Il caffè sui pantaloni

Oggi a pranzo mi fermo in un noto bar in via Pessina, di cui mi parlano sempre bene, mangio un’insalata con un amico, il tempo scorre, va tutto bene ma ci attende il gran finale: il cameriere mi rovescia il caffè sui pantaloni.

Due scuse veloci, e va via fischiettando.

Io resto un po’ così, ma son comprensivo. Non me la prendo più di tanto. Ora del conto. Ti aspetteresti che ne so magari delle scuse ufficiali, una parola simpatica e uno sconto, visto che dovrò portare i pantaloni a pulire, (almeno così farei se avessi un bar e fosse accaduto un incidente) magari per riconquistare un possibile cliente scontento. La cassiera batte le portate, evidentemente il cameriere non ha comunicato nulla, faccio presente con simpatia che un caffè è finito sui miei pantaloni e lei “eh, succede“. Nessun interesse per capire. Logico? Non credo. Pago con un sorriso e vado via. A cambiarmi.

Come non comportarsi con un cliente: lezione di marketing. Eppure ho notato in tanti locali uno sforzo per migliorare questi aspetti, che fanno la differenza spesso più della location e della bontà dei prodotti. Peccato davvero.