi che ringraziare che tutto questo continui ad accadere. 
Ok, valigia da fare, due ore di sonno e poi volo Cagliari-Bergamo.

Eppure, non so perché, ma oggi sono triste di andar via.