Veloce e leggera colazione (si fa per dire) e si riparte. Lascio il b&b tra i saluti e ringraziamenti della padrona di casa che, eccezione alla regola che prevedeva le 8, ha cucinato per me alle 7 e un quarto la sontuosa irish breakfast della foto.
Oggi il programma prevede le Cliff of Moher, l’ovest Irlanda, tra scogliere ripide e paesaggi unici, in uno di quei tour che impegnano una giornata. Cork si risveglia con la tranquillità classica di una città non italiana: traffico ordinato, giovani in divisa (camicia bianca e pantalone grigio topo con zaino Jansport che pare essere un Invicta dei tempi nostri) che vanno a scuola e questo strano silenzio rotto solo dai motori delle auto (motori non clacson che qui non si usano).
Tutto scorre con disarmante tranquillità senza le ossessioni e le isterie a cui sono abituato.
In questi attimi di attesa apro il pc e porto avanti lavoro a distanza: è un po’ quel che faccio di solito. Non è mai uno stacco completo, ma la produttività è altissima. Il tempo è tornato quello tipico: nuvole e forse pioggia ma si sta bene e tutte le mie precauzioni si son rivelate errate (tanto per cambiare). Per loro è estate, ovviamente, visto che sfoggiano orgogliosamente magliette e gonne. Per me un po’ meno, ma la felpa ci sta bene, il giubbotto è eccessivo.Tra ieri e oggi ho fatto un po’ di errori tattici sul mio viaggio, classici per chi decide all’ultimo. Rientrerò un po’ prima a causa di un impegno che non posso prorogare, ma mi regalerò un giorno di decompressione in giro per l’Isola.
Ora si parte!