Viaggiare è bellissimo, viaggiare per la musica lo è di più. Eccoci, nuova tappa, Milano. Stasera in un locale che si chiama Davai, in Largo La Foppa.

Pronto a misurare questa malattia che mi porto dietro da quasi vent’anni, fare il dj, in un nuovo scenario. Mi rilasso un pochino nel silenzio della mia stanza d’albergo. Mentalmente penso alla serata ma non troppo. Tutto dovrà andare secondo l’emozione. House, 118 fino ai 124, provando a mettere quello che il cuore sente e che l’occhio percepisce. Una playlist nasce così, frutto di un insieme di indicazioni del momento: la gente, il locale, l’impianto, il mood.
È una nuova sfida. Bisogna sempre alzare l’asticella, provare a mettersi in gioco e discussione, specie nella musica dove oramai la concorrenza è tanto e spesso al ribasso. E allora la scelta è su tre strade: smettere, adeguarsi alla massa o trovare una strada.

Io preferisco la terza, ancora complicarmi la vita a rischio di fallire. Vivere di sfide per imparare e creacere. E le sfide vanno fatte dove c’è incertezza di riuscire, dove devi per forza tirar fuori gli attributi.

La musica mi ha dato tanto, mi ha “salvato la vita”. Penso anche stavolta a Milano darà le risposte che cerco.