“E anche l’ultimo cdj è andato….mi sono costati tanti sacrifici e darli via così mi ha fatto un po di tristezza, ma evidentemente il destino su quella strada proprio non mi ci ha voluto far andare….si chiude un’altra porta e finisce un altro sogno”
Leggendo questo stato di un amico (Lorenzo) ho pensato a come i sogni non sempre si possano realizzare. Eppure lui è uno in gamba, l’ ho sentito spesso mixare, ottimo gusto e tecnica, fronte hiphop ricercato, quindi forse gli è mancata un po’ di fortuna e non è detto che questa prospettiva non gli si riapra. Ha forse scelto un momento infelice per l’hiphop oppure ha sbagliato strategia.
Volevo parlare di sogni ingannevoli, infatuazioni di qualche periodo della nostra vita.
Da piccolo pensavo di essere un campione di calcio. Segnavo una valanga di reti tra tornei e partitelle sotto casa. Ho fatto la scuola calcio, ho giocato in squadre di calcio a 11 e calcio a 5. Ma tanti erano più bravi di me. Eppure per anni ho accarezzato pure il sogno di diventare un campione. Poi mi sono accorto che sapevo scrivere, mi appassionava, e mi piaceva organizzare. Poi è arrivata, quasi casualmente, la musica. La storia poi la conoscete….
Dove voglio arrivare con questo flashback adolescenziale? Al fatto che tutti sappiamo fare qualcosa, magari benino: non sempre quel qualcosa, quel sogno può trasformarsi in una professione. E non sempre possiamo realizzarla.
Non sono parole per annientare chi ha un sogno, ci mancherebbe. È solo realismo, utile realismo. Molti perdono tempo inseguendo sogni che non riusciranno mai a realizzare perché non sono autocritici, non si guardano dentro, non sono giudici di sé stessi e, peggio ancora, danno la colpa agli altri per il proprio insuccesso. Si riempiono di gelosia e invidia per chi è riuscito.
Non vi dico quanta gelosia porti lavorare in alcune serate: ci sono persone che fanno di tutto per calpestare il tuo lavoro. Non capiscono che spesso dietro una consolle ci sono anni di lavoro e di esperienza. Non è casuale quello che fai, come metti un disco, come inizi un dj set, la scelta della playlist. Per alcuni sono cose scontate, “ci riescono tutti”. Non è così. Forse è casuale quando lavori qualche anno, ma non quando sono oltre dodici non può più essere un caso. E non vi dico quanto sia difficile tenerlo acceso, quanto mi metta in gioco, quanti inizi, quante difficoltà, con la consapevolezza che prima o poi debba finire e resti un bel ricordo.
Ci sono tante cose che facciamo per infatuazione del periodo: quanti hanno deciso nella loro vita di fare il dj giusto perché amavano la musica e la figura del dj? Tantissimi. Quanti hanno pensato di essere calciatori, organizzatori, giornalisti, modelle, grafici? Migliaia. Alcuni smettono, altri riescono, altri proseguono senza porsi il problema di essere bravi.
Riconoscere il proprio talento: se lo hai, emerge sempre, magari bisogna solo trovare strategie migliori. Oppure avere l’onestà (cosa rara) di ammettere che non si possiede e chiudere una pagina. Non basta un po’ di entusiasmo e qualche amico che ci sostiene (quelli vi fregano, state attenti!) per farvi prendere una strada.
È strano che lo scriva uno come me che incita sempre al sogno, ma si evita di perdere tempo nella propria vita e si usano le proprie energie per qualche altro sogno, che sicuramente avrà più possibilità di realizzarsi.