Un nuovo viaggio o un viaggio nuovo?

“Vi ricordiamo di depositare i vostri bagagli dentro le cappelliere, l’ultimo che si siede paga dal caddozzone” dice all’altoparlante il comandante del volo fr4876 destinazione Orio al Serio. Si scatena una risata dei sardi presenti a bordo e comincia questo nuovo viaggio.

Ennesima emozione, ennesima destinazione della mia vita, anzi tante destinazioni perché non starò di certo fermo. Reggio Emilia, Campovolo, il concerto per l’Emilia, poi Bruxelles, Amsterdam e Londra. Qualcuno mi ha preso per pazzo, qualche altro ha pensato che starò sempre in volo, altri oramai stentano a riconoscermi come persona normale. Non poteva mancare chi mi ha detto “ehh tutti questi soldi da spendere…”.
Forse non hanno tutti i torti: 5 voli totali, un po’ di treni e bus. Salti da un paese all’altro quasi come fosse un gioco. Dalla seriositá di Bruxelles alle atmosfere libertine di Amsterdam fino al cosmopolitismo di Londra.
Un viaggio pensato nelle ultime settimane, in cui virerò verso nord stavolta, a visitare due città che non ho mai visto, Amsterdam e Bruxelles, e tanto per non farmi mancare nulla, ritrovare la capitale londinese (penso sia la decima volta che ci vado). Viaggio perché amo viaggiare, per il gusto di muovermi, per tutto quello che oramai accade, per vedere posti, culture, gente diversa, per perdermi nei miei pensieri, per scrivere, per sentire musica e acquistare un po’ di cd per la nuova stagione, come facevo tanti anni fa, quando le mie trasferte musicali erano più frequenti.
Non puoi però saggiare gusti e culture se non le provi dal vivo: la comodità di internet è grande, ma non basta. Ci sono sensazioni e idee che afferri solo nei posti dove si esprimono, nei club, nelle disco, nelle strade, nei negozi di musica, curiosando e ficcando il naso ovunque.
Passare da Santiago alle capitali del materialismo e del permissivismo, dove forse Dio è fuggito o forse è solamente nascosto, fa un po’ pensare, ma tutti questi sono aspetti della vita e del mondo che mi piace conoscere e raccontare. Un mondo senza esclusioni, senza posti dove non posso andare, senza luoghi che non abbia desiderio di vedere.
Parto dopo due giorni in quarantena a causa di un’improvvisa influenza incubata in giorni e giorni tra cambi di temperatura, serate all’aperto e abbigliamento allegro (per me l’estate finisce il 21 dicembre e continuo a vestirmi come se fosse agosto) e forse stanchezza da ritmi frenetici, litigando col moccio nel naso, la tosse e il mal di gola. Le mie influenze sono un minestrone di cause e solitamente passano in pochi giorni, senza troppi medicinali: un po’ di relax e rallentare. Lo diceva anche papà: fai troppo e non ti riposi mai. Già papà: tra qualche settimane sarà un anno che non c’è più e ancora non ci credo, soprattutto quando parto. Un vuoto che sembra non colmarsi mai.
Siamo vicini all’atterraggio. Ogni volo con Ryanair è rallegrato dai continui comunicati: ti vendono tutto, dalle sigarette ai biglietti per la stazione centrale di Milano, dalla selezione di bevande calde e fredde fino ai biglietti della lotteria, chissà cosa si inventeranno ora.
Sembra che io stia meglio e anche se un po’ assonnato e stanco per la corsa in aeroporto, sono pieno di energie e non poteva mancare la prima nota. Arriverò tra un’oretta: mi aspettano gli amici del Cammino di Santiago, conosciuti in Spagna, straordinario esempio di come il viaggio lasci tracce e crei nuovi contatti e conoscenze che poi ti porti nel tempo. Molti si sono sorpresi che si possano ancora conoscere nuove persone, che si parta da soli e in cammino si facciano nuove amicizie. Tutti hanno timore di mettersi in gioco con gente diversa, di posti e idee diverse. Preferiscono il sicuro.
Mi hanno proposto proprio loro questa trasferta per il concerto, verranno a prendermi tra poco e con loro mi sposterò in auto in Emilia, a Reggio, dove abitano, fino a domani quando prenderò il volo per Bruxelles Charleroi.
Sarò un po’ fuori moda (pare che i dj non possano mai fare ammissioni come quella che seguirà…) ma amo visceralmente la musica italiana, quella della mia infanzia e giovinezza e ogni canzone è associata a un’emozione, un ricordo, una persona o luogo. Stanotte tra Liga e i Litfiba, la Mannoia e Baglioni, Zucchero e Tiziano Ferro, Zero e i Negrita (giusto per dirvene qualcuno) ci sarà da emozionarsi davvero. Un concerto unico e speciale, un abbraccio a questa terra violentata dal terremoto, ma anche tantissime emozioni.
È successo un po’ di tutto prima di questa partenza, a cominciare da un iTunes impazzito che mi ha fatto perdere il lavoro fatto per una playlist adeguata al viaggio. Ci avevo messo un po’ tutto, valutando anche i luoghi. Quindi tanto pop, musica ’80, ’70, Sommerville, Oasis, Queen, Coldplay, Simply Red, Simple Minds, Whitney, Blur, Police, Genesis, Sting, Spandau, Enya, ma anche un’infornata di italiani. Ma iTunes, programma di cui ancora ignoro il perfetto funzionamento ha cominciato a sincronizzare per ore ed ore e cosi’ tutto è andato perduto e ho rimesso dentro canzoni pescando quasi casualmente dalle mie cartelle. Vediamo cosa ne esce, vuoi vedere che magari la playlist lastminute mi sorprenderà?
Il caso spesso è meglio della certezza.

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