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4 maggio, un nuovo inizio

Lunedì 4 maggio, un nuovo inizio. La data di lento ritorno alla normalità dopo quasi due mesi di quarantena.

In questo periodo abbiamo pensato tanto, ci siamo annoiati, abbiamo rafforzato passioni e idee, abbiamo riorganizzato la vita ma abbiamo anche temuto il peggio, fermi dalle nostre attività lavorative e lontani dagli affetti. Purtroppo è stato un periodo difficile, pieno di dolore e tragedia.

Avevamo dato per scontate la libertà e la salute che mai avremmo immaginato di poterci trovare in questa situazione. La vita è cambiata da un giorno all’altro. Tre mesi fa vedevamo lontano il coronavirus, uno strano fenomeno che interessava solo la Cina. Oggi sappiamo che può mettere a rischio un’intera umanità e farci cambiare completamente le abitudini.

Sarà la stessa normalità?

Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma ci sarà chi cercherà quella normalità perduta e chi invece no. Saprà che ci sarà una nuova normalità e ha visto questo tempo sospeso come un’opportunità per resettare, ripartire, cambiare. Un nuovo inizio. Siam sicuri, poi, che quella normalità di stress, velocità, consumismo, competitività, ambizione, successo senza regole ci piacesse davvero? E che fosse così sana?

Benvenuto 4 maggio

Così, ripartiamo. Chissà come saremo. Non nascondo di essere emozionato ma di portare dentro il peso di quello che abbiamo fatto per tutte queste settimana.

Ho cercato di capire, migliorarmi e trovare nuove strade. Ho fatto tantissime dirette live con persone (ecco il mio canale YouTube), ascoltando storie e pensieri, ho scritto e fatto musica. Mi son fermato a riordinare le idee, ho letto qualche buon libro, imparato diverse cose nuove.
Ora è il tempo dell’attenzione, del rispetto per le regole e responsabilità massima. Siamo tutti parte di una comunità in cui il comportamento dei singoli fa la differenza. Usciremo e dovremo essere ancora più attenti.  Nulla è finito, nulla è passato e sentiamo ancora il peso delle vittime del coronavirus e il grandissimo lavoro di chi ci ha protetto, a partire dal personale sanitario.

Ci sono tre piccole idee per ripartire che volevo condividere con te:

1. Anticipa la giornata

Che sia mezz’ora o un’ora prima bisognerà ripartire in anticipo. Servirà per permetterti di avere più tempo a disposizione per qualcosa, per riuscire a fare di più, anche solo per meditare e respirare o riordinare le idee. Un tempo guadagnato, consigliato specie la mattina quando possiamo godere della freschezza e del silenzio. Provaci!

2. Scrivi la tua to do list

Cosa puoi fare durante la giornata? Ogni mattina oltre a fare un bilancio della giornata prima, provo a scrivere alcuni impegni. Qualcuno consiglia di scriverli anche la sera prima. Portali con te, nell’agenda, in un notes o nel cellulare. La todolist ti servirà come se fosse una bussola per orientarti e suggerire le priorità, senza dimenticare di lasciare del tempo per te. E non dimenticarti di scrivere il diario, come ti avevo suggerito tempo fa in questo articolo.

3. Elimina il superfluo

Quante cose sono inutili nella vita? Ce ne siamo accorti nella quarantena. Possiamo fare a meno di tanti oggetti, da riordinare, regalare o vendere (se possibile). Anche di collaborazioni, impegni, idee. Ancora possiamo rivedere i rapporti con le persone: forse questo periodo ci ha raccontato di quanto sia importante scegliere i giusti compagni di viaggio. Diminuisci, abbi meno scelte, segui la teoria del minimalismo (ecco cosa avevo scritto), tieni solo le cose e persone necessarie alla tua vita e alle tue passioni o che comunque ti arricchiscono. Scommetti che siano almeno la metà di quelle che hai ora?

Il 4 maggio è qui. Che sia un nuovo inizio, un’occasione per migliorare e riabbracciare le cose veramente importanti della vita! 

Consigli per la visione: Genio Ribelle

Consigli per la visione, specie ai più giovani: Will Hunting, Genio ribelle. 

Ricorda a chi ha qualità e talento che deve lasciare il suo piccolo mondo e ambire a qualcosa di più di una vita mediocre. Ricorda che bisogna anche allentare la presa sulla vita anche quando la vita ci ha tirato dei colpi bassi, amare le imperfezioni e aprirsi agli altri. 

La nostra libertà di scegliere dipende da quanto siamo disposti a conoscere la realtà, a farci illuminare da essa, a scrutare (e a farci scrutare) nel profondo del nostro animo.

Allerta meteo, cosa fare

So benissimo che non scopro l’acqua calda (battuta infelice) ma mi pare che sia comunque interessante far circolare informazioni.

Le allerte e i fenomeni atmosferici. Una buona informazione può comunque essere utile per avere alcuni riferimenti su cosa fare. Ecco un insieme di indicazioni tratte dal sito della Regione Sardegna.

Cosa fare durante l’emissione di un’allerta per il rischio meteorologico, idraulico e idrogeologico:

È utile avere sempre a disposizione una torcia elettrica e una radio a batterie, per sintonizzarsi sulle stazioni locali e ascoltare eventuali segnalazioni utili;

Tieniti informato sulle criticità previste e/o in atto sul territorio e le misure adottate dal tuo Comune;

Condividi quello che sai sull’allerta di protezione civile e sui comportamenti corretti;

Assicurati che tutte le persone potenzialmente a rischio siano al corrente della situazione;

Non dormire nei piani seminterrati ed evita di soggiornarvi;

Proteggi con paratie o sacchetti di sabbia i locali che si trovano al piano strada e chiudi le porte di cantine, seminterrati o garage solo se non ti esponi a pericoli;

Rimani preferibilmente a casa;

Se ti devi spostare per forza, valuta prima il percorso ed evita le zone a rischio di allagamento ;

Valuta bene se mettere al sicuro l’automobile o altri beni: può essere pericoloso per te e per gli altri;

Verifica che la scuola di tuo/a figlio/a sia informata dell’allerta in corso e sia pronta ad attivare il piano di emergenza;

Insegna ai bambini il comportamento da adottare in caso di emergenza, come chiudere il gas o telefonare ai numeri di  soccorso.

Cosa fare durante l’emergenza:

Se sei in un luogo chiuso

Non scendere in cantina, nel seminterrato o garage per mettere al sicuro i beni: rischi la vita;

Non uscire assolutamente per mettere al sicuro l’automobile o mezzi agricoli: c’è pericolo di rimanere bloccati dai detriti e di essere travolti dalla forza dell’acqua. Mai combattere con l’acqua e i detriti, sono più forti loro;

Se ti trovi in un locale seminterrato o al piano terra, sali ai piani superiori. Evita l’ascensore: si può bloccare. Aiuta gli anziani e le persone con disabilità che si trovano nell’edificio, se da solo non ce la fai, chiedi aiuto ai vicini abili o le forze destinate ai soccorsi: prima il C.O.C. del Comune (il numero di telefono lo trovi nel Piano di protezione civile), poi, se non riesci con il C.O.C., i Vigili urbani, squadre di Volontariato comunale, Corpo forestale e di vigilanza ambientale, Carabinieri, Polizia;

Se abiti a un piano alto, offri ospitalità a chi abita ai piani sottostanti e, viceversa, se risiedi ai piani bassi, chiedi ospitalità;

Chiudi il gas e disattiva l’impianto elettrico e quello di riscaldamento. Non toccare impianti e apparecchi elettrici con mani o piedi bagnati;

Non bere acqua dal rubinetto: potrebbe essere contaminata;

Limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi;

Tieniti informato (internet, radio, televisione) su come evolve la situazione e segui le indicazioni fornite dalle autorità.

Se sei all’aperto

Allontanati dalla zona allagata: per la velocità con cui scorre l’acqua, anche pochi centimetri potrebbero farti cadere. Un’automobile galleggia in poco più di 30 cm d’acqua, nonostante pesi oltre una tonnellata: l’acqua può spazzarvi via come fuscelli se tentate di opporvi! Non entrate mai nell’acqua in movimento con un’automobile anche se vi sembra di conoscere la strada, meno che mai in un sottopassaggio allagato;

Raggiungi rapidamente l’area vicina più elevata evitando di dirigerti verso pendii o scarpate artificiali che potrebbero franare;

Fai attenzione a dove cammini: potrebbero esserci voragini, buche, tombini aperti ecc.;

Evita di utilizzare l’automobile: anche pochi centimetri d’acqua potrebbero farti perdere il controllo del veicolo o causarne lo spegnimento; rischi di rimanere intrappolato assieme a chi è dentro la macchina;

Se sei in auto, non tentare di raggiungere comunque la destinazione prevista, ma trova riparo nello stabile più vicino e sicuro. Evita sottopassi, argini, ponti: sostare o transitare in questi luoghi può essere molto pericoloso;

Limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi;

Tieniti informato su come evolve la situazione e segui le indicazioni fornite dalle autorità.

Cosa fare dopo l’emergenza:

Segui le indicazioni delle autorità prima di intraprendere qualsiasi azione, come rientrare in casa, spalare fango, svuotare acqua dalle cantine ecc.;

Non transitare lungo strade allagate: potrebbero esserci voragini, buche, tombini aperti o cavi elettrici tranciati.

Inoltre, l’acqua potrebbe essere inquinata da carburanti o altre sostanze;

Fai attenzione anche alle zone dove l’acqua si è ritirata: il fondo stradale potrebbe essere indebolito e cedere;

Verifica se puoi riattivare il gas e l’impianto elettrico. Se necessario, chiedi il parere di un tecnico;

Prima di utilizzare i sistemi di scarico, informati che le reti fognarie, le fosse biologiche e i pozzi non siano danneggiati;

Prima di bere l’acqua dal rubinetto assicurati che ordinanze o avvisi comunali non lo vietino; non mangiare cibi che siano venuti a contatto con l’acqua dell’alluvione: potrebbero essere contaminati.

Da tenere a portata di mano.

È utile inoltre avere sempre in casa, riuniti in un punto noto a tutti componenti della famiglia, oggetti di fondamentale importanza in caso di emergenza quali:

Kit di pronto soccorso e medicinali

Generi alimentari conservabili, non deperibili

Scarpe pesanti, stivali di gomma

Scorta di acqua potabile

Vestiario pesante di ricambio

Impermeabili leggeri o cerate

Torcia elettrica con pila di riserva coltello multiuso

Fotocopia documento di identità

Chiavi di casa

Valori (contanti, carte di credito, preziosi)

Carta e penna.

13 pillole di come mi piace viaggiare

Molti spesso mi chiedono consigli, una sorta di vademecum. Mi chiedono di spiegare come viaggi e con quale ideale.

Ecco, volevo scrivervi alcune idee, una lista non-definitiva del mio modo di viaggiare, opinabilissima ci mancherebbe. E magari ci sono tante altre cose che mi son dimenticato.

1) partire da soli (alternativa: compagni di viaggio selezionatissimi, ma vi mancheranno alcune belle cose del viaggio: la sfida, l’introspezione, la solitudine, la lingua);
2) affittare bnb o stanze o airbnb (no alberghi);
3) sforzarsi di parlare sempre la lingua del luogo;
4) portarsi il minimo indispensabile, vestire semplice;
5) fare la spesa: risparmierete tanto!
6) muoversi il più possibile con mezzi pubblici, o bici o a piedi;
7) scegliere le basse stagioni;
8) utilizzare la promozione vodafone per l’estero;
9) frequentare bar e osterie;
10) evitare i circuiti turistici e i turisti per quanto possibile, fidarsi dei percorsi alternativi;
11) assaggiare i cibi locali;
12) raccontare il viaggio in un blog o sul social;

13) portarsi sempre un completino da corsa.

Insomma, partire, partire sempre! Non saranno mai soldi spesi male e vi farà aprire la mente e cambiare tante convinzioni.

Potere dei feedback

Ogni locale e attività dovrebbero incentivare i feedback del cliente.

Alle Terme di Milano mi hanno chiesto esplicitamente di giudicare il servizio e scrivere un consiglio.

Ho lodato il loro modo di fare offrendo alcune “critiche” operative: accappatoi senza tasche e pochi punti d’appoggio per gli oggetti. Esprimevo pareri da utente, magari serviranno magari no.

Spesso mi piace scrivere suggerimenti, qualche volta non la predono bene, qualche volta rompo perfino amicizie (come non ricordare?), altre volte ringraziano e magari migliorano.
Chiedo io stesso consigli agli altri per le mie attività, a chi credo possa darmi idee e soluzioni, a costo di criticarmi. Serve tantissimo il punto di vista altrui.
Alla fine se non è il cliente, con i dovuti modi, che ti dà suggerimenti e consigli, chi lo dovrebbe fare?
E ne avrei per tanti, ohi se ne avrei. Mi piace pensare a cosa sia migliorabile per gli altri.

Solo che molte volte evito, per buona pace. Si sa mai qualcuno si offenda.

Dispensar consigli fa male (ma non possiamo farne a meno)

Dispensare consigli è un modo ottimo per rovinare contatti e amicizie. In poche parole fa male. Fa danni.

Forse dovrei evitare di dire “occhio che davanti c’è un burrone” oppure “senti, la tua attività fa schifo per questo e quel motivo”. Oppure “guarda, così facendo non troverai mai lavoro” ovviamente spiegando anche il motivo.

Quando sentirò le persone schiantarsi e domandarmi “perché non mi hai detto nulla?” risponderò “scusami, ma ti saresti offeso”.

È uno dei nostri grandi dubbi: ha senso farlo? Ha senso rischiare? Forse sì, forse no.

Tanto continuerò a farmi del male e a dispensar consigli.

Inutili consigli per chi scrive

In questi anni sono cresciuti a dismisura blog e siti web dove tanti, soprattutto giovani, si cimentano con la scrittura coltivando il sogno di entrare a lavorare in una redazione importante. Read More