Mi scuserete se a dispetto degli ultimi tempi, quando ho deciso di usare con parsimonia questo strumento che si chiama facebook, nelle ultime ore scriva tante riflessioni nel mio profilo https://www.facebook.com/nicola.montisci.tixi. Tantissime. Di tanti colori. Ironiche, provocatorie, serie.

Tutto questo è il mio pensiero del momento, anche suggestionato dal viaggio in Francia di pochi giorni fa. Ma, sia chiaro, qui NON troverete MAI nessuna verità, nessuna certezza, nessuna ragione. Solo una posizione in evoluzione. Quindici anni fa ero uno che avrebbe tifato per gli interventi militari. Poi il tempo è cambiato: il tempo, i viaggi, le amicizie, le inimicizie, le letture. Qualcuno ha apprezzato altri mi hanno dato del traditore rincoglionito. Ma si cambia.

Io sono uno che si pone mille domande, mille interrogativi. Senza pretese, malgrado dai toni sembri altro. Che prova a ragionare e comprendere cosa succede ma sa bene che è praticamente IMPOSSIBILE.
E quando lo fa, mette a disposizione il suo pensiero per chi è interessato: nessuno di voi è obbligato a leggermi, anzi, se vi sto sui coglioni, se non vi interessa, come penso, potete eliminarmi e so che qualcuno lo ha anche fatto. Forse molti hanno l’idea che un DJ (molti mi conoscono così) non possa avere un pensiero e che debba solo scrivere idiozie per paura di perdere like e simpatie (e vi assicuro che per le mie riflessioni tante amicizie sono andate perdute). Purtroppo, malgrado la mia passione per la disco e per la musica e il divertimento, NON sono quel tipo di personaggio.

Una certezza si è consolidata nel tempo: non c’è speranza con le armi. Non c’è speranza senza dialogo. Non c’è speranza quando i soldi prevaranno sulle logiche dei rapporti tra le persone e tra gli stati. Non c’è speranza nell’ignoranza. Non c’è speranza quando si parlerà di guerra, odio e scontro. Quando le religioni diventeranno strumento d’odio. Non è buonismo, è buon senso. E non è solo una questione di armi e milizie: anche di parole. Di voglia di sapere, informarsi e di provare a rispondere a quelle domande che ti fai ogni giorno, non solo ad accettare gli eventi passivamente.