Ho fatto finalmente i biglietti. Avevo urgenza di partire un po’ via. Da giorni non trovavo gli incastri perfetti. È stato il primo pensiero del nuovo anno. Stupidamente, ma il primo. E come sempre la scelta è andata ancora sulla Spagna, i Paesi Baschi, l’oceano. Il nord non ancora visto.Poi mi sono fatto una doccia, con profumo di bagnoschiuma vestito con la tuta di una mia ex società. Inguardabile, Spettinato, sono uscito in città fermandomi al primo bar per colazione, lo Splendor. Divincolata la macchina tra i classici parcheggi in seconda fila e trovo il mio spazio. Una deliziosa barista vestita di rosso mi ha ricevuto con un sorriso e gli auguri: cappuccino, pasta e mezza naturale. Pagato e fuggito via ascoltando due gaggi cresciuti che si confrontano a suon di tagazzu è. Poi sono andato in cerca di una libreria aperta, ma nulla.
Ieri sono stato bene: non ho fatto nulla che potesse definirsi straordinario, epico, fiammante, storico, esclusivo, selezionato, evento, magnifico (termini molto in voga per raccontare cose semplici e farle apparire stravanate) ma quanto bastava.
Una cena con amici.
Se penso a un anno fa a Barcellona, il giro delle disco, quota 5 in una notte e tornando a casa dopo l’alba il salto è bello grosso… Nulla di cui vergognarsi, cose da rifare, che rifarò. Ma stavolta avevo necessità di abbassare il ritmo e di ritrovarmi, ogni tanto. Tutto previsto, anche quella di scegliere di non lavorare in disco. Ma come, tu, dj Tixi?
Non potevo esagerare, arrivando da un periodo fisico di merda e voglio uscirne.
E poi voglio recuperare stimoli e motivazioni, stare a maggese, posso divertirmi come un folle in un qualsiasi giorno dell’anno e magari vivere il 31 come una serata quasi normale, senza dover timbrare il cartellino. È tutto normale per me, strano per gli altri. Sconvolti all’idea.
La vita è un continuo passaggio tra alte e basse frequenze. Ogni tanto ci facciamo del male, ogni tanto è normale.
Qualcuno la chiamerebbe depressione io la chiamo semplicemente VDNRIC voglia di non rompermi i coglioni. Spesso ti prende e la comprendi solo tu che la vivi.
Azzero tutto e riparto.