Il freddo non è per nulla impertinente nel tragitto tra ostello e stazione Midi.
Niente petit dejeuner, i bagordi di ieri sera meritano di essere recuperati con la frutta. Mi fermo al primo negozio, scelgo mandaranci, una mela e una banana, pago e vado a prendere il treno. La mia leggerezza di viaggio cozza con i tanti senzatetto che incrocio, e porta l’attenzione sulle parole destino e fortuna. Direzione Gent e poi Bruges, almeno questo è il pensiero ma potrei cambiare, non ho nessuna prenotazione e nessuno che mi aspetti.
Perdo per un secondo il primo treno, per Gent ci sono treni che passano ogni dieci minuti. Alla banchina una coppia e un ragazzo, pantaloncini corti, che rompe il silenzio aprendo una busta di patatine. Seconda classe, vagone pulito, mi accomodo. La mia frutta diventa dolce colazione e Bruxelles una pellicola che si muove dal finestrino.