Quando arrivano le sconfitte

 

Perdere non piace a nessuno. Soprattutto in certi modi.

Stanotte ho dormito poco e male.

I risvegli, dopo certe sconfitte, sono davvero freddi. Come quando a casa ti manca il riscaldamento oppure la coperta ti è caduta dal letto.

I miei risvegli dopo le sconfitte in questi anni sono stati, fortunatamente pochi, ma sempre amari.

Allora rivedi il solito film: giochi una buona gara, fai tanti tiri in porta, colpisci pali, affronti un portiere formidabile e una squadra motivatissima ancora più caricata dalla presenza di una squadra giovanile nazionale come avversaria.

Ma esci con un pugno di mosche.

Il campo ci ha voltato le spalle, la beffa è arrivata a due minuti dal termine per poi concretizzarsi in un altro palo trenta secondi dopo.

Il mister passa ore a spiegarsi le scelte, a cercare di domandarsi “cosa avrebbe potuto fare”, quali soluzioni e stratagemmi non ha messo in atto in quei momenti. A rimettere assieme le scene e volerle tagliare come un regista che deve decidere il finale migliore per lasciare lo spettatore con un sorriso.

Ieri invece non era un film: è stata la seconda sconfitta, forse la più cocente dell’anno.

Arriva dopo un girone d’andata che è stato ottimo, unendo punti a discrete prestazioni al di là di mille problemi che la nostra squadra ha affrontato, e di questo mai dimenticarsi.

Questo risultato non può però mettere in discussione quanto abbiamo fatto fino ad oggi. Deve insegnarci qualcosa.

Forse le troppe vittorie (e i complimenti che abbiamo ricevuto) ci hanno fatto male. Hanno fatto male anche al sottoscritto. Ci hanno fatto credere troppo nelle nostre possibilità, anche quando le giornate sono storte, come ieri.

Ci hanno fatto credere che comunque ce l’avremmo fatta con le nostre forze, che prima o poi l’avremmo buttata dentro.

Non mi piace prendermela con pali e traverse, sfortune e portieri avversari. Esistono per tutti.

Dobbiamo prendercela con noi stessi.

Forse abbiamo perso per strada un po’ di umiltà.

Questo è il segnale che dobbiamo ributtarci nella mischia e lavorare ancora di più e meglio non dando più per scontato nulla: una palla da recuperare, un’azione da concludere, un recupero difensivo. Nei dettagli si costruiscono le vittorie migliori.

Lo sport, come la vita, non dà mai certezza. La forma della palla è il simbolo: non sai mai dove può andare, anche quando credi di poterla controllare agevolmente e di aver raggiunto qualcosa. La palla ti frega.

Questo weekend ci servirà per resettare l’amarezza, consapevoli che tutti subiscono delle sconfitte.

È un fatto normale della vita. Spesso la sconfitta è, in realtà, un bene che ci capita sotto falsa apparenza. Molte volte non solo conduce alla rivincita ma addirittura produce circostanze migliori perchè ti indica dove devi lavorare.

Abbiamo tutto il tempo e tutte le risorse per rialzarci quanto prima da questa caduta. Io ho certezza che questa squadra ci darà grandi soddisfazioni.

Non sarò un mister infallibile, non avrò un’enorme esperienza, ma credo che gli sforzi di tutti, i sacrifici e la lezione di questa gara daranno frutti.

Due frasi interessanti che mi hanno fatto riflettere oggi e con cui concludo:

“Non lasciare mai che le tue passioni vincano sui tuoi Principi, perché anche se vinci.. Perdi.”

M. Miyagi

“Le persone cambiano comunque. Con i successi, gli insuccessi, una gioia o un dolore, una vittoria o una sconfitta. 

Anch’io sono cambiato ma la direzione è sempre quella”. 

Ivan Basso

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